di Valeria Pisano
Cambiare prospettiva, uscire dalla propria “zona comfort” e dagli schemi e… ricostruirsi una Vita Nuova.
Ho rubato il titolo ad un amico, con il quale ho da poco fatto una lunga chiacchierata, durante la quale mi ha raccontato questo aneddoto, cioè come risponde a chi gli pone quella domanda. La cosa interessante è che lui rientra in quella categoria di fortunati, ai quali il travolgente periodo 2011-2012, ha quasi completamente spazzato via l’esistenza a cui era abituato. Contando sulle sue sole forze si è ricostruito una Vita a diecimila chilometri di distanza dall’Italia, ma ancora più interessante è che questa possibilità è derivata dall’aver cambiato completamente la sua prospettiva, iniziando a considerare quello che altri potrebbero considerare “disgrazia” come una grande opportunità e fortuna.
Uscire dalla “zona di comfort” non è facile per nessuno, certo è che questa epoca straordinaria ha scaraventato molti fuori dal comodo nido di abitudini e, soprattutto, di ripetizione di schemi ereditati dai genitori.
Dovendo ricostruirsi una Vita, come a molti sta capitando di dover fare, la cosa più intelligente è sicuramente quella di prendere la propria passione e farla diventare il proprio lavoro. Quello che non abbiamo compiuto da più giovani, per ripercorrere i passi dei nostri genitori, può essere ora una possibilità di DIVENTARE CHI SIAMO DAVVERO, anziché continuare a nasconderci dietro la montagna di maschere che abbiamo dovuto indossare, per adattarci ad una Vita che non era come avremmo desiderato.
Ma c’è molto più da realizzare e da raggiungere, quando l’Epoca della Consapevolezza ti dice “Sì, sei idoneo per il Risveglio!”. C’è di bello che, quando perdi tutto, scopri che ciò che ti rimane è la cosa più importante! Quel “niente” da cui riparti non è Zero, ma SEI TU! Quella Vita a cui sei stato costretto a rinunciare si rivela per quello che era davvero: una gabbia in cui eri prigioniero, una tomba in cui ti eri seppellito, un annullamento così totale del tuo Essere che ora, nello sfacelo, lo raccogli, lo rimetti insieme, lasci andare quello che non ti piace, e ti tieni solo quel poco che, per Te, conta davvero.
La fortuna straordinaria di aver perso certezze e sicurezze è proprio questa: è uno dei modi in cui si può raggiungere la Libertà, quella vera. La Libertà di non avere un luogo sicuro, un posto fisso, un paese natìo, una città preferita, ma sentirti a tuo agio ovunque, in mezzo a persone di ogni genere, in luoghi distanti mille miglia l’uno dall’altro e, dovunque vai, sai che puoi sentirti a casa. La tua casa sei Tu, e viene sempre con Te; la tua patria è il mondo intero. Il tuo tempio è il cielo; il sole, la luna e le stelle sono quanto di più vicino alla Divinità tu possa immaginare e li puoi sentire vicini ovunque.
La Libertà di non essere confinato in un corpo fisico, ma di sentire il richiamo di altri mondi, di altre Vite, di luoghi che non hai mai visitato che ti attraggono come calamite per unirti a ciò che sei stato secoli e Vite fa. La Libertà di essere un atomo vagante nello spazio infinito, tra pianeti e stelle lucenti; la Libertà di sentire il respiro dell’Universo che si accorda con il tuo, ed il battito del tuo cuore che risuona come il ritmo del Tutto a cui appartieni.
Infinite volte sei morto e poi rinato; infiniti personaggi hai interpretato; infinite storie sono avvenute nel tuo passato. E Tu sai che è tutto un gioco, che non c’è Nulla da prendere davvero sul serio, che è sufficiente arrendersi e decidere di giocare, di partecipare all’avventura, di accettare di essere l’atomo che viene nutrito ed accudito per il solo fatto di essere una parte infinitesimale dell’Infinito.
Articolo di Valeria Pisano
Fonte: https://valeriapisano.com/2015/03/31/tu-che-lavoro-fai-mi-diverto/