Un punto di non ritorno per il Diritto Internazionale: Polizia Usa fa irruzione nell’Ambasciata Venezuelana per arrestare i pacifisti che la proteggevano

La co-fondatrice del movimento pacifista “CodePink”, Medea Benjamin, ha denunciato giovedì 16 maggio come la polizia metropolitana di Washington (MPD) abbia fatto irruzione illegale nella sede dell’Ambasciata venezuelana, per sgomberare con l’uso della forza i 4 attivisti rimasti all’interno.
“La polizia irrompe nell’Ambasciata venezuelana per arrestare illegalmente il Collettivo di protezione in violazione della Convenzione di Vienna. Si è rotto il diritto internazionale”. (URGENT: Police breaking into embassy now to arrest the #EmbassyProtectionCollective. Call press. Go there!!! – Medea Benjamin (@medeabenjamin) 16 maggio 2019. BREAKING NEWS: Police breaking into Venezuela Embassy to illegally arrest #EmbassyProtectionCollective, in violation of Vienna Convention. Breaking international law – Medea Benjamin (@medeabenjamin) 16 maggio 2019)…

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Minà: stampa vile, oscura l’infame assedio del Venezuela

Un drammatico tentativo di “regime change”, al culmine di un assedio spietato. Da sei anni, cioè dalla morte di Hugo Chavez, il Venezuela è stretto nella morsa imperiale degli Usa. Vero obiettivo: mettere le mani sulla Pdvsa, la compagnia petrolifera statale.
Per inciso: il Venezuela dispone della maggior riserva di petrolio al mondo. Altro da aggiungere? Certo, a pesare è l’insipienza del governo Maduro, che è solo l’ombra del leader “bolivariano” a cui è succeduto. Ma sarebbe assurdo non vedere – come fa la grande stampa – a quali difficoltà è stato costretto, l’esecutivo di Caracas, dalla micidiale macchina del “Washington Consensus”.
Lo afferma un grande giornalista come Gianni Minà, per lunghi anni rivoluzionario conduttore di programmi che hanno fatto la storia della televisione italiana. Intervistato da Fabrizio Verde per “L’Antidiplomatico”, Minà si schiera senza esitazione dalla parte di Maduro, che nella regione è sostenuto da paesi come il Messico e Cuba, la Bolivia e l’Uruguay…

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