I Bambini e la Pandemia: una Generazione bruciata e Pronta a Ubbidire
di Cristina Gauri
Le restrizioni anti-Covid hanno colpito soprattutto i più giovani, che riportano diversi deficit fisici e cognitivi. I numeri fanno rabbrividire e gettano una fosca luce sul futuro delle nostre società.
Se smettessimo per un attimo di pensare ai bambini come a “piccoli esseri umani”, mettendoci nell’ordine di idee che proprio a loro è affidata l’eredità e la costruzione del mondo futuro, dovremmo cominciare seriamente a spaventarci. Il dramma non sta solo nel fatto che stiamo per consegnare loro un mondo a pezzi: non gli stiamo nemmeno fornendo gli strumenti per (ri)costruirlo.
I due anni di pandemia, nello specifico, hanno privato i più giovani – dai piccolissimi fino agli adolescenti – di quella parte di sfera emotiva e sensoriale che contribuisce allo sviluppo di tutta una serie di capacità-base, il cui deficit renderà estremamente drammatico affrontare le sfide a cui saranno chiamati.
Due anni di didattica a distanza, lockdown, misure schizoidi e di nessuna utilità sanitaria, hanno sacrificato almeno due generazioni: segregate, criminalizzate, private del diritto al gioco e alla socializzazione, spaventate a morte da una terrordemia spietata e da genitori ancora più terrorizzati…