L’Importanza dell’Identità

di Matteo Brandi
Perché ricordare chi siamo è essenziale per aprirci al mondo.
Tra le grandi menzogne che ci vengono propinate dagli aedi del pensiero unico ve n’è una particolarmente odiosa: per dialogare col mondo si deve annullare, disconoscere e persino demonizzare la propria identità.
Basterebbe applicare un po’ di sano senso critico per accorgersi di quanto sia sbagliato questo pensiero, tuttavia viviamo l’epoca della follia istituzionalizzata e dunque talvolta sottolineare l’ovvio è necessario. Sull’entrata del Tempio di Apollo a Delfi, in Grecia, era iscritta una massima che ancora oggi splende in tutta la sua saggezza: gnōthi seautón, ovvero “conosci te stesso.” I padri della filosofia, non a caso, erano ben consci dell’importanza della coscienza di sé, essenziale per instaurare un rapporto vero sia con la propria persona che con gli altri…

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“Puoi Essere ciò che Vuoi”: l’Epoca dell’Identità Psicologicamente Disturbata

di Matteo Fais
Non è strano imbattersi, in particolare sui social, in elogi della possibilità di essere qualsiasi cosa si preferisca, a seconda di come ci si sveglia, del giorno, dell’ora, del secondo, seguendo l’umoralità più instabile e lunatica.
Addirittura, qualcuno invitava a prendere con serenità il fatto di identificarsi ieri con Mercoledì Addams e, oggi, con Barbie, cioè con dei personaggi della finzione, di film o produzioni della ricca industria culturale. Precisamente stava scritto “Potete essere tantissime cose e non c’è nulla che non va”.
Una delle principali caratteristiche dell’essere umano è certo quella di non essere mai fino in fondo sé stesso. Per quanto il soggetto possa impegnarsi in un ruolo, egli non è mai ciò che è come questo tavolo è…

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Chi sono Io? Storia dello sconosciuto che abita in noi

Dott.ssa Marta Cricelli
Capita di non riconoscerci nelle parole con cui gli altri ci descrivono. O di non voler essere come siamo. Che fare dunque quando la nostra identità sfugge o ci tiene in trappola?
Non vi è mai capitato, chiacchierando con un amico, di ritrovarvi a dire frasi come “io sono sempre stata così…” oppure “è un mio tratto, una mia caratteristica”? Perché è tanto facile definirci nella vita di tutti i giorni e poi, quando accade qualcosa di nuovo, destabilizzante, magari traumatico, o al contrario inaspettatamente bello, ci ritroviamo in crisi perché non sembriamo più gli stessi? È davvero possibile, e soprattutto desiderabile, darci delle etichette?
La considerazione da cui vorrei partire, è che l’identità dipende dai legami e dagli accadimenti del reale. Dunque “la nostra identità è assai poco identica”. È, invece, sensibile a impatti che la modificano, ed è in perenne costruzione.

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