Alla ricerca di un immaginario positivo in un’Italia depressa

La storia ci insegna che il nostro Paese è sopravvissuto riadattando di epoca in epoca la propria estetica immaginativa. È giunto il momento per un immaginario collettivo positivo, che non irrigidisca paure, arroccamenti, chiusure.
Un Paese chiuso e rancoroso: è questa l’immagine dell’Italia che viene fuori dalle ricerche di Censis e Conad. Il risentimento, l’invidia nei confronti dell’altro si espande tra i social network e nei diversi anfratti della vita quotidiana. L’altro, spesso lo straniero, diventa oggetto di odio ingiustificato: ci si sfoga prendendosela con chi è più in basso di noi nella scala sociale.
E ciò accade perché il problema principale del nostro Paese è l’ascensore sociale bloccato. Se nasci povero muori povero. La percezione dei cittadini è che l’aiuto politico, la conoscenza, provenire da una famiglia ricca, aiuti molto di più nella vita che rimboccarsi le maniche e studiare. Dallo stereotipo, alla realtà…

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Perdona i tuoi genitori, hanno fatto del loro meglio

Perdonate i vostri genitori per le loro carenze affettive, per il tempo di scarsa qualità che vi hanno dedicato, per tutto il dolore che vi hanno causato, a volte, maltrattandovi… in fondo, hanno fatto ciò che potevano.
Anche ora forse starete subendo le conseguenze delle azioni dei vostri genitori, che vi fanno male, che vi fanno provare rancore, tuttavia, se ci pensate bene, i vostri genitori hanno fatto del loro meglio e forse anche voi, al posto loro – con il loro bagaglio di esperienze e nella loro situazione – avreste fatto lo stesso.
Perdonate i vostri genitori… non hanno potuto fare di meglio
Non hanno saputo fare di meglio, perché nessuno ha insegnato loro a svolgere quel ruolo importante che hanno deciso di adottare. Sappiamo che forse vi sarà capitato di pensare quella frase che molti dicono: “Potevano evitare di mettermi al mondo, allora!”

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