Una lettera dal Futuro agli amici italiani

di Panagiotis Grigoriou

Dalla Grecia seguiamo il dramma italiano con molta commozione, consapevoli del collasso economico che molto probabilmente seguirà.

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Mi ritrovo confinato nella nostra scialuppa di salvataggio, la nostra vecchia e piccola barca a vela ormeggiata in un piccolo porto del Peloponneso, con mia moglie e i nostri due gatti. Scrivo spesso sul mio blog greekcrisis.fr, mentre l’altra mia attività legata ai viaggi vacanza è in stallo. Si prevede che il turismo, che rappresenta il 25% del PIL greco, quest’anno sicuramente non ripartirà.

Il governo greco amico di Berlino, offre in teoria 800 euro ai lavoratori autonomi, ma è una misura soggetta a condizioni e, soprattutto, non coprirà nemmeno le spese essenziali. Ogni nazione dovrà trovare le sue risposte, secondo quella che è la struttura della sua economia, rompendo il quadro dell’Unione europea a misura degli interessi tedeschi e della sua area di riferimento, quella del marco tedesco.

Ritorniamo alla sopravvivenza, il debito greco se non sbaglio rappresenta già il 181% del PIL, e stando alle stime le misure di contenimento sottraggono all’economia greca 500 milioni di euro al giorno, che si aggiungono al buco, come si dice adesso, delle finanze pubbliche. Quindi è morte assicurata, e l’impossibilità di ripartire per una buona parte delle piccole e medie imprese.

L’economia greca, se le misure di contenimento termineranno a maggio, impiegherà più di 6 mesi per tornare al suo livello di febbraio 2020, ed è comunque uno scenario ottimistico. Nel 2020 la Grecia avrà bisogno di 100 miliardi di euro e vi è il pericolo che possa essere imposto un memorandum n. 4 con la Troika di Berlino, come in Italia e anche altrove.

Ciò che si nota, anche se non è poi un fatto straordinario, è la mancanza di sorpresa dei Greci davanti alla nuova crisi, che rischia di essere ancora più radicale di quella della Troika, perché la produzione industriale è diminuita del 40% in meno di un mese. È ancora possibile sopravvivere, ma il governo ha appena proibito la pesca e la popolazione è rimasta scioccata da questo divieto. Pescare qui è importante, sia per sopravvivere, che per vendere qualcosa in modo informale e arrivare a mettere insieme il pane quotidiano. Alcuni escono di notte per rientrare prima dell’alba nel piccolo porto di pescatori, ma è rischioso, tra il maltempo, gli incidenti e le multe pesanti se colti sul fatto, di 5.000 euro.

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Dunque, quando possibile, prima del contenimento, la gente ha lasciato Atene per ritirarsi nelle campagne. Ma purtroppo sopravvivere in campagna al 100% è impossibile, i nostri bisogni sono certamente ridotti, ancora più ridotti del solito, ogni giorno raccogliamo limoni e clementine, ma gli spaghetti non crescono sugli alberi, né gli yogurt, né sono cancellate le bollette di Atene, l’affitto, l’elettricità ecc.

Finalmente è un momento di cambiamento, ma, detto questo, per ora la gente del piccolo Peloponneso si sta preparando come può… Strana guerra…coraggio Amici Italiani,

Articolo di Panagiotis Grigoriou – Storico ed etnologo (greekcrisis.fr)

Fonte: http://vocidallestero.it/2020/04/07/una-lettera-dal-futuro-agli-amici-italiani/

INTRIGO INTERNAZIONALE
Dalla strategia della tensione al caos Ustica
di Giovanni Fasanella, Rosario Priore

Intrigo Internazionale

Dalla strategia della tensione al caos Ustica

di Giovanni Fasanella, Rosario Priore

Un documento importante per capire gli anni più caldi del periodo italiano dal 1969 in poi, per scoprire verità che anche se non provate a livello giudiziario, ci appaiono oggi tristemente e palesemente veritiere.

“Ci sono verità che non ho mai potuto dire... Avrebbere potuto avere effetti destabilizzanti sugli equilibri interni e internazionale."

Rosario Priore, giudice istruttore per il caso Moro, Ustica, il tentato omicidio di Giovanni Paolo II e altri casi di eversione rossa e nera.

L’indicibile della storia italiana. La domanda di fondo è: perché l’Italia dal 1969 è stata funestata dal terrorismo e dalla violenza politica con centinaia di morti e migliaia di feriti? Perché solo nel nostro paese?

Tutte le inchieste giudiziarie hanno dato finora molta importanza al ruolo dei servizi segreti deviati, della P2, della Cia.

Risultato: nessuna verità giudiziaria, nessuna verità storica.

Rosario Priore, il magistrato che si è occupato di eversione nera e rossa, di Autonomia operaia, del caso Moro, di Ustica, dell’attentato a Giovanni Paolo II, qui prova a rispondere cambiando completamente scenario. E strumenti di analisi.

Grazie ad anni di ricerche, testimonianze, prove, carte private, incontri con ex terroristi, agenti segreti e uomini politici anche stranieri, Priore ricostruisce uno scenario internazionale inedito per spiegare il terrorismo e la strategia della tensione in Italia, testimoniando la verità che finora nessuno ha potuto certificare attraverso le sentenze. Colpita la manovalanza (e non sempre), la giustizia si è infatti dovuta fermare senza arrivare a scoprire il livello più alto dei responsabili.

Siamo stati in guerra, senza saperlo. L’egemonia del Mediterraneo, il controllo delle fonti energetiche ci hanno messo in rotta di collisione con l’asse franco-inglese che non ha mai sopportato il nostro rapporto privilegiato con la Libia. Ecco chi era il terzo giocatore dopo Urss e Stati Uniti. Non stupisce allora che gli inglesi fossero favorevoli a un colpo di stato in Italia nel 1976 per fermare il Pci e controllare il paese.

Dall’altra parte la Cecoslovacchia, la Germania comunista e la Stasi avevano buon gioco ad alimentare il terrorismo. Ustica, Piazza Fontana, il caso Moro, la strage di Bologna vanno collocati in questo contesto internazionale: cadono così molte facili convinzioni e vecchie ricostruzioni, giornalistiche e persino giudiziarie, mostrano tutta la loro inconsistenza. L’intrigo italiano è in realtà internazionale.

 

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