di Mattia Liviani
Leggere i giornali della finta Sinistra è rassicurante. Ci sentiamo colti e superiori, trasmettiamo una immagine positiva di noi.
“Siamo umani, a favore dei migranti, per un futuro migliore, dove tutti possano realizzare sé stessi, indipendentemente dalle convinzioni religiose o dal colore della pelle. Noi che leggiamo i giornaloni della (falsa) sinistra non siamo razzisti, siamo per l’eguaglianza. Noi non siamo omofobi, siamo per l’amore universale. Noi siamo persone OK”.
Nel medioevo i nobili acquistavano costosi arazzi, non tanto perché erano raffinati, spesso non erano nemmeno in grado di distinguerne uno bello da uno scarso. A loro in realtà non interessava nulla degli arazzi. Ma se un qualche nobile che confinava con la loro proprietà ne aveva uno, lo dovevano avere anche loro. L’arazzo era soltanto uno status symbol, nient’altro. Il suo significato era: “Questa famiglia di nobili sta bene economicamente, è solida, si può permettere queste spese. Le nostre figlie potranno maritarsi con altri nobili ricchi. I nostri figli potranno sposare donne di alto lignaggio”.
La maggior parte di quelli che vanno in giro coi falsi giornaloni della finta sinistra sotto il braccio, pensano di trasmettere agli altri questo messaggio: “Io sono una persona colta e raffinata, leggo solo ciò che scrivono i giornalisti seri di un grande giornale. Io sono umano, buono, comprensivo. Amo i rom, i neri, i sinti e gli ebrei. Non provo sentimenti razzisti per nessuno e voglio che tutti possano essere felici e realizzare i propri sogni.”
I giornaloni della finta sinistra rappresentano anch’essi uno status symbol. Se un giorno dovesse capitargli di avere un giornale di destra tra le mani, si vergognerebbe e penserebbe col cuore in gola: “Oddio, adesso la gente penserà che sono un lurido fascista, un razzista, penseranno che a casa mia leggo il ‘Mein Kampf’, mi prenderanno per un antisemita, mi cacceranno via dal lavoro, mi oscureranno facebook, perderò gli amici e i like, mi insulteranno tutti. Dove lo butto questo giornale?”
Viviamo in una Matrix
In realtà, viviamo in una Matrix. Ogni casella della Matrix ha un significato ben preciso. Nella casella “Giornalone di sinistra sotto il braccio” c’è scritto persona brava, umana, gentile, accogliente. Nella casella “Giornalaccio di destra sotto il braccio” c’è scritto fascista, nazista, razzista e di sicuro anche antisemita.
È logico che la gente scelga la casella più comoda, vale a dire “Giornalone di sinistra sotto il braccio”, ed eviti quella più scomoda, vale a dire “Giornalaccio di destra sotto il braccio”. Per fare queste associazioni mentali e creare questi condizionamenti di massa ci sono voluti decenni di duro lavoro mediatico. Ma alla fine ce l’hanno fatta e ora il “piatto è servito”. Ed è qui che possiamo finalmente capire chi ha riempito le caselle della Matrix e liberarci dai condizionamenti.
Proviamo a guardarci in giro. Cerchiamo di capire chi sono quelli che riempiono la matrix. Li vediamo ogni giorno, in televisione e al cinema, su netflix e nei talk-show, sono opinionisti, giornalisti, scrittori e saggisti tutto fare.
Quando li sentiamo o li vediamo ci dobbiamo porre la seguente domanda: “Quale casella stanno riempendo?”… E quando lo avremo capito, dobbiamo avere la forza di uscire dalla Matrix e liberarci dai condizionamenti mediatici della finanza globalista apolide che ci sta governando con le armi del debito.
Articolo di Mattia Liviani
Illustrazione di Emil Mercado