Boom di Dimissioni dal Lavoro: 1,6 milioni in 9 Mesi!

di Cesare Sacchetti
Boom di dimissioni registrate nei primi nove mesi del 2022.
“Negli Stati Uniti è ormai noto come “Great resignation”, le grandi dimissioni. In Italia non è della stessa portata ma di certo, dopo la pandemia, il fenomeno delle dimissioni dal lavoro si fa sempre più spazio. Continua così ad aumentare il numero di coloro che decidono di lasciare il posto. Per scelta o per necessità, per guardare avanti rispetto alla propria occupazione e carriera o per far meglio conciliare le esigenze della famiglia. I motivi possono essere vari, ma di fatto la tendenza osservata a partire da due anni a questa parte si conferma con numeri in salita

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L’Incredibile Storia di Giuseppina

di DB (weltanschauungitaliaofficial)
Il problema non è dover smentire la notizia della tizia che ogni giorno si faceva in treno 1600 km da Napoli a Milano per fare la bidella, perché palesemente falsa e contraria ad ogni logica, ma il dover riflettere sul messaggio lanciato.
Il capire se esiste un limite che non si può superare nell’accettazione delle condizioni di vita e lavoro, oppure il sistema, con lo sdoganamento della cosiddetta resilienza, che non è altro che accettazione passiva dell’oppressione, si può permettere di giocare con la vita delle persone, ponendole in una condizione talmente precaria e snervante da rendere loro impossibile la realizzazione di quello che dovrebbe essere un un diritto inalienabile, ovvero il poter lavorare nella propria terra in condizioni stabili.
Questo limite purtroppo viene portato sempre oltre, dall’esistenza di gente che pur di lavorare accetta condizioni inumane, sconvenienti e che mai dovrebbero essere avallate…

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Contratti collettivi scaduti: un brutto Colpo per 14 milioni di Lavoratori

di Salvatore Recupero
Mai come in questi mesi la percentuale dei contratti collettivi scaduti è stata così elevata. Un fenomeno che, secondo i sindacati, nei primi otto mesi dell’anno ha coinvolto quasi l’80% dei lavoratori dipendenti.
L’esecutivo deve intervenire, dato che le parti sociali da sole non hanno saputo trovare la quadra. Partiamo dalle cifre. Secondo l’undicesimo Report periodico dei contratti collettivi del Cnel “il 61,6% dei contratti collettivi nazionali di lavoro risulta scaduto alla data del 30 giugno 2020. Gli accordi in attesa di rinnovo sono 576 su 935″. Le cifre si avvicinano a quelle denunciate dai sindacati se consideriamo che “in attesa del rinnovo contrattuale ci sono oltre 10 milioni di lavoratori privati (il 79,2%) che salgono a più di 13 milioni se si aggiungono i circa 3,2 milioni di dipendenti pubblici. I settori interessati riguardano l’agricoltura, il florovivaismo e fioricoltura, i chimici, i metalmeccanici (l’unico di cui è in corso la trattativa), il tessile e la moda, commercio e agenti di commercio, i lavoratori dello spettacolo, la Rai, trasporto e logistica, i marittimi, i bancari, quelli della sanità” . I salari si ritrovano stretti tra l’incudine della cassa integrazione e il martello del mancato rinnovo dei contratti collettivi nazionali…

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Lavorare da casa: i rischi di una nuova “catena”

di Claudio Bellotti
Dire “Smartworking” suona bene e indubbiamente il lavoro da casa è stato in larga misura visto positivamente da chi ha avuto in passato l’opportunità di accedervi. Tuttavia con la pandemia la situazione è stata stravolta.
La nicchia ristretta dello smartworking vero e proprio (lavoro in autonomia di tempi e luoghi, autogestito dal lavoratore) viene sommersa da una marea stimata in 8 milioni di lavoratori costretti semplicemente a lavorare fissi da casa (telelavoro).
Nel pieno dell’emergenza sanitaria nella valutazione diffusa hanno prevalso i lati positivi: continuità e integrità del reddito rispetto alla Cassa integrazione o alla fruizione forzata di ferie e permessi; abbattimento del rischio di contagio; “quadratura del cerchio” per milioni di famiglie che dovevano accudire figli lasciati a casa da scuola, oppure anziani che non potevano più usufruire di servizi assistenziali chiusi per effetto dei decreti…

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