Spagna, Irlanda e Norvegia Riconoscono Ufficialmente lo Stato di Palestina

di Dario Lucisano
Mercoledì 22 maggio i Paesi di Irlanda, Norvegia e Spagna hanno annunciato il proprio riconoscimento ufficiale della Palestina, comunicando che a partire da quel momento inizieranno tutti i procedimenti formali dovuti, perché il riconoscimento prenda piena effettività il 28 maggio.
A comunicarlo sono i Primi Ministri dei rispettivi Paesi, apparsi in conferenza stampa alle 09.00. Il Governo norvegese, inoltre, ha rilasciato un comunicato in cui spiega le proprie motivazioni e annuncia che “altri Paesi” si accoderanno a tale decisione, a conferma dell’annuncio congiunto firmato anche da Malta e Slovenia il passato 22 marzo.
Di tutta risposta, il Ministro degli Affari Esteri Israeliano Israel Katz ha pubblicato un post su X in cui comunica di avere “ordinato l’immediato richiamo degli ambasciatori israeliani in Irlanda e Norvegia”, lanciando ai due Paesi un “chiaro messaggio: Israele non resterà in silenzio davanti a coloro che minano la sua sovranità e mettono a repentaglio la sua sicurezza”

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Un’Escalation in Israele Potrebbe Innescare una Reazione a Catena

di Aleksandr Dugin
I palestinesi non hanno alcuna possibilità in una guerra del genere, perché non possono distruggere Israele o infliggergli una sconfitta militare significativa, ma anche Israele non ha nulla per cui combattere.
La Palestina è tecnicamente territorio israeliano che non controlla e non può controllare in nessun caso. È altrettanto impossibile distruggere fisicamente tutti i palestinesi.
Se fossimo in una situazione internazionale diversa, i palestinesi potrebbero contare sulla compassione della sinistra internazionale, ma gli Stati Uniti sono guidati da neocons e globalisti. Di certo non si preoccupano dei palestinesi, anche se non sono nemmeno troppo vicini alle politiche nazionaliste di Israele.
Ma è la reazione a catena – e soprattutto il comportamento degli Stati islamici (in primo luogo Iran, Turchia, Arabia Saudita, altri Stati del Golfo ed Egitto) – che potrebbe essere la logica continuazione. O almeno, questo è ciò che gli strateghi di Hamas potrebbero aver avuto in mente quando hanno deciso di iniziare il conflitto…

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La Guerra implacabile di Israele contro i Bambini di Palestina

di Ilan Pappe
“L’umanità ha il dovere di dare al fanciullo il meglio di sé stessa”. Preambolo, Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo (1959)
Più della metà della popolazione che vive in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza ha meno di 18 anni; infatti, si può tranquillamente affermare che la metà degli abitanti della Cisgiordania occupata e della Striscia di Gaza assediata sono bambini. Chiunque conduca una guerra contro questi due territori, attraverso la demolizione delle case, gli arresti senza processo, la politica di sparare per uccidere e le umiliazioni, sta conducendo una guerra contro i bambini.
A volte, intere brigate militari dell’esercito israeliano, accompagnate da unità d’élite, polizia di frontiera e polizia inseguono un bambino e, nella maggior parte dei casi, lo uccidono o, se va bene, lo arrestano.
Se c’è qualcosa che è cambiato negli ultimi anni in quella che finalmente le Nazioni Unite sono state disposte a chiamare “colonizzazione della Palestina”, è l’intensificarsi della politica israeliana di “sparare per uccidere”…

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Moni Ovadia: “la Politica di Israele è infame, strumentalizza la Shoah”

di Franco Cardini
L’artista Moni Ovadia sugli scontri a Gerusalemme: “Io sono ebreo ma le vittime sono i palestinesi abbandonati da tutti”.
In una intervista Moni Ovadia commenta l’escalation di violenza in Medio Oriente che è sfociata in una lunga notte di bombardamenti tra Israele e la Striscia di Gaza: “La politica di questo governo israeliano è il peggio del peggio. Non ha giustificazioni, è infame e senza pari. Vogliono cacciare i palestinesi da Gerusalemme est, ci provano in tutti i modi e con ogni sorta di trucco, di arbitrio, di manipolazione della legge. È una vessazione ininterrotta che ogni tanto fa esplodere la protesta dei palestinesi, che sono soverchiamente le vittime, perché poi muoiono loro, vengono massacrati loro”

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L’ennesima beffa contro il Popolo Palestinese

di Antonello Boassa
Si è consumata l’ennesima beffa contro il popolo della Palestina ad opera di Stati Uniti e Israele.
Mentre l’ipocrita civiltà occidentale “piange” la “giornata della memoria” che nulla ha di commemorativo per le vittime del nazismo, mentre molto ha di feroce e di preparatorio per nuovi assalti contro le vittime di oggi e di domani, si è consumata l’ennesima beffa contro il popolo della Palestina ad opera di Stati Uniti e Israele.
Coloni sionisti, già in stato di esaltazione – abituati e autorizzati a compiere azioni violente nei confronti dei palestinesi, da parte della comunità internazionale e di organizzazioni internazionali quali l’ONU – hanno incendiato una scuola, gettando materiale incendiario dentro una delle classi. Tali azioni, ovviamente, per i nostri media, sono “azioni di difesa” contro il “terrorismo quotidiano” palestinese.
La beffa consiste in un accordo stipulato senza la controparte palestinese

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Musulmani e Cristiani uniti: a Betlemme producono il “Vino della pace”

di Silvana Palazzo
A Betlemme il “Vino della pace”: musulmani e cristiani uniti, lavorano insieme nella Cantina Cremisan. “Qui sono tutti fratelli”, spiega l’enologo Riccardo Cotarella.
I salesiani hanno trovato un modo per unire popoli divisi da religione e politica. In Palestina, hanno costruito una cantina, dove lavorano operai musulmani e cristiani. Insieme producono il “vino della pace”.
La cantina Cremisan, nata da un convento costruito nel 1995 a Betlemme, è un luogo di convivenza pacifica. Non mancano le misure di sicurezza, ma sono soft. Il veneziano don Pietro Bianchi racconta al Corriere della Sera di essersi liberato “degli sceriffi con giubbotto anti proiettile che urlavano tutto il giorno“. Il clima deve essere sereno per produrre un vino che viene venduto anche a Gerusalemme…

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