Negli Usa arriva l’acqua artificiale: distillata, addizionata di sali e imbottigliata. Un’idea “smart” firmata Coca-Cola

di Elena Mattioli
“Glaceau Smart water” è un’acqua di rete distillata e poi addizionata di sali minerali a dosi non dichiarate, per dare un sapore perfetto e bilanciato al prodotto. È la nuova proposta firmata da The Coca-Cola Company che negli USA cerca di catturare l’attenzione di consumatori abituati a bere bibite zuccherate e poco avvezzi al sapore semplice dell’acqua minerale.

La campagna di marketing messa a punto è basata su un concetto molto diverso rispetto alle nostre abitudini di consumo. Da noi la migliore acqua è quella proveniente da fonti naturali sotterranee incontaminate, con quantità variabili di sali minerali e qualità specifiche in relazione alla composizione e alla provenienza.

La nuova bottiglia proposta da Coca-Cola, riporta in  evidenza…

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Otto milioni di euro da Coca-Cola a organizzazioni scientifiche spagnole per produrre articoli allineati con le sue strategie di marketing

di Beniamino Bonardi
Una ricerca accusa Coca-Cola di finanziare studi che servono i suoi interessi commerciali e infatti la compagnia ha versato otto milioni di euro, tra il 2010 e il 2017, a decine di organizzazioni mediche e scientifiche spagnole.
Lo scrive il quotidiano El Pais, sulla base dei dati della stessa società, da cui risultano finanziamenti alla Fundación Iberoamericana de Nutrición (835 mila euro), alla Fundación Española Del Corazón (640 mila euro) e alla Fundación Española de Nutrición (567 mila euro). Nella lista compare anche la Fundación SHE (Scienza, Salute ed Educazione), che ha ricevuto 363 mila euro ed è presieduta da un prestigioso cardiologo, Valentín Fuster.
Intanto, una nuova ricerca appena pubblicata dalla rivista della European Public Health Association, sostiene che gli studi scientifici finanziati dalla Coca-Cola “servono i suoi interessi commerciali e, in molti casi, sono in contrasto con gli sforzi per migliorare la salute del popolazione”

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Rischio Tumore con i cibi “ultra-processati”

di Andrea Tosi 
I cibi “ultra-processati” come le merendine e le pietanze pronte da riscaldare, ma anche le bibite gassate, sono sempre più nel mirino della scienza per i loro potenziali e molteplici effetti negativi sulla salute dell’uomo.
Sono anni ormai che studi scientifici evidenziano legami tra il consumo di carni processate (come gli affettati, le carni in scatola, ecc.), di zucchero bianco raffinato e il rischio di sviluppare tumori.
Una nuova ricerca della Sorbona di Parigi e della Università di San Paolo in Brasile, e pubblicata sull’autorevole rivista scientifica British Medical Journal, chiarifica con rigore statistico il pericolo di incappare nella terribile malattia del cancro e le sue varianti, attraverso il consumo dei cibi classificati come “ultra-processati”…

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