di Claudio Messora
L’Unione Europea avrebbe un progetto in corso per testare i nostri ragazzi su tematiche matematico-sessuali (quale attinenza abbiano le due branche del sapere, forse, si può spiegare argomentando che il Kamasutra in fondo è un testo di geometria!).
Questo progetto consta della somministrazione di test contenenti affermazioni come:
- faccio facilmente amicizia con i maschi,
- non vado molto d’accordo con le femmine,
- l’omosessualità femminile è un peccato,
- le lesbiche non vanno bene per la nostra società,
- è giusto che la donna faccia carriera e l’uomo resti a casa,
- l’aborto dovrebbe essere perseguito penalmente come una forma di omicidio,
- …………………….. e tante altre.
Sì, è stato appena sottoposto a classi di quindicenni del liceo scientifico “Nievo”, ai quali è stato chiesto di valutare ogni affermazione con una scala di valutazione che va da uno a sei. Se pensate che fosse da consegnare in maniera anonima, resterete delusi. L’ultima domanda era: «Saresti disposto a essere contattato per un’intervista? Molti tuoi coetanei hanno risposto sì. Lascia la tua mail».
Non so voi, io a 15 anni forse ero un po’ indietro, e una “lesbica” non avevo esattamente chiaro cosa fosse. Ma al di là del fatto che le proprie opinioni sugli orientamenti sessuali o i giudizi etici su temi sensibili non dovrebbero far parte di una classificazione dei nostri figli, specialmente ad un’età in cui i giudizi non si esprimono dopo lunghe riflessioni e in base a una consapevolezza ancora di là da venire (dove vanno a finire questi test, da cui è molto semplice risalire all’identità del ragazzo? Chi li cataloga e quali informazioni conserva?)…
Al di là di questo – dicevo – sarebbe opportuno che un adolescente fosse stimolato ad esprimersi dopo avere introdotto l’argomento magari in famiglia, o perlomeno a scuola, e non a freddo, trovandosi una domanda secca su un foglio di carta, che pare più un’interrogatorio che uno strumento per ampliare la coscienza, la cultura e costruire una nuova personalità.
Anche perché l’Unione Europea non è nuova a questo genere di ingressi a gamba tesa nella sfera della sessualità dei bambini, visto che ha recentemente emanato linee guida che suggeriscono alle scuole di formare i nostri figli sulle ‘teorie gender’ sin dalla tenera età di tre anni, con l’incentivazione dell’Oms.
Sempre di più l’Unione Europea assomiglia a una catena di montaggio dove si macinano valori preconfezionati, come sui nastri degli allevamenti intensivi scorrono pulcini che vengono triturati vivi a milioni, in ossequio alle leggi della statistica e ai fini di massimizzare il risultato. Lo scientismo, la massificazione e la riprogrammazione meccanica hanno sostituito il respiro culturale, lo sviluppo delle differenze individuali e la valorizzazione del dubbio e della critica come fondamenti della libertà e di una umanità consapevole.
Dopo avere escluso dalla scuola i bambini che esigono test specifici e valutazioni individuali prima di assumere dodici vaccini, il prossimo passo sarà la creazione di classi speciali per i ragazzi che non si uniformano al pensiero unico delle élite globalizzanti?
Articolo di Claudio Messora