Per la sua Criptovaluta, Facebook chiama a raccolta big come Visa e Mastercard

È così… mentre gli Stati Nazionali sovrani non possono più battere moneta, colossi come Facebook  si fanno la propria moneta e in questo modo diverranno i nostri Padroni.
Facebook chiama a raccolta Visa e Mastercard, ma anche PayPal Holdings e Uber Technologies. Queste società investiranno circa 10 mln di dollari ciascuna, attraverso un consorzio con il quale gestiranno la valuta.
In tutto, almeno una dozzina di società, tra cui quelle sopra elencate, hanno riferito che investiranno nella nuova criptovaluta che Facebook lancerà la prossima settimana. Secondo quanto riferito da fonti a conoscenza dei fatti, quindi, le società investiranno circa 10 mln di dollari ciascuna.
Gli investimenti saranno impiegati per finanziare la creazione della nuova valuta che si baserà su una serie di valute emesse dal governo statunitense, per evitare grosse oscillazioni che hanno impattato altre criptovalute…

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La Patrimoniale è scritta nell’Agenda dei Globalisti. Monti, Draghi e Cottarelli sono solo esecutori

di Alberto Rovis
Da sempre ci sono politici di professione che propongono una “Patrimoniale secca” come panacea di tutti i mali. Dal loro punto di vista, tassare una tantum il patrimonio immobiliare degli italiani, permetterebbe di riequilibrare la situazione tra ricchi e poveri, a beneficio della maggioranza.
Il problema è che la patrimoniale non è efficace se applicata soltanto ai ricchi, in quanto produce entrate fiscali molto limitate. In primo luogo perché i ricchi sono pochi e la maggior parte risiede all’estero. In secondo luogo perché i ricchi sanno come spostare altrove i loro capitali quando sentono odore di patrimoniale. E sanno anche come nascondere la propria ricchezza dietro società di comodo, prestanome, enti, fondi comuni, fondi immobiliari, fondi chiusi, ONG, Onlus. Loro, o meglio, i loro consulenti e commercialisti, sanno come gira il mondo e come difendersi da ogni attacco del fisco…

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La globalizzazione ha fallito: se ne stanno rendendo conto tutti

Tutti quanti in coro, politici, economisti, banchieri ed esperti di ogni risma e colore, hanno decantato per anni la bellezza del processo di globalizzazione mondialista, vantandone le improbabili virtù taumaturgiche e millantando un futuro migliore, senza più confini e diseguaglianze, nel quale l’uomo nuovo avrebbe potuto vivere serenamente, sgravato da tutto il peso dei retaggi del passato.
Hanno continuato a farlo mentre l’opinione pubblica, abbandonati i sogni con cui si era tentato di vestire l’immaginario collettivo, iniziava a prendere coscienza di una realtà fatta di guerra fra poveri, di lavoro precario, di accentramento della ricchezza, di atomizzazione dell’individuo, di perdita dell’identità. E di fronte a questo stato di cose, prima sommessamente e poi man mano con maggior vigore, iniziava a guardare alla globalizzazione scoprendone il vero volto, costituito dall’appiattimento dell’essere umano e delle sue peculiarità, sull’altare di un progresso utile solamente per ingrassare a dismisura le già pingui fatture della misera élite deputata a gestirla…

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Finita l’indignazione non resta che l’impotenza!

Sottomissione dei popoli

di Eugenio Orso
Non resta che scegliere fra una nuova comunità di amici che non si occupa di politica e di Stato e un ampio portico cosmopolita sotto il quale ripararsi, sognando la città universale. Se ci fossero, naturalmente.
Il “riflusso nel privato” si compie in tutta la sua tragicità, l’individuo è solo e ripiega in se stesso anziché ribellarsi. Tutti i movimenti, negli ultimi decenni, sono falliti miseramente, schiacciati sotto il peso della globalizzazione finanziaria neocapitalista, che predilige gli individui impotenti, impossibilitati ad aggregarsi e reagire, docilmente soggetti alla legge di mercato.
Pacifisti, altermondisti e infine indignados hanno fatto un buco nell’acqua e sono scomparsi quasi del tutto, senza lasciare traccia. Cornuti e mazziati, si potrebbe dire, perché il loro “nemico”, guerrafondaio, globalista, liberista come non mai, ha vinto su tutta la linea…

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