di Maurizio Martucci
Democrazia costituzionale, atto finale. Lì dove nessuno aveva mai osato prima, è ora il diktat di Vittorio Colao: azzerare i 516 Comuni d’Italia Stop 5G, irradiando chiunque fino a 61 V/m!
Sono le regole del 5G consegnate al Governo nel piano per la cosiddetta “Fase 3”, la ripartenza post Covid-19 “per un’Italia più forte, resiliente ed equa“, un documento di 121 pagine con sei macro-obiettivi e sei macro-settori, dal titolo “Iniziative per il rilancio – Italia 2020-2022“.
Si tratta delle stesse richieste avanzate dalle compagnie telefoniche, recepite senza scrupolo dal Comitato di esperti in materia economica e sociale guidato dal 10 Aprile 2020 dall’ex top manager di Vodafone, voluto dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. (Report Colao: https://www.primaonline.it/wp-content/uploads/2020/06/202006-SCHEDE-DI-LAVORO-FINALI-COMITATO-DI-ESPERTI-IN-MATERIA-ECONOMICA-E-SOCIALE-e-fin_compressed-1.pdf)
Si tratta di un vero e proprio “colpo di Stato elettromagnetico”, perpetrato sulla pelle di 60 milioni di cittadini, ignare cavie umane per spericolate strategie lobbistiche sostenute in dispregio a qualsiasi appello precauzionale avanzato dalla comunità medico-scientifica. Si tratta del più clamoroso golpe del wireless mai registrato nella recente storia d’Italia. Che va ben oltre anche la furbesca spalmatura d’irradiazione elettromagnetica ordinata dal tecnocentrico Governo Monti, che senza cambiare la legge quadro nel 2012 passò dai 6 minuti nelle 24 ore i limiti soglia cautelativi nei 6 V/m.
Nella sezione 4.2 del dossier (Infrastrutture e Ambiente, volano del rilancio, Accelerare la realizzazione delle infrastrutture di telecomunicazioni), infatti il dossier indica di voler “adeguare i livelli di emissione elettromagnetica in Italia ai valori europei, oggi circa 3 volte più alti, per accelerare lo sviluppo delle reti 5G“. Cioè, Colao chiede a Conte (proprio come le Telco) di portare l’elettrosmog da 6 V/m a ben 61 V/m (cioè + 110 volte rispetto ad oggi!), la schiacciante prova provata dell’attentato ambientale in atto, necessario per far funzionare almeno un milione di nuove antenne nell’irradiazione multipla e cumulativa senza precedenti nella storia dell’umanità, voluta per connettere 1 milione di oggetti per chilometro quadrato sul 98% del territorio nazionale.
“Gli alti costi delle frequenze in Italia (dalle aziende il Governo ha introitato nel 2018 ben 6,55 miliardi di euro senza alcun preventivo parere sanitario e ambientale, NdA) sono ulteriormente aggravati da una normativa specifica italiana sulle emissioni radiomagnetiche – scrive il gruppo di lavoro Colao – tale normativa impone limiti (pari a 20Volt/metro e 6Volt/metro nelle zone ad alta presenza umana) molto più restrittivi di quelli in vigore nella maggior parte degli altri paesi Europei, a loro volta molto al di sotto dei limiti di nocività ipotizzati. Poiché il 5G si basa su frequenze più elevate (che si propagano a minor distanza) il mantenimento degli attuali limiti implica che una completa copertura 5G richiederà un numero molto più elevato di stazioni radio di quello attualmente in uso per 3/4G, con implicazioni di costo e ambientali estremamente sfavorevoli e un lento sviluppo del servizio“. Non solo.
La tecnodittatura di Colao chiede poi a Conte di azzerare con un tratto di penna i 516 Comuni d’Italia ufficialmente Stop 5G, asfaltando letteralmente qualsiasi tipo di civile opposizione e di moratoria territoriale adottata dai sindaci in difesa della salute dei loro concittadini, in attesa della riclassificazione della cancerogenesi delle radiofrequenze onde non ionizzanti annunciata con priorità entro il 2024 dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (OMS).
Colao (attenzione: non il Parlamento, tantomeno il Governo o il Ministro della Salute) chiede così a Conte di stracciare la legittimità costituzionale delle ordinanze urgenti e contingibili Stop 5G, chiede di eliminare la consolidata giurisprudenza amministrativa in materia sanitaria che trova nel Sindaco la massima autorità garante della tutela della salute pubblica. “Escludere opponibilità locale se protocolli nazionali sono rispettati.” Escludere significa impedire, che si traduce in imposizione. Un totalitarismo dispotico voluto dal grande capitale neoliberista.
Nessuno s’era mai spinto fin qui. Siamo al punto di non ritorno. Camuffata tra i lati oscuri del 5G, la tecnodittatura sta ora mostrando il suo vero volto. Aggressivo, feroce, violento. Proprio quanto da queste pagine abbiamo continuato a denunciare facendo inchiesta giornalistica veritiera, libera e trasparente, anticipando quanto si sta inesorabilmente compiendo nella complicità di una farsesca opposizione politica parlamentare.
L’avevamo previsto: addormentarsi nell’emergenza Covid 19 avrebbe significato risvegliarsi in un regime liberticida. Ora ci siamo dentro fino al collo. La democrazia è seriamente minacciata. Perché oltre a privacy, geopolitica, sanità e ambiente, il 5G è anche un grave problema democratico. Prepariamoci a tutto.
Articolo di Maurizio Martucci
A questo punto muoia Sansone con tutti i Filistei