Chi erano gli “Scemi di Guerra”?

di Marta Erba
Ce n’era uno quasi in ogni famiglia. Erano l’eredità (a lungo rimossa) della Prima guerra mondiale: uomini tornati dal fronte sotto shock, con gravi disturbi mentali.
Durante e dopo la Prima Guerra Mondiale migliaia di soldati furono ricoverati per disturbi mentali: negli ospedali si trovavano reduci estraniati e muti, che camminavano come automi, con i muscoli irrigiditi. La gente li chiamava ingiustamente “scemi di guerra”. Ma chi erano davvero?
Le cartelle cliniche parlavano di “tremori irrefrenabili”, di “ipersensibilità al rumore”, di “uomini inespressivi, che volgono intorno a sé lo sguardo come uccelli chiusi in gabbia, che camminano con le mani penzoloni e piangono in silenzio o che mangiano quello che capita, cenere, immondizia, terra”

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“Ogni volta che ne salviamo uno… stiamo chiudendo un manicomio”

Prof.ssa Vincenza Palmieri
Quando 40 anni fa con la Legge Basaglia furono chiusi i manicomi, si dette un grosso smacco alla psichiatria nazionale ed internazionale.
Senza entrare nel merito di quelle che sono state poi anche le derive stesse della Legge Basaglia, essa ha rappresentato con grossa evidenza un momento storico. Non a caso, la ricordiamo come una delle più importanti Leggi emanate nel nostro Paese e – consci di una portata che è andata ben oltre – come un fatto epocale in sé.
Rappresentò, infatti, una svolta non solo riguardo la chiusura stessa dei manicomi, ma anche sul fronte della percezione e del sentire da parte del Governo e della Popolazione intera…

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Le foto dell’ex Ospedale psichiatrico di Volterra

di Daniel Santucci
Poco distante dal cuore pulsante di Volterra si nasconde “la bocca dell’inferno” o “il luogo del non ritorno”.
Ovviamente sto parlando dell’ex manicomio di Volterra, un ospedale psichiatrico edificato nel 1887, dove terapie invasive come l’elettroshock e la lobotomia erano all’ordine del giorno.
Negli anni ’50 e ’60 era uno dei manicomi più grandi di Italia, con oltre 100.000 mq di volume. Dal 1978, dopo la Basaglia (legge che impose la chiusura definitiva dei manicomi), i tanti padiglioni giacciono nel più totale abbandono, ormai meta preferita di turisti, fotografi e curiosi…

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