Storico discorso di Viktor Orban: “Esiste un piano contro l’Europa”

Storico discorso di Viktor Orban: “Esiste un piano per realizzare una Europa nelle mani di una popolazione cosmopolita con preminenza mussulmana”. 

il primo ministro dell’Ungheria Viktor Orban

Il primo ministro dell’Ungheria Viktor Orban

“Circa 27 anni addietro, avevamo pensato che il nostro futuro fosse in Europa. Attualmente, noi siamo il futuro dell’Europa”, ha dichiarato il primo ministro dell’Ungheria Viktor Orban, durante un discorso all’Università Libera di Tusnádfürdő.

Nel suo discorso annuale, Orban ha manifestato l’idea che le elezioni parlamentari che si svolgeranno la prossima primavera nel paese, avranno una importante dimensione europea. “Quello che accadrà in Ungheria avrà importanti implicazioni per l’insieme dell’Europa, perchè oggi una Ungheria forte gioca un ruolo decisivo nella battaglia per evitare la scristianizzazione dell’Europa”, ha segnalato.

Orban ha considerato allo stesso modo che un paese forte non può permettersi un declino demografico. “I paesi più forti sono quelli che sono in grado di mantenersi biologicamente. Perchè l’Ungheria abbia un futuro deve mantenere una tassa di fecondità di 2,1 figli per famiglia”.

Orban ha anche sottolineato che “uno Stato forte necessita di un buon livello di sicurezza, inclusa la protezione delle sue frontiere e la lotta contro il terrorismo, così come il mantenimento di un forte senso di identità culturale”. In contrasto con questi principi, ha indicato l’Europa, vittima a suo giudizio di un cambiamento culturale e demografico dalle imprevedibili conseguenze.

“L’Immigrazione non apporterà alcuna soluzione ai problemi economici. Cercare di rimediare la scarsezza di mano d’opera mediante l’importazione di immigrati è come se, nel mezzo di un naufragio, ti metti a consumare acqua di mare. È anche quella acqua ma il problema lo farà aumentare”, ha sostenuto il primo ministro ungherese.

In particolare Orban ha voluto mostrarsi molto franco e deciso circa le sfide dell’integrazione di un gran numero di immigrati mussulmani nella nostra cultura cristiana. ”Non possiamo mantenere i nostri ideali solidali nelle nostre nazioni quando esistano gruppi etnici che pretendono di modificare la cultura europea. Non possiamo mantenere i nostri ideali nel mezzo di collettività che si oppongono all’esistenza ed alla cultura europea, perchè il risultato finale sarebbe catastrofico”, ha sottolineato Orban.

La sfida nei prossimi decenni è se l’Europa continuerà appartenendo agli europei: se l’Ungheria continuerà ad essere la terra degli ungheresi, se la Germania continuerà ad essere la terra dei tedeschi, se la Francia continuerà ad essere la terra dei francesi, se l’Italia seguirà ad essere la terra degli italiani”, ha aggiunto il leader magiaro, criticando in questo senso i burocrati europei dell’Impero mondialista di George Soros che si oppongono alla volontà delle nazioni di mantenere le proprie identità.

Oggi gli interessi di George Soros sono meglio rappresentati a Brusseles ed a Washington DC che non a Tel Aviv, ha affermato Orban, il quale ha respinto che le critiche fatte allo speculatore ebreo di origine ungherese facciano parte di teorie cospirative. Esiste un piano di Soros, che lui stesso ha scritto”. 

Migranti sul confine ungherese

Migranti sul confine ungherese

Secondo Orban, detto piano consisterebbe nel trasferire un milione di migranti nel territorio dell’Unione Europea. ”Al loro arrivo devono ricevere 15.000 milioni di euro per mantenere così l’effetto di aspirazione. Questo importo è maggiore del reddito medio degli ungheresi. Soros pretende che gli immigrati siano distribuiti per tutti i paesi dell’Unione Europea. Proteggere le nostre frontiere di fronte all’entrata di questi migranti illegali ha comportato un grande sforzo economico. L’Europa si è caricata di una piccola parte di questo costo. Oggi la Germania si trova sull’orlo della bancarotta, così che non ci vengano più a parlare di mancanza di solidarietà dell’Ungheria”, ha segnalato.

Se l’Europa vuole continuare ad esssere attuabile, deve recuperare la sua sovranità e liberarsi dell’Impero di Soros”, ha ribadito Orban. Orban si è inoltre pronunciato per una riforma dell’Unione Europea e di ritornare alla forma originaria prevista dai trattati costitutivi. “Le Nazioni Unite devono proteggere le frontiere dell’Europa. Questo può suonare duro, ma quelli che sono entrati illegalmente in Europa devono essere espulsi. l’Europa non può seguitare ad essere un continente senza protezione delle frontiere, ha proclamato il primo ministro ungherese.

Orban si è augurato inoltre che i leaders europei sappiano essere all’altezza delle loro responsabilità (anche se ne dubita) e che l’Europa possa recuperare la sua competitività, garantire la pace, aprirsi agli stati balcanici e risolvere i suoi problemi esterni con la Russia e la Turchia. Orban ha ribadito la necessità di opporsi al progetto di scristianizzazione del Continente e che si sappia resistere all’attacco ideologico in atto da parte dei liberisti e degli intellettuali, denunciando come anche i partiti socialdemocratici abbiano rinunciato a difendere i diritti dei lavoratori nazionali. “Loro sono tutti impegnati a difendere gli interessi economici del neoliberismo”, ha denunciato il presidente ungherese.

Secondo Orban esiste un piano per mettere il territorio europeo nelle mani di una popolazione cosmopolita, in modo predominante mussulmana, un piano di sostituzione di popoli. La riuscita di questo piano richiede una Europa scristianizzata, goveni burocratici e senza anima”, ha avvertito il leader magiaro.

“Siamo noi il principale ostacolo per la realizzzazione del piano di Soros”, ha dichiarato Orban, insistendo che il principale ostacolo sarà quello di affrontare i partiti dell’opposizione del suo paese. “Noi dobbiamo in primo luogo misurarci con la ‘rete di Soros’, gli eurocrati di Bruxelles ed i loro media. Conosciamo le loro tattiche, basate sul ricatto, sulla diffamazione e sul giornalismo prostituito ai grandi interessi”.

Orban ha avvisato che c’è molto in gioco in questa sfida!

Fonte originale: Alerta Digital

Traduzione e sintesi: Luciano Lago

Fonte: http://www.controinformazione.info/storico-discorso-di-viktor-orban-esiste-un-piano-contro-leuropa/www.controinformazione.info

2084. LA FINE DEL MONDO
di Boualem Sansal

2084. La Fine del Mondo

di Boualem Sansal

Nell'Abistan – un impero cosí vasto da coprire buona parte del mondo – 2084 è una data presente ovunque, stampata nel cervello di ognuno, pronunciata in ogni discorso, impressa sui cartelli commemorativi affissi accanto alle vestigia dello Shar, la Grande Guerra santa contro i makuf, i propagandisti della "Grande Miscredenza".

Nessuno sa a che cosa corrisponda davvero quella data. Qualcuno dice che ha a che fare con l'inizio del conflitto, altri con un suo particolare episodio. Altri ancora che riguardi l'anno di nascita di Abi, il Delegato di Yölah, oppure il giorno in cui Abi fu illuminato dalla luce divina, al compimento del suo cinquantesimo anno di età. In ogni caso, è da allora che l'immenso paese, che era detto semplicemente il "paese dei credenti", fu chiamato Abistan, il mondo in cui ci si sottomette gioiosamente alla volontà di Yölah e del suo rappresentante in terra, il profeta Abi.

La Grande Guerra santa è stata lunga e terribile. Le sue tracce sono religiosamente conservate: edifici sventrati, muri crivellati, interi quartieri sepolti sotto le macerie, enormi crateri trasformati in immondezzai fumanti. Tuttavia, l'armonia piú totale regna ora nelle terre dell'Abistan. Nessuno dubita delle autorità – gli Onorevoli e gli Adepti della Giusta Fraternità e i membri dell'Apparato – cosí come nessuno dubita che Yölah abbia offerto ad Abi di imprimere un nuovo inizio alla storia dell'umanità. L'abilang, una nuova lingua, ha soppiantato tutte le lingue precedenti, considerate stolti idiomi di non-credenti. Le date, il calendario, l'intera storia passata dell'umanità non hanno ormai piú alcuna importanza e senso nella Nuova Era, e tutto è nella mano di Yölah. Yölah sa le cose, decide del loro significato e istruisce chi vuole. Agli uomini non resta che "morire per vivere felici", come recita il motto dell'esercito abistano.

Perché, però, dubbi e sospetti si insinuano nella mente del trentacinquenne Ati al ritorno a Qodsabad, la capitale dell'impero, dopo anni trascorsi in un sanatorio arroccato su una montagna? Perché nel suo cuore si fa strada la tentazione di attraversare la Frontiera, al di là della quale, si dice, vivano i Rinnegati, i makuf, i propagandisti della Grande Miscredenza capaci di tutto?

Ispirato alla celebre opera di George Orwell 1984, "2084. La fine del mondo" narra di un mondo futuro dove tutti gli incubi del presente sembrano realizzati nella forma di una feroce teocrazia totalitaria.

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