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Intercettazioni, una Vergognosa Legge che ci toglie la Privacy

di RadioRadioTV
Una strategia del capitalismo contemporaneo denominata “ChocEconomy”, è più volte stata utilizzata nella storia recente per effettuare cambiamenti rapidi nelle società.
Si tratta di cogliere uno stato di choc politico, sociale, economico o sanitario per generare scenari permanenti e irreversibili.
Che fine ha fatto ad esempio la riforma del Mes che doveva concludersi proprio in questo periodo? Gli italiani sono consapevoli delle conseguenze del nuovo decreto sulle intercettazioni già approvato in senato e che verrà convertito in queste ore di confusione generale?
Parliamo di un decreto che autorizza l’uso dei trojan, ovvero dei captatori informatici presenti nei telefonini o nei dispositivi portatili: un modo per farci entrare nel Grande Fratello Orwelliano…

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Ecco perché sono necessari gli Stati Generali per l’Italexit

di Davide Mura
Diciamocelo francamente: il neoliberismo pervasivo che geneticamente connota il dibattito politico italiano, rende oggi l’Italexit una mera chimera. Attualmente nessun partito politico che abbia sufficiente consenso elettorale crede nell’Italexit, perché mancano le basi culturali e costituzionali per perseguirlo.
Limitandomi ai partiti che con faciloneria vengono considerati “populisti” e addirittura “euroscettici”, l’evidenza è chiara. Se confrontassimo la determinazione dell’Ukip di Farage con i suddetti partiti italici, si noterebbe l’abisso. Il partito di Farage ha perseguito con determinazione e convinzione il programma della brexit, ha dominato il dibattito pubblico nazionale inglese e ha riscosso quel consenso necessario per imporlo e portarlo al vaglio del popolo inglese, che si è poi pronunciato a favore con un referendum.
Da noi, i partiti cosiddetti “populisti” criticano la UE, ma non la mettono in discussione: non pongono al centro del loro programma politico l’Italexit, assumendosi questa come necessaria e ineludibile; né pongono al centro della loro proposta politica qualsiasi azione utile a ripristinare la piena democrazia costituzionale, che richiede la piena sovranità economica, monetaria e politica, e dunque inevitabilmente l’italexit…

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Sul MES gli accademici italiani sono autentici ingenui… o fanno finta di esserlo

di Pasquale Cicalese
Gli accademici degli ultimi 25 anni sono autentici ingenui o fanno finta di esserlo; in questo senso, l’economista Alberto Quadro Curzio la fa da padrone da decenni. Questi, sull’Huffington Post sostiene che non bisogna avere paura del MES, purché accompagnato da Eurobond.
È la famosa questione del safe asset, l’asset sicuro obbligazionario che manca a livello europeo. Ora, Quadro Curzio, Prodi, lo stesso Savona, non vogliono capire che la Germania non consentirà mai la creazione di un Eurobond, perché vuole che tutti nell’eurozona comprino il bund, il titolo di Stato tedesco, da considerarsi il più sicuro e perciò stesso unico safe asset.
Un altro safe asset è quello olandese, segue quello francese, ma solo perché la Germania lo sostiene finanziariamente, tant’è che ha un’alta percentuale di debito pubblico francese. Quello italiano è in balia delle onde e così viene strutturato in modo da convincere banche italiane e risparmiatori italiani a comprare titoli di Stato tedeschi e olandesi. Titoli di Stato che hanno rendimenti negativi, cioè compri 100 ti ridanno in un decennio 77. La gente lo sa che ci perde ma compra lo stesso perché è terrorizzata dal crollo italiano ed europeo…

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“MES”, Lega all’attacco di Conte: “Riferisca qui o in tribunale”

di Nico Di Giuseppe
Rissa sfiorata alla Camera tra Fdi, Lega e Pd. Seduta sospesa. Meloni: “Il Parlamento è stato totalmente scavalcato”.
Bagarre, con tanto di sospensione della seduta decisa dal presidente Roberto Fico, nell’Aula di Montecitorio sul Meccanismo europeo di stabilità. Le opposizioni – Fratelli d’Italia in testa, con Giorgia Meloni – hanno chiesto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di riferire nell’emiciclo sulla riforma del Mes.
Il deputato del Partito democratico, Piero De Luca, ha preso la parola e ha sostenuto che in realtà le trattative sul Mes sono andate avanti da mesi, anche durante il governo gialloverde, e quindi anche con la “complicità”, “la consapevolezza” – a suo avviso – di Matteo Salvini. Il che ha provocato la rivolta, in particolare del parlamentari del Carroccio, al grido di “venduti, venduti”

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