L’Incertezza della Scienza

di Fabio Fracas
“Se una cosa non è scientifica, non significa che sia inutile, stupida, o sbagliata”. (Richard Phillips Feynman)
Richard Phillips Feynman, fu uno dei più importanti fisici del Novecento. Nel 1965, fu insignito – assieme al giapponese Sin-Itiro Tomonaga e all’altro americano Julian Schwinger – del Premio Nobel per la Fisica, “per il lavoro fondamentale svolto nell’elettrodinamica quantistica, con profonde conseguenze per la fisica delle particelle elementari”.
Sia il suo approccio alla ricerca sia la sua visione della conoscenza, erano oggetto di continue riflessioni e così, nell’aprile del 1963 durante una conferenza tenuta presso l’Università di Washington, Feynman pronuncio un discorso destinato a rivoluzionare lo stesso pensiero scientifico: “L’incertezza della scienza”…

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I “Biofotoni”: la Salute viene dalla Luce

di Marìca Spagnesi
Tutti gli esseri viventi, animali, piante, batteri ed esseri umani, emettono luce. I “Biofotoni” sono i “quanti” (minuscoli concentrati di energia) di luce che irradiamo e che hanno un ruolo decisivo nell’evoluzione dell’attività bioelettrica del cervello. In che modo possono esserci utili?
Gli impieghi possono essere diversi e importantissimi: dalla medicina per la diagnosi e il controllo di possibili patologie, all’agricoltura, al controllo delle proprietà degli alimenti e le qualità delle sementi, alla biologia e alle scienze ambientali. In particolare, i biofotoni potrebbero avere un ruolo determinante, e non invasivo, nella diagnosi precoce delle patologie tumorali. Tuttavia, nonostante se ne conosca l’esistenza dal 1923, sembra che la nostra società non sia ancora pronta a capire le implicazioni di profondo cambiamento che rappresentano.
Ne parliamo con il Prof. Paolo Manzelli, Professore ordinario di Chimica Fisica e Presidente di EGOCREANET (ONG), presso l’Incubatore dell’Università di Firenze…

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Albert Einstein, lo scienziato che osservava “i Pensieri di Dio”

di Francesco Agnoli
Albert Einstein fu un genio reso “umilissimo” dalla coscienza dell’ultima “inaccessibilità dei misteri del cosmo”.
La scoperta delle onde gravitazionali ha rilanciato l’interesse per la figura di Albert Einstein. Peccato che, come spesso accade in questi casi, i miti, le leggende e i luoghi comuni finiscano per rendere incomprensibile a molti chi sia stato e cosa pensasse davvero il grande fisico ebreo.
Del resto gli è capitato così sin dal principio: la difficoltà di comprendere cosa fosse questa benedetta “relatività” generò nei suoi confronti un’immensa ammirazione (anche da parte di chi non la capiva), ma anche un profondo odio. Così per i tedeschi nazisti, compresi due Nobel per la Fisica come J. Stark e P. Lenard, Einstein non era altro che un ciarlatano, che voleva sconvolgere, con la sua “fisica ebraica”, la “fisica ariana” e la sapienza tedesca.
Analogamente, per i comunisti, egli era, con Eddington, Heisenberg e Lemaître, il propugnatore di una “fisica clericale”, “borghese”, “idealista”, anti-materialista. In altre parole, di una filosofia vecchia, spacciata per scienza. Erano gli anni in cui nell’Urss i sostenitori della genetica di Mendel, della relatività, del Big Bang venivano perseguitati, perdevano le cattedre e talora finivano uccisi (vedi Julian Huxley, La genetica sovietica e la scienza)…

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“Bioprinting” di tessuti viventi complessi in pochi secondi

Il Bioprinting volumetrico consente in solo pochi secondi di scolpire forme complesse di tessuto in un idrogel biocompatibile contenente cellule staminali.
Gli ingegneri dei tessuti creano organi e tessuti artificiali che possono essere utilizzati per sviluppare e testare nuovi farmaci, riparare i tessuti danneggiati e persino sostituire interi organi del corpo umano. Tuttavia, gli attuali metodi di fabbricazione limitano la loro capacità di produrre forme libere e raggiungere un’elevata vitalità cellulare.
I ricercatori del Laboratory of Applied Photonics Devices (LAPD), della School of Engineering dell’EPFL (Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne), in collaborazione con i colleghi dell’Università di Utrecht, hanno messo a punto una tecnica ottica che richiede solo pochi secondi per scolpire forme complesse di tessuto in un idrogel biocompatibile contenente cellule staminali. Il tessuto risultante può quindi essere vascolarizzato aggiungendo cellule endoteliali…

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Decodificati i “Software genetici” che sviluppano gli organi

di Norbert Ciuccariello
Finalmente decodificati i programmi genetici che controllano lo sviluppo degli organi nei mammiferi.
Una scoperta epocale quella presentata nei due studi, pubblicati sulla rivista Nature, da una collaborazione internazionale guidata da Henrik Kaessmann dell’Università di Hidelberg, in Germania: per la prima volta sono stati decodificati i programmi genetici che controllano lo sviluppo degli organi nei mammiferi, uomo incluso: sviluppati dall’evoluzione a partire da un unico ‘software’ genetico ancestrale risalente ad oltre 200 milioni di anni fa, sono finemente regolati da particolari molecole di Rna, che introducono le differenze specie-specifiche, soprattutto, nelle fasi terminali dello sviluppo…

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Le Onde Gravitazionali sono la Memoria dell’Universo

di Giulia Bonelli
Le Onde Gravitazionali lasciano il segno. Secondo una nuova ricerca guidata dalla Cornell University statunitense, le affascinanti increspature dello spazio-tempo già ipotizzate da Einstein oltre un secolo fa, lascerebbero dietro di loro una testimonianza del loro passaggio nel cosmo.
Osservate per la prima volta nel 2016, esse hanno cambiato il modo di studiare il nostro universo. Lo studio, pubblicato su Physical Review D, attribuisce alle onde gravitazionali la capacità di alterare lievemente la regione di spazio che attraversano, imprimendo così nell’universo una sorta di ricordo prolungato. Questo permetterebbe agli scienziati di rilevare le onde gravitazionali anche parecchio tempo dopo il loro passaggio, quando non sono tecnicamente più alla portata degli interferometri come Ligo e Virgo

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Scoperte le “stelle” del nostro Cervello, gli Astrociti

Sembravano solo collanti tra neuroni invece si sono rivelate cellule essenziali per un corretto sviluppo e funzionamento neuronale, svelando informazioni importanti sul sistema neurologico.
Si è scoperto come nascono le “stelle” del cervello: sono gli astrociti, cellule così denominate per la loro tipica (ma non unica) morfologia stellata. A lungo considerate come un semplice ‘collante’ tra neuroni, sono in realtà essenziali per il corretto sviluppo e funzionamento neuronale e capire la loro origine aiuterà a comprendere i disturbi dello sviluppo del sistema nervoso, come indica lo studio pubblicato sulla rivista Plos Biology dal gruppo di ricerca di Annalisa Buffo del Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi (Nico) dell’Università di Torino…

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Questi ricercatori hanno creato la prima “Vita artificiale Quantistica”

di Daniel Oberhaus
“Abbiamo portato gli eventi assurdamente sofisticati che chiamiamo vita nel regno delle scale atomiche e microscopiche… e ha funzionato.”
Per la prima volta, un team internazionale di ricercatori ha utilizzato dei computer quantici per creare vita artificiale – una simulazione di organismi viventi che gli scienziati possono utilizzare per comprendere la vita dal livello delle popolazioni complessive fino, direttamente, alle interazioni cellulari.
Con i computer quantistici, i singoli organismi viventi rappresentati a livello microscopico attraverso dei qubit superconduttivi sono stati fatti “accoppiare”, interagire con il loro ambiente e “morire”, per creare un modello dei principali fattori che influenzano l’evoluzione.La nuova ricerca pubblicata su Scientific Reports l’ottobre scorso, è un traguardo che potrebbe aiutare a comprendere se l’origine della vita possa essere spiegata attraverso delle meccaniche quantiche, una teoria della fisica che descrive l’universo in termini di interazioni tra particelle subatomiche.Modellare la vita artificiale quantica, è un nuovo approccio ad una delle più vessanti domande della scienza: come fa la vita ad emergere dalla materia inerte, come nel caso del “brodo primordiale” di molecole organiche che una volta esisteva sulla Terra?…

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C’è Vita dopo la Morte?

“C’è vita dopo la morte?” È la domanda delle domande, quella che tutti almeno una volta nella vita ci siamo posti, chi prima, chi dopo, chi in un momento di difficoltà, chi in seguito alla perdita di una persona importante.
La letteratura ha provato a dare qualche risposta: pensiamo soltanto a “Lincoln nel Bardo” di George Saunders, uscito lo scorso anno, o allo stesso Dante nella “Commedia”. Tutto resta però nell’ambito della finzione e l’uomo, come si sa, vorrebbe certezze, spiegazioni concrete. Alcuni ricercatori della Alabama State University e della University of Washington, su BiorXiv hanno pubblicato uno studio intitolato “Accurate Predictions of Postmortem Interval Using Linear Regression Analyses of Gene Meter Expression Data”, attraverso il quale hanno tentato di dimostrare che la risposta è affermativa. Insomma sì, c’è la vita dopo la morte…

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L’Ossessione per il Cibo dipende anche dai batteri intestinali

La tendenza al mangiare per piacere o per dipendenza piuttosto che per fame, sembra dipendere anche dall’influenza che alcuni batteri intestinali riescono a produrre su alcune aree del nostro cervello collegate al meccanismo di “ricompensa”.
La conferma dello stretto legame tra cervello, intestino e comportamento, arriva da uno studio pubblicato su PLOS One. Alcune aree della rete della ricompensa del cervello, come il “nucleo accumbens” e l’amigdala, sono note per determinare i comportamenti alimentari.
I ricercatori dell’Università della California a Los Angeles, le hanno analizzate tramite scansioni di risonanza magnetica funzionale, in 63 partecipanti sani che hanno anche completato questionari per misurare la loro propensione alla dipendenza da cibo. Quindi, hanno raccolto e analizzato campioni fecali di queste persone per determinare la presenza di particolari metaboliti intestinali, ovvero sostanze prodotte dai batteri…

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