Oggi la biochimica dei neurotrasmettitori è in grado di dimostrare scientificamente la relazione tra alimentazione e comportamento umano. Ciò di cui ci nutriamo influisce attivamente su pensieri, emozioni e comportamenti.
“Siamo ciò che mangiamo!”. Le neuroscienze hanno scoperto che a seconda del cibo di cui ci si nutre, si attivano determinate aree encefaliche e si sviluppano o meno sentimenti e percezioni empatiche.
Relazione tra cibi vegetali e comportamento
Vediamo ora come un’alimentazione a base di cibi vegetali può incidere profondamente sul comportamento e sulle emozioni. Il glucosio è il carburante principale del nostro cervello, che utilizza buona parte di quello prodotto dal nostro metabolismo (circa 200 grammi al giorno). Si tratta di uno zucchero semplice, che in natura è presente nei vegetali e in particolare nella frutta fresca.
I vegetali incidono, grazie al contenuto di amidi e fibre, sulle concentrazioni di triptofano nel cervello, l’amminoacido ‘antidepressivo’ precursore della serotonina (un neurotrasmettitore). Un’adeguata concentrazione di serotonina incide favorevolmente su: gestione di stati d’ansia e stati depressivi, tolleranza, creatività, socievolezza, rilassamento, calma, comportamento pacifico, gioia, gioco.
In particolare, l’alimentazione vegetariana ha la peculiarità di indurre naturalmente la frequenza delle onde cerebrali alfa. In questo stato, il cervello è caratterizzato da coscienza vigile e da un senso di benessere diffuso, simile a quello che è possibile sperimentare durante l’esperienza della meditazione. Frequentando questo stato si può entrare in contatto con gli aspetti più profondi della propria natura, mentre vengono amplificate le facoltà creative ed empatiche nei confronti degli altri esseri viventi.
Relazione tra cibi di origine animale e comportamento
Sono stati ormai scritti innumerevoli articoli sul consumo di carne, in relazione alla salute e agli impatti ambientali che questa scelta comporta. Mangiare carne, pesce e derivati influisce anche profondamente sul metabolismo dei neurotrasmettitori e quindi sul comportamento umano. Infatti, la carne rappresenta, insieme allo zucchero, uno degli alimenti che più incide sul comportamento.
Il consumo di carne e pesce eleva i livelli di tirosina, amminoacido precursore di dopamina e adrenalina, i neurotrasmettitori responsabili dell’aggressività negli animali predatori. Al contrario, il consumo frequente di carne incide negativamente sui livelli di serotonina.
Bassi livelli di serotonina hanno evidenti ricadute sul comportamento diminuendo la tolleranza, inducendo facilmente stati di agitazione, rabbia, angoscia, aggressività e violenza, propensione alla lotta e allo scontro.
Un’altra causa oggettiva di aggressività, è la sottrazione di calcio operata da parte degli alimenti di origine animale. La carne presenta un rapporto calcio-fosforo 1 a 50 (nel latte materno, equilibrato per natura, si osserva una proporzione 1 a 3).
L’eccesso di fosforo determinato da un consumo abituale di alimenti di origine animale, comporta un vero e proprio crollo di calcio, con conseguente instaurazione nel comportamento umano di irritabilità e aggressività. Oltre all’aumento vertiginoso di patologie quali l’osteoporosi, praticamente sconosciuta nei popoli che non usano latte vaccino e in cui la base alimentare è costituita dai cereali e non dalla carne.
A questi elementi di biochimica è possibile affiancare diverse statistiche comparative che osservano un aumento direttamente proporzionale tra consumo di carne e incremento della criminalità, specialmente nei paesi più sviluppati.
Tra l’altro, anche a livello intuitivo, mangiare carne assume connotati di violenza ancor prima delle implicazioni biochimiche: l’uomo che mangia la carne di un essere vivente ucciso a tradimento, si nutre inevitabilmente del terrore, della paura, dell’adrenalina, del risentimento e dell’odio che si producono nella creatura in prossimità di una fine violenta e prematura.
Relazione tra zucchero e comportamento
Si, sempre lui… Oltre a tutti gli impatti negativi sulla salute di questo ‘non alimento’, il consumo di zucchero è anche fonte di aggressività e irritabilità. Alla base c’è, anche qui, la sottrazione di calcio, come nel caso della carne, e delle vitamine B, essenziali per il funzionamento del cervello.
Questo impatto è particolarmente evidente e preoccupante nei bambini che manifestano: intolleranza nel comportamento e assuefazione alla sostanza, ansia, livelli elevati di competitività e difficoltà ad accettare le sconfitte, deconcentrazione, sbalzi d’umore.
Fonte: http://controinformoblog.altervista.org/relazione-tra-cibo-e-comportamento/