Sentenze “oracolo”: guai a criticarle!

di Iuri Maria Prado
“Le sentenze non si commentano”. Quante volte l’abbiamo sentito? Quando una decisione di giustizia irrompe nel dibattito pubblico, l’intimazione rivolta a chi si azzardi a dirne qualcosa è sempre quella: che le sentenze non si commentano.
Si tratta chiaramente di un balordo luogo comune, perché il diritto di esprimere opinioni è ancora protetto dalla Costituzione repubblicana e non cessa di esistere giusto perché lo si esercita verso un provvedimento giurisdizionale.
Ma perché quell’obiezione cretina fiorisce tanto spesso sulla scena del discorso in materia giudiziaria? È abbastanza semplice e molto preoccupante: perché in profundo si ritiene che una sentenza non sia il prodotto di un servizio pubblico e come tale esposto all’errore anche grave, ma per il fatto che a emetterla è una specie, solo aggiornata, di sacerdote…

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