“Intelligenza” Artificiale: il Nuovo, Elettrizzante Brivido per Postmoderni Annoiati

di Matteo Donadoni
La scienza si è ridotta a tecnica prima, e poi a raccolta di fenomeni di applicazione statistica e a fantasie con pretese teleologiche. Una di queste fantasie è la ricreazione artificiale dell’intelligenza umana, con la sottesa e malcelata soddisfazione di farsi demiurgo più preciso del Padreterno.
“Padre Patrauld, professore di matematica, era molto affezionato a Bonaparte e orgoglioso di averlo per allievo. Invece gli altri professori, nelle cui materie il ragazzo corso non era altrettanto brillante, lo snobbavano” (G. Gerosa, Napoleone, Milano 2001, p. 25).
Che significa in questo caso “corso”?
A) Nato in Corsica
B) Che segue un corso di studi
C) Che agisce di corsa, frettoloso, superficiale
D) Corsaro
E) Corsivo…

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La Maschera dell’Intelligenza Artificiale

L’AI ci aiuterà a svolgere compiti ripetitivi, aiutandoci a liberare energie creative per altre occupazioni. Tale affermazione, piuttosto diffusa tra gli “AI-fans”, è banalmente falsa: ad aiutare le persone nei loro calcoli, c’è già il computer. E soltanto il computer può avere questa funzione.
L’AI, è invece semplicemente – e molto più banalmente – il pensiero delle élites dominanti. È l’AI a darci le risposte “giuste” alle nostre domande, è l’AI a dire ad un medico “cosa deve fare”, “come si evolverà una malattia”, “quali terapie somministrare”. È sempre l’AI, dietro la maschera della maggiore efficienza, a “suggerire” ad un insegnante come impostare una lezione, di cosa parlare, quali temi affrontare, e soprattutto, come parlarne.
L’AI quindi non aiuta nessuno, ma – e questo è certo l’unico compito – si sostituisce al pensiero umano, affinché esso si strutturi nell’unica modalità possibile: quella della mafia tecnologica, meramente interessata alla mercificazione di ogni forma vivente…

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