Italia: oltre 1 milione di bambini in povertà assoluta

di Milena Castigli
Negli ultimi dieci anni sono triplicati passando dal 3,7% del 2008, pari a 375 mila, al 12,5% del 2018.
In Italia sono oltre un milione e 260 mila i bambini che vivono in condizioni di povertà assoluta; negli ultimi dieci anni sono triplicati: passando dal 3,7% del 2008, pari a 375 mila, al 12,5% del 2018. Di questi bambini: 563 mila vivono nel sud, 508 mila al nord e 192 mila al centro. A denunciare la condizione dei minori in Italia è Save the Children nell’ “Atlante dell’Infanzia a rischio”, diffuso in occasione del lancio della campagna ‘Illuminiamo il futuro” per il contrasto alla povertà educativa.
Si tratta – viene spiegato nella pubblicazione curata da Giulio Cederna e dal titolo ‘Il tempo dei bambini’ – di un record negativo tra i Paesi europei che ha visto un peggioramento negli anni più duri della crisi economica, tra il 2011 e il 2014, quando il tasso dei bambini in povertà assoluta passò dal 5% al 10%. Stesso trend anche per quei bambini e adolescenti che fanno parte della cosiddetta “povertà relativa”: nel 2008 erano 1.268.000 e a 10 anni di distanza sono aumentati a 2.192.000…

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L’Unicef: una truffa colossale!

I soldi devoluti all’Unicef, finiscono quasi tutti in stipendi faraonici, mega-ville, alberghi di lusso e super-campagne pubblicitarie. E ai bambini… solo le briciole!
I dati che ci arrivano sono davvero spaventosi, e se confermati, potremmo quasi osare dire di trovarci davanti ad una vera e propria truffa! In Italia, solo per gli stipendi e le campagne promozionali si brucia quasi la metà dei soldi raccolti. Per non parlare dei costi delle strutture, che proprio in Italia sono tra i più elevati, basti pensare solo alle megaville che Unicef possiede a Roma.
Altra stranezza riguarda il fatto che, in Italia, l’Unicef non destini nemmeno un euro dei suoi doldi ai piccoli profughi che giungono sulle nostre coste. Eppure, in altri parti del Mondo l’Unicef è molto attivo in tal senso. Il punto è che i soldi di Unicef Italia finiscono quasi tutti bruciati tra costi dell’associazione e burocrazia…

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Tra scuola e natura: i consigli di Maria Montessori

di Iliana Morelli
Maria Montessori aveva colto l’importanza delle attività didattiche svolte all’aperto, al di fuori delle aule scolastiche. Perché il bambino deve vivere la natura facendone esperienza in prima persona.
Nel 1909, Maria Montessori, nel suo primo libro “Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini”, dedica un intero capitolo a “La natura nell’educazione”, perché considera la natura un importante elemento da integrare nella sua visione pedagogica della realtà scolastica. Lei stessa definisce il bambino come “il più grande osservatore spontaneo della natura, il quale ha indubbiamente bisogno di avere a sua disposizione un materiale su cui agire”

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Come sta il tuo bambino interiore? Abbraccialo e riconciliati con lui

Come sta il tuo bambino interiore? Abbraccialo e riconciliati con lui

di Luz  Ivonne Ream
Se il nostro bambino interiore è ferito, la nostra parte adulta non si svilupperà in modo sano.
L’infanzia è una fase cruciale per lo sviluppo della nostra personalità. È il periodo in cui tutto ciò che acquisiamo definirà chi saremo. Ci aiuterà cioè nel nostro sviluppo generale come persone, tenendo conto che mente, corpo e spirito saranno sempre perfettamente uniti tra loro.
Durante l’infanzia impariamo ad avere idee chiare, in modo da poter discutere – e non solo ad avere opinioni – sul mondo, sull’uomo, sulla vita. Impariamo a distinguere il bene dal male, basandoci su valori che ci permettono di formare giudizi e quindi di comportarci in base ad essi.
È la fase in cui i nostri genitori sono i nostri eroi, i modelli da seguire, le figure che ci danno sicurezza e che ci fanno sentire amati e apprezzati (anche se, purtroppo, a volte accade il contrario)…

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Dov’è la casa del mio amico?

Iran paesaggio

“Dov’è la casa del mio amico?”
È la trama di un film del regista iraniano Abbas Kiarostami, un atto d’accusa contro l’educazione autoritaria e repressiva impartita da una società arcaica, a un’infanzia cui non è riconosciuto nemmeno il diritto di essere ascoltata.
Ahmad è un bambino che vive in uno sperduto paese dell’Iran. Il suo maestro è un inflessibile docente che mantiene la disciplina con eccessiva severità e che non ammette, soprattutto, errori e dimenticanze. Un giorno, a lezioni finite, Ahmad si accorge che il quaderno di un bambino spesso rimproverato dal maestro è finito per sbaglio nella sua cartella. Per evitargli l’ingiusta punizione, egli decide, allora, di riportarglielo…

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