I solfiti sono composti praticamente sconosciuti a gran parte delle persone, a meno che non soffrano di allergie o asma. Inconsapevolmente, ogni giorno ne assumiamo in quantità elevate, poiché sono largamente usati nel campo alimentare, come conservante, per evitare l’imbrunimento dei cibi e per aumentare la durata dei prodotti.
Sono utilizzati anche nel campo farmaceutico come conservanti (azione antisettica). Molte volte vengono usati anche nei materiale di imballaggio dei cibi, come, ad esempio, nel cellofan per ridurre al minimo il deterioramento degli alimenti.
Gli alimenti che contengono questo additivo sono molteplici, ne riportiamo una breve lista:
– vino
– birra (meno frequente) alcolica e non alcolica
– alcuni cereali che contengono aggiunte di amidi particolari
– prodotti di salumeria: prosciutti, salami, ecc.
– Succhi di frutta
– frutta disidratata
– marmellate (alcune)
– insalate e macedonie in ristoranti e alberghi (in alcuni casi vengono usati degli spray per evitare che imbruniscano, mantenendo cosi un aspetto “fresco”)
– frutta secca
La soglia massima di assunzione giornaliera che è posta tra 0 e 0,7 mg per kg di peso ideale, che può essere tranquillamente superata a causa dell’ubiquità di tale additivo, soprattutto nei forti consumatori di frutta secca e vino.
Negli adulti, la maggior fonte di solfiti è rappresentata proprio dai vini. Tenete presente, ad esempio, che un uomo di 70 kg può al massimo assumere 50 mg di solfiti al giorno, ed un vino in media ne contiene 150 mg/l, quindi con 330 ml raggiunge la dose massima consentita al giorno, senza tener presente che i solfiti si trovano in moltissimi altri cibi che quotidianamente si consumano.
Perché il vino contiene così tanti solfiti?
I solfiti nel vino vengono aggiunti sotto forma liquida, gassosa o solida (metabisolfito di potassio) per esplicare le seguenti funzioni:
– Antisettica: interferisce sulle funzioni vitali dei microrganismi, inibendoli o provocandone la morte. Essa si comporta in modo selettivo, colpendo prima i batteri, poi i lieviti, per cui, a seconda delle quantità adoperate, può essere impiegata per eliminare solo i primi od entrambi.
– Antiossidasica: inibisce gli enzimi ossidatici tirosinasi e laccasi. Un vino non ha l’obbligo di riportare in etichetta la dicitura solfiti, quando la loro concentrazione non è superiore a 10 mg/l.
Tenete presente che ottenere un vino con zero solfiti è quasi impossibile, in quanto i lieviti ne producono naturalmente una piccola quantità. La cosa però sulla quale vi invito a riflettere, è che se un vino contiene 11 g/l di solfito oppure 250 g/l, voi non lo saprete mai, perché in etichetta non è obbligatorio riportarne la quantità, ma solo segnalarne la presenza.
Quindi in situazioni di incertezza, o si conosce direttamente il produttore, oppure se si va alla cieca, conviene orientarsi piuttosto verso prodotti senza solfiti aggiunti, che per fortuna esistono in commercio.
Quali effetti ha l’anidride solforosa sulla salute?
L’anidride solforosa provoca vari disturbi, infatti influenza negativamente l’assorbimento della vitamina B1, provoca irritazioni gastriche e il famoso cerchio alla testa (anche se alcuni autori non sono d’accordo). I solfiti sono molecole che non creano reazioni allergiche ma reazioni di sensibilità. In particolare, possono causare disturbi respiratori in soggetti asmatici pochi minuti dopo l’ingestione di alimenti che ne contengono (Halpern GM et al, 1985 Annals of allergy). Altri studi hanno confermato gli effetti avversi che i solfiti procurano al corpo (es. H. Vally et al; Clinical effects of sulphite additives, Clinical & Experimental Allergy, 2009). Resta solo da chiedersi se questi additivi siano veramente necessari e se l’industria alimentare non possa e non debba rivedere le proprie posizioni a riguardo.
Inoltre l’anidride solforosa può apportare anche questi effetti indesiderati:
- Anormale apporto di ossigeno al sangue, con conseguente cefalea
- Inibizione della secrezione della pepsina (enzima proteolitico dello stomaco)
- Irritazione della mucosa gastrica, con conseguente nausea e vomito.
Quindi impariamo, per prima cosa, se proprio dobbiamo farlo, a bere vini senza solfiti, e inoltre impariamo a leggere le etichette dei prodotti, quando andiamo a fare la spesa. I solfiti sono additivi e come tali la loro aggiunta va segnalata sotto forma di sigla (E: indica la sigla dei conservanti). Inoltre, tutti i vini alla quale sono stati aggiunti i solfiti riportano la scrittura “Solfiti Aggiunti”.
La sigla sugli alimenti è compresa tra E220-E228:
E220 Anidride Solforosa
E221 Sodio Solfito
E222 Sodio Solfito Acido
E223 Sodio Disolfito
E224 Potassio Disolfito
E226 Calcio Solfito
E227 Calcio Bisolfito Acido
E228 Solfito Acido di Potassio
Se ci tenete alla vostra salute, ora che lo sapete, iniziate a controllare le etichette dei cibi che normalmente consumate, e se siete consumatori abituali di vino (soprattutto vini bianchi) prendete in considerazione il consumo di vini senza solfiti aggiunti.