di Antonio Morra
“Game of Thrones” (“Il Trono di Spade”, in italiano) è una serie tv della HBO che va in onda dal 2011 e che macina da allora successi su successi, avendo vinto 26 Emmy Awards e potendo contare su un seguito di milioni e milioni di fans in tutto il mondo; esso è divenuto un vero e proprio fenomeno culturale.
Ma cosa attira così tanto di “Game of Thrones”? Certamente la sceneggiatura, gli attori, la regia, la colonna sonora… ma c’è un altro aspetto in particolare che fa parlare di questa serie tv, e che da solo riesce ad attirare milioni di fans: sto parlando delle numerose scene di sesso che riempiono gli episodi di questa serie.
Non è raro imbattersi in scene di nudo integrale, in scene di sesso molto molto spinte e, addirittura, in uno degli episodi più discussi, gli spettatori hanno potuto “ammirare” una scena di stupro che ha lasciato ben poco all’immaginazione.
Non sono pochi perfino i cristiani che, seguendo il trend del momento, seguono questa serie TV e ne sono fans. Infatti, così come accaduto già per “50 sfumature di grigio”, non sono pochi i ragazzi e le ragazze che, noncuranti delle tante scene di sesso esplicito, seguono comunque ogni settimana i nuovi episodi de “Il Trono di Spade”. Eppure “Game of Thrones” non è altro che l’ennesima prova del fatto che, oggi, sempre di più viviamo in una società “pornificata”, una società che chiama “arte” il porno… perché di questo si tratta in realtà!
Difatti, se estraessimo una delle tante scene esplicite da “Game Of Thrones” e la mostrassimo singolarmente, molti di noi la definiremmo senza sé e senza ma “porno”, ma solo perché è inserita all’interno di una bella serie, la chiamiamo “arte” e siamo pronti a passarci su, facendo il gioco degli autori e dei creatori di questa saga, che si servono dei corpi degli attori per attirare.
Il tipo di porno che fenomeni come “Il Trono di Spade” e “50 sfumature di grigio” offrono, è un porno “mascherato”, un porno “razionabile”, socialmente accettabile… perché, in fondo in fondo, dai, non è davvero porno! Molti si troverebbero a disagio nel navigare su siti porno, e/o non lo ammetterebbero mai, eppure si lasciano ammaliare da questi fenomeni e li seguono, perché si tratta di porno non stigmatizzato, si tratta di cinema, serie tv, fumetti, cartoons, arte ecc. ecc.!
Ma io posso pure iniziare a chiamare una cosa con un altro nome, ma questo di certo non cambierà la sua essenza. È come se da domani iniziassi a chiamare “carota” una mela, pretendendo che quest’ultima diventi davvero una carota. Non fatevi ingannare dunque, quello di “Game of Thrones” è davvero porno! Così come lo è quello di “50 sfumature di Grigio” e simili. Volete chiamarlo soft porn?
Diffidate da questi fenomeni culturali di una società sempre più “pornificata”, ma soprattutto diffidate da chi chiama “male” il “bene”, e “bene” il “male”, poiché essi “con discorsi pomposi e vuoti adescano, mediante i desideri della carne e le dissolutezze, quelli che si erano appena allontanati da coloro che vivono nell’errore; promettono loro la libertà, mentre essi stessi sono schiavi della corruzione, perché uno è schiavo di ciò che lo ha vinto”. (2 Pietro 2:18-19)
La tua vita vale molto più di tutto questo. Non farti ingannare.
Articolo di Antonio Morra