Cittadini-Consumatori

di Guendalina Middei
Sparta fu l’emblema nel mondo antico dell’efficienza, della forza, dell’obbedienza e della repressione del dissenso.
“A Sparta il figlio se era deforme e poco prestante veniva gettato dal baratro del monte Taigeto, poiché né per sé stesso né per la città era meglio che vivesse. Di tutte le città della Grecia, Sparta è l’unica a non aver lasciato all’Umanità né uno scienziato, né un artista né un poeta. Forse gli spartani, senza saperlo, eliminando i loro neonati troppo fragili, hanno ucciso i loro musici, i loro poeti, i loro filosofi.”
Chi tra voi non ha visto almeno una volta nella vita la “Creazione di Adamo” di Michelangelo o ascoltato una sonata di Beethoven? Molti dicevano che Caravaggio fosse pazzo, e lo stesso dissero di Beethoven, di Michelangelo, persino di Socrate! Perché? Perché non vivevano come gli altri pretendevano che vivessero. Perché questi uomini sentivano e pensavano in modo diverso. Cosa c’entra con Sparta?…

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Il Nuovo Schiaffo della Lagarde ai Lavoratori

di Diego Fusaro
Stipendi a rischio? Arriva l’ultima trovata della BCE…
Troppe persone non hanno ancora compreso cosa sia l’Unione Europea. Molti infatti ritengono che l’UE sia il compimento di un sogno, di un progetto, l’idea di un’Europa unita nel segno della democrazia e della fraternità. Queste sono ottime idee e in nome di queste idee che dobbiamo contrastare l’Unione Europea, gelido mostro tecnocratico, belva selvatica all’insegna del neoliberismo.
Basti pensare a una delle ultime notizie che giungono da Bruxelles. Leggo su Adnkronos: “Salari più alti contro l’inflazione. Ecco perché la BCE si oppone”. L’articolo spiega perché l’UE si sia opposta all’idea dell’innalzamento dei salari.
L’Unione Europea spiega che i salari non devono aumentare…

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Lettera agli Insegnanti

Prof. Francesco Benozzo
Care colleghe, cari colleghi, da più di un anno e mezzo mi trovo, direi ormai mio malgrado, in prima linea per combattere la versione monocorde della storia “pandemica”.
Ho pubblicato circa 30 interventi di carattere militante, ho pubblicato tre libri – due dei quali tradotti ora in più lingue, l’ultimo dei quali scritto a quattro mani con un professore, Luca Marini, ben più autorevole di me – su un’idea evidentemente non allineata di scienza, dissidenza e poesia. Ho fatto concerti, alcuni credo importanti, per raccontare una storia diversa.
All’Università di Bologna, dove ho – o ho avuto – l’onore di insegnare, sono stato censurato per avere espresso la mia libertà di pensiero, dalle stesse autorità accademiche che mi chiedevano di organizzare manifestazioni pubbliche, in nome della libertà di pensiero, per il nostro sventurato studente Patrick Zaki (che un qualche dio benedica te, ragazzo, insieme a chi si trova nella tua condizione in modo anche più anonimo).
Insegno con grande consapevolezza la Filologia sulla cattedra che fu prima di Giosue Carducci e poi di Giovanni Pascoli. In nome di questa consapevolezza, vengo ora al punto…

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La fine della Realtà… verso un Mondo “Iperreale”

di Francesco Plaino
Le moderne tecnologie digitali stanno influenzando in modo diffuso la nostra percezione del mondo. Molte delle nostre esperienze della vita quotidiana sono anticipate e mediate da un gran numero di dispositivi multimediali. Così, la realtà viene letta, o meglio ri-letta, continuamente attraverso logiche digitali e mediali.
In questo modo, le nuove modalità di comunicazione non solo determinano le nostre aspettative e condizionano le nostre reazioni nei confronti della realtà, ma creano una vera e propria “Iperrealtà”. Quest’ultima, come descritta dal sociologo e filosofo francese Jean Baudrillard, è come un velo che permea la realtà, la quale finisce per perdere valore, soffocata dalla perfezione del digitale.
L’iperrealtà definisce dei modelli che esistono solo in luoghi virtuali, esistono solo in quanto simulazioni. In tal modo, la società delle immagini trova nel mondo digitale e multimediale una sorta di luogo sicuro, virtuale, dove genera una “realtà alternativa” distaccata dall’esperienza umana, senza più riferimenti a essa…

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Target: “Encefalogramma Piatto”!

di Massimo Mazzucco 
C’è una battaglia sottile e invisibile, ma molto importante, che si sta combattendo oggi nel mondo: è la battaglia per ottenere l’appiattimento progressivo del nostro cervello. Essa mira ad annullare qualunque asperità di pensiero che si opponga in qualche modo al trionfo del pensiero dominante.
Da quando esiste Internet la gente si sta facendo più sveglia, ma insieme alla presa di coscienza collettiva, ci sono anche molte persone che vivono alcune paure che prima non conoscevano. Molti temono, ad esempio, l’appropriazione indebita delle nostre informazioni personali da parte di Big Data. Altri temono che la teoria gender finirà per annullare le differenze fra il mondo maschile e quello femminile. Altri ancora, temono che verremo tutti microchippati, con conseguente perdita della libertà individuale. Eccetera eccetera. Ma tutte queste sono paure grossolane, palesemente visibili, e in quanto tali relativamente facili da fronteggiare: basta stare attenti a non mettere in giro i propri dati personali, uno pensa, ed ecco che il problema della privacy è risolto…

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Edificare una rinnovata Civiltà di Resistenza

di Antonio Percoco e Marcello Vezzoli
È oramai palese (il decreto 61 sulla scuola lo testimonia) che lo scopo inconfessabile del sistema di potere, è quello di dare alla luce una generazione incapace di partorire un pensiero critico autentico.
Un pensiero critico basato sulla molteplicità delle cognizioni di causa e delle loro reazioni, razionali e controllate, contro il caos imperante che, utilizzando ogni sorta di strumento diabolico, di arte riprovevole, tende a progettare (usiamo questo termine, poiché di fatto, costituisce un articolato “progetto distruttivo” pianificato in tutte le manifestazioni, in cui l’umano agire determina e si determina nel proprio vivere sociale e politico, infettato e diretto dal “pensiero unico” dominante ed ultraliberale) l’inerte prototipo dell’essere umano schiavo, spersonalizzato e irrazionale, incapace di edificare una “civiltà della resistenza”…

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Liceo di 4 anni: la scuola veloce che piace ai padroni

 di Matteo Saudino
Liceo di 4 anni: serve una scuola veloce che riduca al minimo le conoscenze e il pensiero critico, che sviluppi neutre e asettiche competenze da offrire al mercato del lavoro.
In Italia si sa, ogni Ministro dell’Istruzione vuole passare alla storia per aver promosso e attuato una riforma che innovi il sempre vetusto e inadeguato ai tempi, sistema scolastico. Dalla scuola dell’autonomia di Berlinguer, alla buona scuola dell’alternanza lavorativa di Renzi-Giannini, dalla scuola delle tre I (internet, inglese, impresa) della Moratti, alla snella scuola-azienda della Gelmini, abbiamo assistito a variopinti tentativi di rendere la scuola italiana del presente e del futuro più moderna ed efficiente, nonostante essa avesse nel ciclo della primaria e nei licei un punto di forza formativo ammirato in tutto il mondo…

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Mediocri di tutto il mondo vi siete uniti. E avete vinto!

Il filosofo canadese Alain Deneault

di Sara Ricotta Voza
Parla il filosofo canadese Alain Deneault, autore del longseller internazionale “La mediocrazia”: L’unico antidoto è il pensiero critico”.
Alain Deneault è nato a Outaouais, Quebec, nel 1970. I suoi studi si sono concentrati sulla filosofia tedesca e francese del XIX e XX secolo, in particolare sull’opera di Georg Simmel.
Il mondo è dei mediocri. Sarà che è un assunto non difficile da sperimentare – e anche consolatorio per spiegarsi certi successi o insuccessi ugualmente distanti dalle vette del genio e dagli abissi dell’indegnità – ma il saggio “La mediocrazia” del filosofo canadese Alain Deneault, a un anno dall’uscita, è ormai un longseller internazionale…

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Democrazia totalitaria

Dittatura finanziaria

di Tommaso Segantini
Alcune caratteristiche tipiche dei regimi totalitari del passato, sono tuttora presenti nelle nostre società occidentali.
Quando si parla di totalitarismo o di regimi totalitari, oggi, si fa generalmente riferimento al fascismo, al nazismo o al comunismo sovietico del Novecento. Sono stati scritti infiniti libri sulle caratteristiche di queste società etichettate, giustamente, totalitarie. Alcune di queste caratteristiche sono, per esempio, la repressione dei dissidenti (basti pensare ai gulag sovietici), l’uso della violenza per creare terrore, o l’uso massiccio della propaganda, in grado di controllare il pensiero e quindi le vite degli individui.
Lo scopo di questo articolo è di mostrare come alcune caratteristiche tipiche dei regimi totalitari appena citati, che ci appaiono lontani, appartenenti ormai solo alla storia passata, siano invece tuttora presenti nelle nostre società occidentali. È importante sottolineare che

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