Turismofobia

di Eugenio Benetazzo
Esiste un modo di dire tipicamente inglese, ossia “life & knife”, in riferimento al tipo di vacanza che si desidera fare e condividere. Per spiegarvi questo gioco di parole all’inglese è necessaria tuttavia una premessa introduttiva.
Per l’italiano medio quando si pensa alle tanto sospirate vacanze estive, solitamente si immagina una qualche località costiera di turismo di massa, in cui si affitta un appartamento o una camera d’albergo praticamente a ridosso della spiaggia, in genere “first from the sea” o “primera linea de playa”.
Si tratta pertanto di una vacanza full immersion nella movida di una qualche località di balneazione, con il vantaggio di avere il mare e la sua spiaggia praticamente sotto casa, la possibilità di fare passeggiate sui vari lungomare disponibili e la disponibilità di molteplici attività di intrattenimento, svago e distrazione.
Questo è quello che in teoria ci si dovrebbe almeno aspettare. In pratica il quadro a consuntivo muta considerevolmente. La maggior parte degli italiani infatti si può permettere di andare in vacanza durante il mese di agosto o quando va bene nell’ultima settimana di luglio. Questo comporta che le tanto sognate località di mare, si trasformano durante tali periodi dell’anno in carnai umani a cielo aperto, in cui tutto quello che una vacanza dovrebbe offrire e dare rimane solo una effimera chimera…

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