Noam Chomsky: gli Stati Uniti minacciano la Pace nel Mondo

Noam Chomsky ha affermato che gli Stati Uniti stanno minacciando la pace nel mondo e che bisogna evitare a tutti i costi la guerra con l’Iran.
Il noto scienziato politico Noam Chomsky rifiuta le misure aggressive degli Stati Uniti contro l’Iran e accusa Washington di aver condannato la pace nel mondo. “L’Iran, è regolarmente descritto come la più grande minaccia della pace nel mondo, negli Stati Uniti. L’opinione globale, tuttavia, differisce: questa considera gli Stati Uniti la più grande minaccia”, ha appena dichiarato l’intellettuale americano.
Chomsky ha sottolineato che è facile inventare pretesti per giustificare aggressioni ad altri paesi, e ritiene indispensabile evitare la guerra con l’Iran, prima che sia troppo tardi. In questo contesto, ha criticato gli avvertimenti dei leader politici americani, i quali hanno affermato che tutte le opzioni sono aperte per attaccare il paese persiano, mentre, in realtà, è lo stesso governo degli Stati Uniti che viola la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale

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Trump: “L’Italia starebbe molto meglio fuori dalla UE”. (registrazione originale)

Lo ha veramente detto. Trump ha effettivamente detto che “L’Italia starebbe molto meglio fuori dall’Unione Europea, ma se vogliono restare…“.
Questo è avvenuto durante una interessante intervista di Nigel Farage a Donald Trump, alla radio di informazione britanica LBC. Il tema principale della conversazione era la Brexit, soprattutto la conclusione di un accordo di libero scambio fra Regno Unito e USA, che, secondo Trump, condurrà ad una moltiplicazione di quattro o cinque volte l’interscambio commerciale tra le due parti.
Ma, ad un certo punto, Trump parla anche dell’Italia: “Noi stiamo parlando di commercio, il vostro interscambio commerciale potrebbe essere quattro o cinque volte maggiore rispetto ad ora, e questo renderebbe la vostra nazione molto più grande economicamente rispetto a quanto è ora, perchè siete tenuti indietro dall’Unione Europea, e lo stesso accade ad altre nazioni nell’Unione, oltre alla vostra nazione, l’Italia ed altri stati farebbero francamente molto meglio senza l’Unione Europea… ma se vogliono un’unione va bene”

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Gli Usa vogliono spodestare Papa Francesco?

di Francesco Filipazzi
Gli Usa vogliono fare dimettere il Papa…
A dirlo non sono i soliti tradizionalisti spocchiosi che, tacciati di complottismo, imputano le dimissioni di Benedetto XVI alle pressioni di prelati vicini ad Obama, ma la grande stampa internazionale che paventa una congiura per fare dimettere Bergoglio.
Capofila di chi grida al complotto è “La Croix”, il quotidiano cattolico francese. Posto che tracce di questo complotto in realtà non se ne vedono, mentre di quello per far dimettere il predecessore ce ne sono molte, sembra ormai chiaro che la Chiesa cattolica sia al centro di tentativi, neanche troppo celati, di ingerenza da parte del potere politico.
Gli Stati Uniti, a quanto sembra, sono molto interessati a controllare il conclave e, come spesso fanno con i governi italiani, al cambio di inquilino della Casa Bianca cambiano anche le direzioni delle pressioni. Dunque Obama avrebbe spinto per il progressista Bergoglio, mentre Trump starebbe spingendo per un regime change, atto a porre sul Soglio di Pietro un pontefice più conservatore…

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La rivoluzione della verità: Marcello Foa alla guida della Rai

di LibreIdee
Che succederebbe, se diventasse presidente della Rai l’uomo che più di ogni altro, in Italia, ha denunciato le malefatte quotidiane degli “stregoni della notizia”? La nomina di Marcello Foa nel Cda di viale Mazzini, caldeggiata dalla Lega e appoggiata dai 5 Stelle, sarebbe semplicemente qualcosa di favoloso.
Gli “stregoni” ovviamente sono già al lavoro: da quelli de “L’Espresso”, querelato da Foa per aver insinuato che il giornalista possa aver avuto un misterioso ruolo nella presunta sparizione in Svizzera del “tesoro-fantasma” del Carroccio, all’Enrico Mentana che, a caldo, in prima serata al Tg de La7, ha presentato Foa – liberale, anticomunista e noto estimatore di Trump – come un intellettuale “non amico” degli Usa.
Un benvenuto a colpi di “fake news”, dunque, per il giornalista italiano, allievo di Indro Montanelli, che dal suo blog sul “Giornale” ha additato senza esitazioni le notizie false spacciate regolarmente per vere dai media mainstream a reti unificate. Notizie pesanti: dalle armi chimiche in Siria (mai usate da Assad contro i civili), alla foto straziante del bambino messicano in lacrime, presentato come profugo separato ferocemente dai genitori per colpa del perfino Trump, pur essendo invece solo un piccolo attore, impegnato in una drammatica performance di protesta in Texas. Marcello Foa alla guida della Rai? L’impossibile, che diventa possibile: qualcuno finalmente comincerà a dire che “il re è nudo”, e lo farà dagli studi del Tg1?…

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Il Sistema è prossimo al collasso… dalla Sicurezza Nazionale all’insicurezza vaccinale

di Marcello Pamio
“Stanno accadendo cose che voi sudditi non potete immaginare…”.
Anagrammare la citazione di “Blade Runner” diviene obbligatorio per descrivere quello che sta interessando gli Stati Uniti d’America. Talmente dirompenti sono alcuni eventi che giustamente nessun giornale, telegiornale o radio in Italia ne ha parlato. Quando ciò avviene, quando i megafoni del mainstream evitano di parlarne significa che l’affare è molto grosso!

Andiamo per ordine. Donald Trump è indubbiamente uno dei presidenti più criticati della storia americana. Non ci vuole poi tanto visto che non avendo filtri mentali gli drena fuori tutto dalla scatola cranica, per cui non riesce a celare l’arroganza, la tracotanza e l’ignoranza abissale; non può nemmeno nascondere il toupè…

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Multinazionali pro gender e migranti: la Silicon Valley patria del Neo-Comunismo

di Adriano Scianca
Qualche decennio fa, Giorgio Locchi e Alain de Benoist fecero scalpore con il loro saggio su “Il Male americano”, in cui arrivarono a definire Washington come “la capitale del neomarxismo”. All’epoca si poteva sorriderne, forse, ma oggi quell’intuizione ci sembra geniale.
Dovendo rifare oggi il punto della situazione, ci sarebbe solo da fare una piccla correzione: non Washington, ma la Silicon Valley è oggi il punto di riferimento del progressismo più spinto. Non è del resto un caso se esso coincida con il quartier generale del capitalismo globale.

È di pochi mesi fa la notizia che James Damore, ingegnere di Google, è stato licenziato in tronco dalla multinazionale, per aver pubblicato un documento di 10 pagine in cui ha affermato che donne e uomini sono…

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Ecco come sarà il mondo nel 2035, secondo l’intelligence americana

di Michele Crudelini
L’intelligence USA ha delineato come potrebbe essere il mondo nel 2035. Diciotto anni possono sembrare un lasso di tempo molto breve per poter osservare dei cambiamenti radicali. Eppure molti osservatori sono concordi nel ritenere i prossimi venti/trent’anni come i più rivoluzionari di tutta la storia del genere umano.

Inoltre basta guardarsi alle spalle e osservare i cambiamenti avvenuti nei vent’anni precedenti, per verificare come tale lasso di tempo sia più che sufficiente per dei mutamenti radicali. Diciotto anni fa il mondo doveva ancora assistere al crollo delle Torri Gemelle, alla conseguente guerra al Terrore, agli interventi militari in Afghanistan, Iraq e Libia, nonché alla crisi finanziaria del 2008. Insomma cambiamenti sconvolgenti.
Il

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La lotta mortale tra due ‘Americhe profonde’

Donald Trump

di Giulietto Chiesa
Questo popolo americano (la grande maggioranza) non piace all’America dei grandi giornali e della grandi tv mondiali, delle Banche e delle Grandi Corporations.
Una è quella che ha eletto Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Profonda perché rappresenta bene  il “popolo” americano. Non quello che da decenni ci viene raccontato instancabilmente dai corifei dell’America hollywoodiana, quella delle bollicine di superficie, quella della Coca Cola e di Silicon Valley, quella delle “modernità”, degli i-phone, della globalizzazione, della crescita, del progresso, dei consumi, dei record, del siamo i migliori, e siamo insostituibili.
Insomma: il popolo americano era ed è altra cosa rispetto a tutta questa paccottiglia propagandistica…

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È la fine… la Merkel ha un piano segreto per l’Europa

È la fine... la Merkel ha un piano segreto per l'Europa

di A. M. Rinaldi
“Non possiamo fidarci di Trump”, la Merkel  nasconde l’esistenza di un ‘Piano segreto’ per domiare l’intero Continente europeo.
Non vi nascondo che quando ho letto questo articolo su Il Sole 24 Ore del 29.5.17, mi è venuta la pelle d’oca perché immediatamente mi è ritornato in mente cosa scrissi nel 2013, in “Europa Kaputt (s)venduti all’euro” e che desidero ricordare:
“Ribadiamo ancora una volta che nutriamo grande rispetto e ammirazione per il popolo tedesco, ma abbiamo ancora timore che quando singole persone o gruppi si insidiano alla guida di quella nazione anche con mezzi democratici, pensando però che i metodi da loro adottati siano i migliori al punto da pretenderne l’imposizione ad altri, siamo più che legittimati a dubitarne e ad attivarci con tutte le forze ed energie possibili affinché questi loro disegni non vengano realizzati”

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Hanno “normalizzato” Trump

Donald Trump

di Marcello Foa
Verrebbe da dire: c’era una volta Trump…
C’era, fino a poche settimane fa, un presidente che prometteva un’America diversa da quella di Obama ma anche di Bush, di Clinton, di Bush padre. Un’America intenzionata a rompere nettamente con la dottrina neoconservatrice, che in nome della lotta al terrorismo e di un mondo migliore ha ottenuto, dal 2001 ad oggi, esattamente l’opposto: più instabilità in tutto il Medio Oriente, più fondamentalismo islamico, la nascita dell’Isis e una serie di attentati nelle capitali europee. Quell’America si proponeva di non essere più il poliziotto del mondo e pareva ansiosa di fare la pace con Putin.
Non fatevi ingannare dal rumore mediatico degli ultimi mesi: a disturbare l’establishment americano e quello Stato Profondo (Deep State) che in realtà governa l’America e che accomuna repubblicani e democratici, non era solo la persona di Donald Trump, quanto, soprattutto, le sue idee, quel progetto di America…

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