Emilia Romagna: La Misura è Colma, l’Esasperazione è Tanta
di Renata Lizzi per ComeDonChisciotte.org
“Le promesse nel fango” dopo l’alluvione: Una storia di contrasti politici, ritardi e incapacità, di delusioni e amarezze.
L’alluvione in Romagna ha rappresentato un’emergenza eccezionale, provocata da eventi meteo indubbiamente straordinari, abbattutisi su un territorio notoriamente a rischio idrogeologico, che quindi hanno avuto un impatto e provocato danni imprevisti e imprevedibili: la terza catastrofe naturale del 2023, secondo il Global Catastrophe Recap (Ignazi 2023).
L’impatto è stato inatteso e distruttivo sul territorio delle province di Forlì-Cesena e Ravenna, le più colpite da frane, esondazioni, allagamenti estesi di residenze e campi coltivati, strade e autostrade, con vite stroncate dalla furia inaspettata delle acque. La conta dei danni è impressionante: sarebbero 5.885 gli interventi di somma urgenza subito da avviare, relativi a viabilità, territorio, fiumi, canali e reti; 726 le strade provinciali e comunali interrotte totalmente o parzialmente; 936 le frane (in buona parte nella provincia di FC); ben 23 i fiumi e i canali esondati; 70.300 gli edifici coinvolti (privati e pubblici, di questi 1.890 per frane); 14.200 le imprese (soprattutto piccole e esercizi commerciali) e 12.000 le aziende agricole parte delle quali con danni pluriennali (RER 2023).
La risposta politica non è stata all’altezza della gravità della situazione purtroppo: dopo i primi annunci di solidarietà e di vicinanza, nelle settimane successive a quelle dei primi soccorsi è sembrata compromessa la necessaria collaborazione e lo stretto coordinamento fra governo centrale e enti regionali e locali…