Il Caso di Imane Khelif, sul Ring Contro l’Azzurra Angela Carini

di Gabriele Sannino
Uno degli scandali della farsa delle Olimpiadi 2024 è il combattimento di boxe fra un tale, l’algerino Imane Khelif (uomo che si sente donna) e la nostra azzurra Angela Carini (donna® biologica).
Un uomo ha il 45% di massa muscolare contro il 36% di una donna, mediamente parliamo quindi di 35 kg di muscoli per gli uomini contro i 22 per le donne.
Un uomo è strutturalmente più potente di una donna, sia nel resistere ai colpi subiti, sia quando questi devono essere piazzati.
Dio ha progettato e creato l’uomo più forte e potente per un semplice motivo: deve proteggere la prole e la donna. Non deve picchiarla…

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La Strage delle donne rese schiave e uccise in Amazzonia, di cui nessuno parla

di Francesca Biagioli
In Amazzonia si sta compiendo una vera e propria strage, le cui vittime sono donne indigene, diventate schiave e poi uccise dalle lobby. Si parla di migliaia di vittime l’anno.
A denunciare la cosa è il Vaticano. Nessuno ne parla e gli stessi stati del Sud America interessati dal problema (Brasile, Bolivia, Perù, Equador, Venezuela, Colombia), fanno orecchie da mercante. Eppure, sarebbero migliaia le donne indios vittime di violenza, rese schiave e uccise in Amazzonia ogni anno.
A mettere nero su bianco la presenza di questa strage è l’Instrumentum laboris del Sinodo sull’Amazzonia, il documento preparatorio redatto dal Vaticano, in occasione dell’appuntamento previsto per l’autunno prossimo, in cui si parlerà proprio di questo territorio martoriato da moderni “conquistatori”.
Come si legge riguardo alle donne:“sono vulnerabili alle minacce provenienti dai settori agroindustriali e da quelli che sfruttano clandestinamente minerali, legname e altre risorse naturali. Sono anche vittime del narcotraffico, di mega progetti infrastrutturali come gli impianti idroelettrici e le autostrade internazionali e di attività illegali legate al modello di sviluppo estrattivista”

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12 Paesi in cui le donne sono trattate peggio degli animali

Pensiamo di sapere ormai tutto dei vari paesi che costituiscono il mondo, grazie alle innumerevoli informazioni che ci arrivano. Tuttavia, alcune cose sorprendenti e allo stesso tempo spaventose che riguardano ad esempio certe  vecchie “tradizioni” di quei luoghi, non le conosciamo affatto. Ce ne sono purtroppo di molto crudeli che ancora oggi vengono praticate, di cui sono vittime, ancora una volta, le donne.
Oggi affronteremo proprio questo argomento: paesi in cui le donne non possono far valere i propri diritti. “Diritti” che un essere vivente dovrebbe avere, in qualsiasi parte del mondo sia, uomo o donna senza alcuna distinzione. Le donne in questi paesi vengono quotidianamente esposte a violenze e trattate come merci e non come esseri umani. In questi paesi non tutti gli animali vengono trattati in egual modo, alcune specie vengono venerate ed altre denigrate, come se fossero dei rifiuti… il titolo dell’articolo nasce proprio da questo.
Guardate quindi i 12 paesi che trattano le donne peggio degli animali e, se possibile, evitate di visitare questi luoghi:…

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Dal Burqa all’Utero in affitto

Un mondo di violenze diverse, violenze che potremmo definire “politicamente scorrette” che riflettono la fragilità femminile di fronte a un mondo che, ancora oggi, non sa riconoscere a pieno la dignità e diversità della donna.
Donne usate per l’utero in affitto

Si tratta di donne a volte ingannate, a volte forzate, a volte portate dalla povertà a prestarsi alla fecondazione e alla procreazione conto terzi. Si sottopongono a cicli di fecondazione artificiale dolorosi e dannosi e portano avanti gravidanze che terminano con l’adozione del loro figlio. È una pratica che le rende macchine da procreazione e che lede la loro dignità (oltre che il diritto dei nascituri a non essere procreati per essere poi dati in adozione e allontanati dalla madre naturale).

In Italia, non vi…

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Va tutto bene…

violenza sulle donne

di Daria Cozzi
In quella magnifica giornata di sole, Elsa guardava con dolcezza Teresa, che giocava con gli altri bimbi della sua età. Era serena.
Sapeva di aver fatto la cosa giusta e provava in fondo, nelle viscere, in quello spazio dove nascono le emozioni e dove una volta albergava l’angoscia e la disperazione, una sorta di avvolgente riconoscenza, non sapeva verso chi o che cosa ma sapeva che finalmente si sentiva la vita pulsare dentro l’anima.
Veniva ogni giorno al giardino. Veniva e andava, con i suoi figli, senza paura. E poi se ne tornava a casa con la luce nel cuore.
Era passato un anno da quando se n’era andata via da Trieste. Era seduta da un bel po’ su quella panchina con Francesco in grembo che aveva smesso di ciucciare e si era addormentato sul suo seno ancora scoperto. Non voleva muoversi, Elsa, per non interrompere quel momento così intenso e pieno di amor…

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