Usa: “see you soon”, Donald

di Francesca Musacchio
Eccentrico, imprevedibile, volubile ma soprattutto odiato dal mondo radical chic e politicamente corretto.
Dopo 4 anni, Donald Trump lascia la Casa Bianca e la presidenza degli Stati Uniti d’America. Anni di rottura, vissuti dagli Stati Uniti sempre sulle montagne russe guidate da un presidente diverso da quello che l’establishment mondiale preferisce. Anni che hanno cambiato profondamente l’America, anche se i suoi detrattori non lo ammetteranno mai.
Ma Trump, il tycoon, è anche il presidente che chiude il suo mandato senza guerre. Invece il premio Nobel per la pace, Barack Obama, (che paradosso…) in 8 anni di mandato, ha coinvolto gli Stati Uniti in svariati conflitti.Si dirà: questo non basta a salvare l’immagine di un presidente che si è comportato da razzista (inasprendo i controlli sulla frontiera con il Messico e vietando l’ingresso in Usa di cittadini provenienti da Paesi musulmani… ma anche ponendo uno sbarramento ai trafficanti di esseri umani e bambini), sovranista…

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Il “Politicamente corretto” tollera tutto, tranne la Verità!

di Berlicche
Il Politicamente corretto non è nient’altro che il nome commerciale del nichilismo. Il presupposto su cui si basa è che nessuna verità possa essere espressa come se fosse una verità.
In altre parole, rispetto per tutto tranne che per ciò che è vero. Anche la menzogna più eclatante, anche la morale più immorale che si possa immaginare deve essere trattata con i guanti. Ma quali sono le basi per potere affermare che una simile pratica è corretta? Il politicamente corretto si proclama giudice unico di ogni valore, pretendendo di sedersi da solo sul trono. Un trono che non è quello del vero, ma del “fa’ come ti dico io… altrimenti”

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