Outsider

di AM (Weltanschauung Italia)
Mi capita sempre più spesso di camminare per la mia città e di sentirmi un’estranea.
Vedo ragazzini tatuati e bestemmianti che strozzano pitbull al guinzaglio; madri che spingono passeggini contenenti fagotti silenziosi assorbiti da video demenziali proiettati a ciclo continuo; accattoni che inseguono la gente per la strada per vendere fazzoletti, ombrelli e braccialetti; alle orecchie arrivano suoni di lingue sconosciute, sentire l’italiano, ormai, anche in una città di provincia, è una rarità.
Agli angoli dei palazzi crescono erbacce, i marciapiedi sono luridi e sbrecciati; tante saracinesche sono tirate giù oppure, laddove c’era un negozio, al suo posto hanno aperto una finanziaria…

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Non sei un loro simile

di ZeRo
Ho passato anni come un umano in borghese, gironzolando curiosamente in mezzo agli umani che sognavano fantasie spirituali sul divenire ciò che già erano.
Sapevo che ero nettamente diverso da loro. Sapevo che ci separava un abisso invalicabile, loro non erano come me, né io ero come loro… non ero più uno di loro, non ero un loro simile.
Sapevo che ero in grado di comunicare con loro solo nel senso più superficiale del termine. La mia comunicazione con loro si basava su ricordi che oramai erano in rapida dissolvenza: la loro lingua e le loro abitudini mi erano completamente estranee, a tal punto da sentirmi in imbarazzo – per loro, non per me – anche nelle circostanze più comuni. Sentivo il loro imbarazzo, lo stesso imbarazzo che un bruco prova di fronte ad una farfalla…

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