Blocco Navale o Blocco Mentale?

di Augusto Sinagra
Come tutte le vicende italiane dal dopoguerra ad oggi, esse o sono una farsa o sono una tragedia.
Ora mi riferisco alla questione della immigrazione clandestina e cioè intesa come violativa di ogni regola nazionale o europea. Mi riferisco alla vicenda dei Centri (due) di accoglienza allestiti in Albania. Sono costati una barca di soldi e realizzati per affidamento diretto senza alcun criterio di trasparenza. Il primo “utilizzo” di uno di questi due centri ha visto il trasferimento di 16 persone trasportate in Albania con una nave militare italiana con un costo di circa 250 mila euro. Probabilmente molto di più. Era più economico affidare il trasporto alla Società Costa Crociere…

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Guerra ibrida

di Maurizio Blondet
L’ondata dei clandestini dalla Libia è un atto di guerra ibrida. E quindi va trattato con i mezzi della guerra. Se non è troppo tardi.
Perfettamente cosciente di scrivere parole al vento, la soluzione del problema dei “migranti” esiste, e va adottata con urgenza: il problema va trasferito da “obbligo di salvare i naufraghi”, “accoglienza senza limiti”, “abbiamo bisogno di loro perché noi siamo vecchi” – insomma da tutta il viscido “umanitarismo” bergogliano e piddino ed eurocratico – alla categoria geopolitica cui veramente appartiene: la guerra ibrida.
L’ondata dei clandestini dalla Libia è un atto di guerra ibrida. E quindi va trattato con i mezzi della guerra. Se non è troppo tardi…

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La Libia mette nel mirino le Ong e il nostro Paese rifinanzia i suoi campi di detenzione

di Marco Dotti
Il Governo libico vara un decreto che criminalizza le ONG che operano in area Sar, mentre fra pochi giorni, senza un preciso intervento, assisteremo al rinnovo automatico dell’accordo Italia-Libia. Altri 50 milioni di euro l’anno finanzieranno i campi di detenzione al centro di documentate denunce di autorità internazionali e organizzazioni umanitarie.
“È un dittatore, ma è il nostro dittatore” si diceva di Gheddafi. Il lavoro sporco, le democrazie, se tali vogliono restare almeno nella forma, lo devono appaltare. Così, in Turchia, dove Erdogan riceve circa 6 miliardi dall’Europa per la “gestione dei profughi”, salvo poi minacciare: “vi manderemo 3 milioni di migranti, se ostacolerete le nostre operazioni” in Kurdistan (dichiarazione del 10 ottobre scorso).
Ma la Libia? La Libia non è diversa eppure, al tempo stesso, lo è. Non c’è un uomo forte al comando (blanda consolazione immorale), ma una serie di bande parastatali e un quasi-Stato che per molti versi ha il profilo di un anti-Stato…

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Centro immigrati bombardato: destabilizzare la Libia per far riaprire i porti italiani

Il 2 luglio, durante la notte, un centro di accoglienza di immigrati situato alla periferia di Tripoli e gestito dal governo, è stato bombardato. Le vittime sarebbero circa 40.
Sembra che gli autori dell’attacco facciano parte delle forze antigovernative che rispondono agli ordini di Haftar, il quale, ormai in evidente difficoltà, ha stretto un’alleanza con i trafficanti di clandestini, in particolare con l’estremista islamico Abdul-Rahman Hashem.
La tempistica è molto sospetta… “guarda caso” segue di poche ore l’incontro tra Sarraj e Salvini a Milano.
Ovviamente, per il PD e per tutto il baraccone dell’accoglienza notizie simili sono manna dal cielo, perchè avvalorano la narrazione in base alla quale la Libia non è sicura. Gli intellettuali da salotto e i “talebani dell’accoglienza” oggi fingeranno di piangere le vittime ma in realtà esulteranno…

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Sea Watch, “Carola ha disobbedito”: chiesta convalida di arresto

La richiesta per la comandante tedesca della nave, che forzando il blocco ha fatto sbarcare i migranti a Lampedusa, è del procuratore di Agrigento, Patronaggio. E intanto sull’asse Parigi-Berlino è scontro con Salvini.
Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, il suo vice Salvatore Vella e il pubblico ministero Gloria Andreoli, hanno chiesto ieri sera la convalida dell’arresto di Carola Rackete, comandante della nave Sea Watch. I reati contestati sono rifiuto di obbedienza a nave da guerra, resistenza o violenza contro nave da guerra e navigazione in zone vietate…

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Aquarius, l’ultima tragica umiliazione per la Ong: “Cancellata dal registro di Gibilterra”

Le navi delle Ong sono letteralmente scomparse dal mar Mediterraneo.
Soprattutto nel canale di Sicilia non c’è più traccia della Aquarius, l’imbarcazione della Sos Mediterranée e Medici senza frontiere, ormai rientrata a Marsiglia, dopo una serie di scontri al vetriolo per il blocco di fatto dei porti imposto dal governo italiano, Matteo Salvini in testa.
I guai si sa non vengono mai soli, anche per le “anime pie” delle Ong. E non fa eccezione l’Aquarius, che un tempo batteva bandiera di Gibilterra, almeno finché a inizio agosto le autorità portuali non hanno annunciato l’intenzione di rimuovere la nave dai propri registri.
Come scrive il Fatto quotidiano, l’armatore non ha presentato alcun ricorso per sospendere la procedura – la scadenza era il 20 agosto – e quindi la Aquarius è tornata a battere bandiera tedesca, come in origine. Il 22 agosto poi i responsabili di Sos Mediterranée hanno chiarito: “In questo momento la Aquarius non è in mare senza bandiera. I nostri team stanno lavorando per trovare una soluzione che permetterà alla Aquarius di continuare la sua missione vitale nel Mediterraneo centrale e di ripartire al più presto per salvare vite dopo il cambio equipaggio. Il processo è ancora in corso e sarete informati per tempo della situazione”

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1 italiano su 2 si sentiva straniero in Italia prima di Salvini

Sondaggio: 82% italiani è contro immigrati, il 32% vorrebbe perfino affondare i barconi.
Mentre tante scuole hanno abolito da tempo il presepe in classe per non turbare gli alunni stranieri emerge dalla ricerca che l’identità culturale tradizionale è importante per italiani e «la maggior parte teme per la sua scomparsa».
La metà ammette di essersi sentito a volte «straniero nel proprio Paese», addirittura il 59% teme che l’identità sia «a rischio» e poco meno del 50% pensa che l’Italia «dovrebbe fare di più per proteggersi dal resto del mondo».E d’altra parte alla domanda se gli immigrati in generale si sforzino per integrarsi nel Paese il 44% risponde negativamente, la stessa percentuale definisce con sentimenti negativi il proprio rapporto con i musulmani. Ancora più chiaramente, il 40% definisce “incompatibili” l’identità italiana e l’Islam…

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