Quella dell’imperialismo è una brutta malattia. Una volta che ne vieni contagiato, diventa difficile liberarsi dal morbo.
In questo senso vanno le dichiarazioni di Al-Maliki, l’attuale presidente dell’Iraq, il quale accusa gli Stati Uniti di volersi prendere il merito per la sconfitta dell’ISIS a Mosul, “mentre sono stati loro che hanno contribuito a creare questa organizzazione”.
In una serie di dichiarazioni senza peli sulla lingua, riportate da RT, Al-Maliki ha detto che “la riconquista di Mosul è stata un successo del popolo iracheno, mentre ora gli Stati Uniti cercano di impadronirsene, sostenendo di essere stati loro a guidare quella guerra”.
“Certamente – ha aggiunto Al-Maliki – loro ci hanno aiutato con l’aviazione, ma il merito maggiore va ai soldati iracheni e alla milizia popolare. E questa vittoria ci è costata molto cara, con circa 20.000 soldati e poliziotti iracheni che sono morti o sono rimasti feriti nei combattimenti”.
Al-Maliki ha poi aggiunto che “mentre gli Stati Uniti hanno dato un supporto all’esercito iracheno, hanno anche contribuito alla nascita dell’ISIS in primo luogo. E ora Washington sta cercando di stabilire delle basi militari permanenti sul territorio iracheno, per riuscire a mantenere la loro influenza sulla regione”.
“L’ISIS ricorda molto i Talebani – dice Al-Maliki – che furono creati dall’amministrazione americana per combattere i russi in Afghanistan. Nello stesso modo, l’ISIS è stata creata per combattere certe scelte dell’Iraq, che non era d’accordo nel mettere l’embargo sulla Siria, che era contrario alle no-fly-zone in Siria, e contrario ad ospitare delle basi americane sul proprio territorio.“
“La società irachena – ha concluso Al-Maliki – è contraria ad avere delle basi straniere sul proprio territorio, e abbiamo già avvisato gli americani perché non tornino qui in Iraq a piazzare le loro basi militari”.
Ma voi credete davvero che gli americani gli daranno ascolto?
Articolo di Massimo Mazzucco
Fonte: https://www.luogocomune.net/LC/index.php/16-geopolitica/4720-una-malattia-chiamata-imperialismo