Malattie: soglie alzate e abbassate a seconda della convenienza economica

Eccessiva medicalizzazione

Riflettiamo su un problema che, spesso, viene totalmente ignorato dalle persone: chi dovrebbe definire le malattie? Allora partiamo con il dire che ci sono delle commissioni nazionali che decidono che un certo valore x (valore che si definisce tramite analisi e visite), non debba superare una certa soglia, altrimenti vuol dire che il soggetto è ammalato.
Adesso consideriamo che le commissioni in sé hanno notevoli conflitti di interessi, perché pagate fior di quattrini dalle case farmaceutiche. Etichettare sempre più persone sane come malate, e prescrivere loro dei farmaci che dovranno prendere per tutta la vita per ridurre fantomatici rischi, è quindi normale routine…

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Si possono fare molti soldi, dicendo alle persone sane che sono malate

Business della salute

Inizia così un vietatissimo articolo scritto per il “Britisch Medical Journal” da un giornalista scientifico, un medico di base e un professore di farmacologia clinica, il cui titolo esplicita l’argomento: “Vendere malattie: l’industria farmaceutica e il mercato della malattia”.

Gli autori dimostrano, con numerosi esempi, che c’è una costante azione, da parte dell’industria farmaceutica, di medicalizzazione della società, al fine di allargare il mercato.

Lo studioso della Sanità Gianfranco Domenighetti, così descrive le strategie di allargamento del mercato messe in atto dall’industria e dagli altri anelli della rete: “Anticipazione della diagnosi, screening e altre procedure assimilabili, che tendono ad estendere il dominio della malattia sul piano qualitativo”

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