Il Coronavirus imprime un’accelerazione al Cambiamento. Cadono come birilli consolidati paradigmi
di Giulio Virgi
È ormai diventato un luogo comune paragonare ad una guerra vera e propria la battaglia in corso contro il Coronavirus.
Non tutti ritengono che si tratti di un’immagine appropriata, non essendo fortunatamente presenti, almeno per ora, alcune caratteristiche fondamentali dei conflitti. Manca soprattutto il ricorso alla violenza di massa organizzata dagli Stati, che provoca estese distruzioni e l’uccisione di un gran numero di persone. Eppure alcune analogie sono evidenti: con la guerra, infatti, questa epidemia in atto condivide diverse caratteristiche importanti.
Innanzitutto, c’è la paura: una paura fisica che riguarda in primo luogo l’incolumità e la sopravvivenza personale. Non ci si spara, ma molti comportamenti individuali riflettono il sospetto nei confronti di chiunque s’incontri, in quanto potenziale portatore di una minaccia tanto concreta quanto invisibile…