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Il futuro distopico della Cina

di Carlo Peroni
Potremmo chiederci se è la Cina a essere come “Black Mirror” o se, invece, è la serie antologica di fantascienza distopica a ispirarsi al “Paese del Dragone”.
Ormai viviamo nel futuro, anche se noi occidentali abbiamo preferito trovare una fuga mentale in un’idea completamente distorta di passato e tradizione. In Cina, la tradizione non è d’intralcio a nessuno: il paese, come molti altri stati asiatici, è in fuga spedita verso il futuro.
Ma quale futuro? Senza gli intralci di privacy e diritti civili (tranquilli: sembra che anche qua da noi verranno presto superati) la Cina riesce a centralizzare qualsiasi decisione politica in modo efficiente. Senza doversi preoccupare di lacci e lacciuoli, dei pesi e dei contrappesi tipici delle obsolete democrazie liberali, lo Stato Centrale cinese può imporre le proprie decisioni ai suoi 1,4 miliardi di abitanti. È un bene? È un male? Sicuramente è qualcosa a cui dovremmo iniziare a pensare, perché il futuro del pianeta è nelle mani dei paesi asiatici e non più in quelle dei paesi occidentali…

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Intelligenza artificiale: la grande bellezza e il lato oscuro

di Fabio Chiusi
Gli sviluppi, sempre più rapidi, dell’intelligenza artificiale richiedono un’etica, una politica, una visione del rapporto tra tecnologia ed esseri umani in cui la prima sia al servizio dei secondi e non viceversa.
La questione è già oggi concretissima. Un esempio? Il 7 maggio scorso in Florida, Joshua Brown, quarant’anni, si trova alla guida della sua amata Tesla modello S. Visto, vettura dotata di funzioni di autoguida; il pilota è un entusiasta degli sviluppi dell’intelligenza artificiale per l’automobilismo, come testimoniato dai suoi stessi video su YouTube, quindi, si concede la visione di un film della saga di Harry Potter su un lettore DVD portatile. Agli ostacoli, ne è certo, penseranno il radar e il sistema di visione computerizzata di cui è dotato il veicolo, che consente una modalità di guida nel traffico e frenata automatica, mentre la macchina va a tutta velocità…

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Una società di psicopatici: bambini al parco che giocano con lo smartphones!

Genitori che non sanno più dare delle regole ai propri figli, non sanno più giocare e parlare con loro e non hanno tempo da dedicargli. Non vogliono perdere tempo e sbuffano ad ogni occasione. Si limitano a mettere nelle mani dei bambini, anche piccolissimi, strumenti tecnologici devastanti oppure li piazzano davanti alla TV.
La causa dei disturbi del linguaggio, dell’attenzione, dei comportamenti nei bambini? Gli schermi di tv, smartphones, tablet ecc… Siamo circondati da una massa di ritardati e pazzoidi e siamo in pochissimi a cercare di risvegliare la coscienza di questi zombies. Cosa che, vista la situazione, resterà una chimera ancora per molto, perché questi goggetti sono convinti che sia tutto normale. “Lo fanno tutti!”, “Tutti hanno problemi!”, “Tutti lo utilizzano!”, “Tutti, tutti, tutti…” rispondono intelligentemente. In sostanza, una società dove il nulla totale ha la meglio…

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La DARPA e il modem nella corteccia cerebrale

La DARPA ha sviluppato un chip da impiantare nel cervello per creare Realtà Virtuali.
Quanto scritto in questo articolo non è Fantascienza. Sta capitando proprio adesso ed è l’inizio di una rivoluzione tecnologica molto più grande ed ampia dell’avvento di internet in tutto il pianeta.
L’Agenzia dei Progetti di Ricerca Avanzata della Difesa degli Stati Uniti (DARPA), agenzia che lavora per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, sta sviluppando un dispositivo “rivoluzionario” (chiamiamolo così…) che promette di cambiare il volto del mondo e la natura propria dell’umanità.
La DARPA sta lavorando attivamente per lo sviluppo di un modem nella corteccia cerebrale, un dispositivo che si collegherà direttamente con il cervello e trasmetterà immagini senza passare attraverso il sistema ottico, cioè per gli occhi, né avrà bisogno di occhiali speciali, né di altri simili dispositivi…

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La tecnologia ci “diminuisce”?

di Otto Lanzavecchia
Come la tecnologia ci influenza, secondo Jonathan Safran Foer e Marshall McLuhan.
“Vi siete mai sorpresi a sospendere la chiamata con un vostro caro, per accettarne una da un numero sconosciuto? Avete mai confuso solitudine e isolamento? […] Volete accettare quella chiamata, volete avere una email a cui poter rispondere, volete – o addirittura desiderate – il suono di un messaggio insignificante?” Così lo scrittore Jonathan Safran Foer, ci invita a riflettere sul nostro rapporto con la tecnologia.
Non è una novità che il piccolo schermo degli smartphone sia una parte ormai insostituibile delle nostre vite. Come non è strano che, all’alba della diffusione di nuove tecnologie, vi sia una resistenza collettiva, frutto della paura dell’ignoto. È successo con la tivù, con i videogiochi, con i social, e a distanza di qualche anno pare che la nevrosi si sia estinta. Negli Stati Uniti, la culla di questa tecnologia, l’82 per cento delle persone ha uno smartphone, e le stime globali puntano al 44%. L’aspetto davvero preoccupante, però, è l’analisi sul lungo termine: in che modo siamo cambiati? Il cambiamento ci ha peggiorati?…

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I robot ci sostituiranno? Dal controllo elettronico al “disboscamento” degli umani

di Enrica Perucchietti
I robot ‘uccideranno’ un sacco di posti di lavoro, perché in futuro queste mansioni verranno svolte dalle macchine“.
L’allarme viene da Davos, dove Jack Ma, fondatore e principale azionista del sito di commercio on line Alibaba, ha denunciato il fatto che l’Intelligenza Artificiale è una “minaccia” per gli esseri umani e che presto i robot cancelleranno milioni di posti di lavoro, “perché in futuro queste mansioni verranno svolte dalle macchine“. Macchine che, a differenza dei lavoratori umani, non devono essere pagate, non soffrono la stanchezza, la fame o la depressione. 
Si tratta dell’ennesimo allarme sui pericoli dell’automazione che proviene da un uomo d’affari e pioniere nel campo delle nuove tecnologie: Ma, come molti nomi illustri prima di lui, si è detto preoccupato per il futuro dell’umanità. “La tecnologia“, ha spiegato, “dovrebbe sempre fare qualcosa per potenziare le capacità della gente, non diminuirle“…

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Gli scienziati contro le “armi intelligenti” che potrebbero distruggere l’umanità

Le “armi intelligenti” sono dispositivi bellici capaci di scegliere autonomamente, senza l’aiuto di un essere umano, i propri bersagli.
Alcuni fra i più importanti scienziati, tra i quali lo studioso Stephen Hawking, il capo del Center for Intelligent Systems di Berkeley, Stuart Russell, il cofondatore di Apple, Steve Wozniak e il direttore delle ricerche di Google, Peter Norvig, hanno già firmato l’appello promosso dal Future of Life Institute, intitolato “Autonomous Weapons: an Open Letter from AI & Robotics Researchers”, che si schiera contro lo sviluppo non ragionato delle “armi autonome”.

Si tratta di veri e propri dispositivi bellici capaci di scegliere in autonomia, senza l’aiuto di un essere umano, i propri bersagli e che, ad oggi, sembrano rappresentare un futuro…

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Io, un’aliena senza smartphone, vedo voi tutti così

di Erica Vecchione
Non avere uno smartphone nel 2017, è come trovarsi ad una festa dove sono tutti ubriachi tranne te, è come iscriversi a una lezione di balli latinoamericani ed essere l’unica fuori tempo. I movimenti del tuo corpo e la scelta della tua comunicazione scorrono su un canale diverso, su un binario morto.
Per certi versi è una posizione privilegiata perché ci si affaccia al mondo da una finestra nascosta, un falso specchio dove tutti gli altri – affaccendati con il naso all’ingiù – ignorano la tua presenza. Sempre più spesso, quando osservo l’umanità che mi circonda e che mi attraversa senza degnarmi di uno sguardo, ritrovo un immenso magma di gente che compie gli stessi gesti, che parla allo stesso modo, che si assomiglia sempre di più.
L’omologazione iperbolica dovuta agli smartphones (non più strumento di comodo per telefonare o lavorare, ma vero veicolo sociale) inizia da bambini per emulazione, vedendo i propri genitori ossessionati dal telefono, antagonista potentissimo capace di rubar loro la scena…

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Ecco come sarà il mondo nel 2035, secondo l’intelligence americana

di Michele Crudelini
L’intelligence USA ha delineato come potrebbe essere il mondo nel 2035. Diciotto anni possono sembrare un lasso di tempo molto breve per poter osservare dei cambiamenti radicali. Eppure molti osservatori sono concordi nel ritenere i prossimi venti/trent’anni come i più rivoluzionari di tutta la storia del genere umano.

Inoltre basta guardarsi alle spalle e osservare i cambiamenti avvenuti nei vent’anni precedenti, per verificare come tale lasso di tempo sia più che sufficiente per dei mutamenti radicali. Diciotto anni fa il mondo doveva ancora assistere al crollo delle Torri Gemelle, alla conseguente guerra al Terrore, agli interventi militari in Afghanistan, Iraq e Libia, nonché alla crisi finanziaria del 2008. Insomma cambiamenti sconvolgenti.
Il

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Ma come viviamo?

Come viviamo? Quali sono le nostre angosce, le velleità, le motivazioni delle nostre scelte? Come spendiamo il nostro tempo quotidiano? Ad inseguire quale bandiera? Quanto siamo affezionati e vincolati dalle nostre nevrosi, personali e collettive? Quanta importanza diamo al denaro, alla presunta logica, alla sedicente razionalità?
Interrogativi di fondo del nostro vivere (sopravvivere ormai) cosiddetto civile, massificato, prevedibile, scontato. Una vita contemporanea senza angosce è solo possibile con l’assunzione di droghe, legali od illegali che siano. Il nostro Io interiore si rifiuta infatti di accettare la mole di compromessi e rinunce proprie dell’agire contemporaneo…

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