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Il Peccato Originale della Cerimonia d’Apertura delle Olimpiadi

di Rodolfo Casadei
Prima di kitsch, blasfemia, oscenità, conformismo e bruttezza, si è vista la negazione della permanenza dell’identità delle cose, l’affermazione della loro plasmabilità infinita: Parigi non era più Parigi. È questa l’ideologia contemporanea.
All’indomani della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici una gragnuola di commenti negativi si è abbattuta sugli organizzatori, colpevoli di aver dato vita con grande dispiego di mezzi a uno spettacolo contrassegnato da volgarità, kitsch, blasfemia, oscenità, conformismo ideologico, bruttezza. La polemica con coloro che invece lodano lo stile innovativo e i contenuti ideologici dello spettacolo, soprattutto i suoi aspetti dissacratori, andrà avanti per anni.
La farsa dell’Ultima Cena trasformata in convivio transessuale o di Maria Antonietta che canta con la sua testa decapitata in mano, il Dioniso più simile a un bevitore sovrappeso che al dio greco, la Guardia Repubblicana ridotta a fare da orchestrina danzante all’afrobeat di Aya Nakamura, gli accenni a una scena di sesso a tre, saranno citati per decenni come segni dell’improvvisa accelerazione della decadenza della Francia…

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