L’Orrore e la Sua Rimozione

di Andrea Zhok
Dalle notizie che sono giunte domenica sera a Rafah l’esercito israeliano ha bombardato le tende degli sfollati poste accanto ai magazzini dell’UNRWA (United Nations Relief and Works Agency).
Il numero dei morti e dei mutilati è indefinito, ma l’ordine di grandezza è del centinaio. Non è naturalmente il primo crimine di guerra di vaste proporzioni, in mondovisione, di cui l’IDF si macchia. Il rischio di assuefarsi all’orrore è perciò elevato. Un bambino straziato o orfano è difficile da reggere se visto da vicino; ma quando entriamo nell’ordine delle decine con cadenza quotidiana per mesi, l’intollerabilità può tradursi in fuga mentale, rimozione…

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Netanyahu Cerca l’Escalation

di Davide Malacaria
L’attacco all’ambasciata iraniana di Damasco poteva far scattare l’escalation. Teheran risponderà a freddo, evitando la trappola.
L’assassinio del generale Reza Zahedi (nella foto) in un edificio dell’ambasciata iraniana di Damasco, assassinato insieme ad altri membri delle guardie rivoluzionarie, supera un’altra delle linee rosse che normalmente hanno limitato la portata dei conflitti del Secondo dopoguerra, evitando al mondo escalation ingestibili (il mondo guidato da regole esisteva prima dell’89; dopo il crollo del Muro, le regole sono state riscritte a uso e consumo degli Usa…).
Anzitutto perché Israele ha colpito un alto ufficiale di una nazione non ufficialmente in guerra. Per analogia, è come se la Russia uccidesse il capo del Pentagono o il Segretario della Nato perché gli Usa sostengono con armi, intelligence e tanto altro l’Ucraina. E per di più all’interno di una nazione sovrana, anch’essa non ufficialmente impegnata nel conflitto in corso, e infrangendo le norme riconosciute da tutto il mondo che fanno delle sedi diplomatiche luoghi inviolabili…

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