Chi sono Io? Storia dello sconosciuto che abita in noi

Dott.ssa Marta Cricelli
Capita di non riconoscerci nelle parole con cui gli altri ci descrivono. O di non voler essere come siamo. Che fare dunque quando la nostra identità sfugge o ci tiene in trappola?
Non vi è mai capitato, chiacchierando con un amico, di ritrovarvi a dire frasi come “io sono sempre stata così…” oppure “è un mio tratto, una mia caratteristica”? Perché è tanto facile definirci nella vita di tutti i giorni e poi, quando accade qualcosa di nuovo, destabilizzante, magari traumatico, o al contrario inaspettatamente bello, ci ritroviamo in crisi perché non sembriamo più gli stessi? È davvero possibile, e soprattutto desiderabile, darci delle etichette?
La considerazione da cui vorrei partire, è che l’identità dipende dai legami e dagli accadimenti del reale. Dunque “la nostra identità è assai poco identica”. È, invece, sensibile a impatti che la modificano, ed è in perenne costruzione.

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Corsa alla Normalità

di Ghirardo Alessio
“Normale”. Quante volte sentiamo pronunciare e ripetere questa parola. Spesso dividiamo esperienze, avvenimenti, persone, caratteri… un po’ tutto, tra ciò che è normale e ciò che non lo è. Ma cosa significa essere Normale?
È un concetto o idea che ci siamo propinati socialmente, ma in realtà, io credo che ognuno di noi abbia una sua idea personale di cosa è normale e cosa non lo è. Siamo talmente invaghiti di questa parola, che spesso quando la usiamo siamo convinti di pensare tutti alla stessa cosa, crediamo di essere allineati, non ci rendiamo conto invece che, nella realtà, ognuno nella propria mente sta immaginando qualcosa di diverso, magari simile per certi aspetti ma mai uguale. Mi chiedo, ma è così importante essere normali? Comportarsi da normali? Vivere da normali?
Tutto quello che non è considerato normale, inconsapevolmente è bandito, esiliato, condannato, etichettato. Viviamo nell’illusione che il mondo sia normale, e tutto quello che va al di fuori dell’idea di normalità, è qualcosa che non dovrebbe accadere…

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Non esiste un solo tipo di Intelligenza: scopri il tuo!

Dott.ssa Claudia Casalboni
Pensiamo sempre all’intelligenza come ad una facoltà esclusivamente cognitiva, mentre in realtà esistono molteplici altre manifestazioni dell’intelligenza.
Siamo abituati a pensare all’intelligenza come ad una facoltà solo di tipo cognitivo, che prevede la capacità di risolvere problemi e raggiungere obiettivi, formulare ragionamenti logici o pensieri astratti, comprendere ed apprendere. In realtà, questa definizione racchiude solo una delle manifestazioni dell’intelligenza: lo psicologo Howard Gardner ne ha identificate ben 9.
Ciò che è più importante sapere non è quanta intelligenza si possiede, ma quale: ognuno di noi ha il dovere e il diritto di riconoscere la propria e di esprimerla al meglio; chi non è consapevole delle potenzialità di cui è provvisto, non potrà metterle a frutto e sarà sempre governato da una spiacevole sensazione di insicurezza ed incapacità. Liberare e seguire la propria tendenza naturale è il modo migliore per raggiungere l’auto-realizzazione e la soddisfazione di sé…

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Credi possibile seguire il cammino tracciato da altri, solo se ti ritieni una macchina

Pensi sia possibile seguire il cammino tracciato da altri,  solo se ti ritieni una macchina, stampata e normalizzata al pari delle altre.
Questa convinzione si poggia su una convinzione generalizzata: “siamo tutti uguali”. Ma è una falsa credenza. Evidentemente non siamo affatto tutti uguali. Nulla lascia intendere questo.
Peraltro sin da piccoli ci insegnano di come ci siano persone migliori e peggiori, più intelligenti e meno intelligenti, più buone e meno buone, più forti e meno forti…

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