di Dino Granata
Ad affermare che la prima fiala era stata somministrata al 90% degli operatori sanitari e alla quasi totalità degli anziani è stato il presidente della Fondazione Ca’ d’Industria.
“Entro il 6 febbraio, se non ci sono ritardi, somministreremo la seconda dose”. Altri 40 contagiati e 4 morti in una struttura per anziani a Grottaferrata. È di 21 degenti morti e decine di positivi al Covid, tra anziani e operatori sanitari, il tragico bilancio in una Residenza sanitaria assistenziale di Rebbio, località vicino Como. La Rsa, che aveva aderito alla campagna vaccinale, si trova in via Varesina e fa parte insieme ad altre tre strutture (due Rsa e una casa albergo) della Fondazione Ca’ d’Industria.
Al 20 gennaio, i decessi erano aumentati a 21, mentre i contagiati sono 85 su 93 persone ospitate complessivamente, oltre il 91 percento degli ospiti. 54 invece gli operatori sanitari rimasti positivi al Covid. A dire che il 90% degli operatori sanitari e la quasi totalità degli ospiti avevano ricevuto la prima dose del vaccino, è stato il presidente della Fondazione Gianmarco Beccalli, che a Fanpage ha affermato candidamente che la vaccinazione nella Rsa “dovrebbe terminare, con la seconda dose, entro il 6 febbraio”. Quindi, significa che la prima dose di vaccino, presumibilmente il “Comirnaty” della Pfizer, è stata somministrata come da protocollo nell’arco delle ultime due o tre settimane, calcolando i ventuno giorni di distanza dalla prima iniezione.
Dichiara testualmente a Fanpage il Presidente Beccalli: “Se non ci saranno ritardi nella fornitura dovremmo finire con la somministrazione della seconda dose il 6 febbraio”, spiega il presidente, che sottolinea come quasi il 90 per cento del personale abbia aderito alla campagna vaccinale e come sia stata vaccinata la quasi totalità degli ospiti. “Spero che più avanti anche coloro che non sono stati vaccinati tra il personale, che sono in sostanza quelli che non erano al lavoro, lo vorranno fare. Mentre tra gli ospiti attendiamo che guariscano gli attualmente positivi, che come da indicazioni saranno vaccinati dopo la malattia”.
Quanto avvenuto nella casa di riposo di Rebbio, per il presidente della Fondazione resta stranamente “inspiegabile”: “abbiamo evitato le ‘stanze degli abbracci’; nessuno a parte i dipendenti è potuto entrare nella struttura, e inoltre abbiamo seguito gli stessi protocolli delle altre nostre strutture, e lì non è successo nulla”, spiega Beccalli.
Se i decessi di questi poveri anziani siano direttamente collegati al vaccino spetta alla magistratura stabilirlo (ma nessun magistrato indagherà…), che si immagina voglia vederci chiaro aprendo una inchiesta.
Altri 40 contagiati e 4 morti in una Rsa di Grottaferrata
Intanto, è arrivata la notizia di un altro caso simile in una casa di riposo a Grottaferrata, vicino Roma. Una quarantina le persone contagiate, quattro delle quali, secondo quanto riportano alcuni media, sarebbero morte. Tutto è partito da un primo caso conclamato che ha fatto scattare, il 14 gennaio i controlli a tappeto nella struttura con test su ospiti e operatori. Una decina di operatori e una trentina di ospiti sono risultati positivi. Nessuno ne parla… ma è altamente probabile che anche nella Rsa siano stati somministrati i vaccini.
Articolo di Dino Granata
Rivisto da Conoscenzealconfine.it