Ex Direttore scientifico di Pfizer: “La Pandemia è finita!”

In una dichiarazione sorprendente, l’ex direttore scientifico del gigante farmaceutico “Pfizer”, afferma che “non c’è scienza che suggerisca che una seconda ondata sia in atto o debba arrivare”.
L’insider di “Big Pharma” sostiene che i risultati falsi positivi dei test Covid, intrinsecamente inaffidabili, vengono utilizzati per inventare una “seconda ondata” basata su “nuovi casi”. Il dottor Mike Yeadon, che è stato vicepresidente e Chief Science Officer di Pfizer per 16 anni, afferma che metà o addirittura “quasi tutti” i test Covid sono falsi positivi. Il dottor Yeadon sostiene inoltre che la soglia per l’immunità di gregge potrebbe essere molto più bassa di quanto si pensasse in precedenza, e potrebbe essere già stata raggiunta in molti paesi.
In una recente intervista è stato chiesto al dottor Yeadon: “stiamo basando una politica di governo, una politica economica, una politica delle libertà civili, in termini di limitazione delle persone a sei persone in una riunione… il tutto basato su dati completamente falsi su questo coronavirus?” Il dottor Yeadon ha risposto con un semplice “Sì”

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L’Ad Albert Bourla di Pfizer, vende 132 mila azioni del gruppo nel giorno dell’annuncio del vaccino: tempismo sospetto

Toh, che caso. Si scopre infatti che l’Amministratore delegato di Pfizer, il colosso Usa che ha annunciato di aver messo a punto un vaccino per il coronavirus “efficace al 90%”, nel giorno dell’annuncio, ha venduto 132.508 azioni del gruppo che deteneva, per un valore di 5,56 milioni di dollari.
A chiudere l’affarone è Albert Bourla, una notizia emersa nelle ultime ore dalle comunicazioni obbligatorie sui manager e sulla cessione di azioni alla Borsa di Wall Street. Insomma, il manager – come riporta il Corriere della Sera – ha venduto il 62% delle azioni del gruppo di cui è alla guida. Tempismo perfetto e molto sospetto…

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Tutto quello che dovete sapere e non vi dicono sulla Pfizer

di Alba Tecla Bosco
Pfizer: piccola storia di scandali, cause legali sugli effetti dei farmaci, esperimenti in Africa, guerre, inquinamento…
Nel 2003, la campagna internazionale Boycott the war-Boycott Bush contro la guerra e l’occupazione dell’Iraq prendeva di mira varie multinazionali petrolifere, agroalimentari e farmaceutiche. Non mancava la Pfizer, per via del sostegno alla campagna elettorale del presidente in carica. Anche se, come tutta Big Pharma, i finanziamenti sono andati via via a candidati repubblicani e democratici.
Sempre sul fronte iracheno, dopo diversi anni Pfizer e varie sue sorelle (AstraZeneca, Roche, Johnson Johnson) vengono citate in giudizio dai familiari di soldati statunitensi uccisi in Iraq. Una stranezza che si spiega così: le aziende, per farsi largo su questo nuovo mercato, offrivano somme elevate a funzionari del ministero della salute, i quali però sarebbero stati legati con gruppi armati anti-Usa.
Nel 1996, Pfizer conduce su 200 bambini nigeriani affetti da meningite un test clinico non autorizzato con l’antibiotico Trovan (che può danneggiare il fegato con esiti mortali). Ben undici piccoli morirono e decine di altri ne riportarono danni permanenti…

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