L’odore dei soldi

Gentiloni con leader arabi

di M. Tringale
“Finalmente una buona notizia per l’economia italiana”, annunciava con grande entusiasmo la cronista del Tg. “Nel 2016 l’autorizzazione all’export di armi è cresciuta vertiginosamente, arrivando a 14,6 miliardi di euro: +85% rispetto al 2015″…
Anche se discendiamo dagli antichi latini, che con “pecunia non olet” (i soldi non puzzano) hanno coniato una sorta di manifesto ante litteram del liberalismo, per noi l’odore dei soldi ha la sua importanza.
Gli armamenti più venduti all’estero dalla nostra industria bellica sono bombe, siluri e missili, ma gran parte dell’incremento in questione è dovuto alla fornitura al Kuwait di 28 ‘Eurofighter’, prodotti dalla Leonardo, il cui maggiore azionista è il Ministero dell’economia e delle finanze italiano.
Si tratta di un caccia di ultima generazione protagonista di numerose missioni di ricognizione e bombardamento durante l’intervento militare in Libia del 2011. Non bisogna essere convinti militanti pacifisti, per interrogarsi sull’impiego e la destinazione di tutte queste armi che vendiamo all’estero…

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