Microchip e altri esperimenti sociali… ecco cosa sta succedendo in Svezia

di Roberto Bridge
In Svezia è boom di esperimenti sociali: tra Microchip e Transgender, la Svezia è sulla via rapida per il suicidio nazionale.
Fiduciosi della convinzione di essere rappresentanti della “superpotenza morale” del mondo, gli svedesi continuano il loro pericoloso flirt con ogni nuovo esperimento culturale possibile. Questa politica è davvero ‘progressista’, oppure è la strada per la rovina nazionale?
In Svezia tutto sembra possibile tranne che esercitare il dissenso; dissenso verso l’onnipresente messaggio sociale che dice ai suoi cittadini di essere tolleranti verso ogni nuova moda culturale.
Si va dall’impiantare microchip sotto la pelle per permettere ai bambini di quattro anni di essere indottrinati in età prescolare, al nuovo concetto di transgenderismo.
Migliaia di svedesi sono già stati sottoposti all’impianto di piccoli microchip, tipicamente inseriti nella mano sinistra, che permetteranno loro la “comodità” di non portarsi più dietro le loro carte di credito, d’identità e le chiavi…

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La moderna “Inquisizione svedese”

Due pericolosi sovversivi

Quella che segue è la descrizione di una vicenda assurda, che solo pochi anni fa avremmo ritenuto impossibile potesse accadere in Europa. Eppure… Ancora una volta si parla della Svezia, di questo straordinario laboratorio a cielo aperto di ingegneria sociale, sempre più strisciante verso il totalitarismo. Quella forma particolarmente subdola che si esprime nel “politicamente corretto”.

Ce la racconta oggi sul suo blog “The Truth Barrier” Celia Farber, giornalista svedese-americana. Riassumo brevemente la storia, che avrebbe sicuramente entusiasmato Franz Kafka, e quindi vi propongo la traduzione in italiano dell’articolo, perché offre una visione straordinariamente vivida della catastrofe socialdemocratica, attraverso gli occhi e il racconto di due suoi diretti

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