La guerra tra potenze non è come la morra cinese, è una partita a scacchi, con mosse e contromosse.
Sulla situazione siriana si possono fare varie ipotesi al momento ma una lettura chiara non la si può dare, ci va tempo. Chi vi narra quanto accade con sicurezza non è credibile.
Il mondo sta vivendo un mutamento epocale e la fine di impero egemone non arriva in quattro e quattr’otto e, come in certi fenomeni astronomici, una stella nella fase finale della vita può emanare più energia e aumentare le dimensioni, ma senza poter mutare il proprio destino che rimane segnato.
La caduta di Assad rientra in questa similitudine, perché è chiaro che l’impero anglosionista abbia voluto reagire e colpire in un altro fronte avendo perduto l’Ucraina, ha le forze e le capacità per farlo attraverso le sue emanazioni israeliane, l’unico fronte dove ha anche una posizione di forza rilevante anche grazie alla Turchia che si ritaglia i suoi spazi.
Erdogan in questa fase è probabilmente quello che sta “vincendo” davvero in M.O., abile stratega che gioca su più tavoli, senza combattere per davvero sta allargando la sua sfera di influenza neo-ottomana e la potrà sfruttare anche nel futuro.
L’Iran in questa fase sta incassando duri colpi e la sua proiezione regionale risulta indebolita.
In ogni caso chi lamenta il presunto mancato aiuto di Putin ad Assad, dimentica che egli è già impegnato in un conflitto da tre anni che ha dei costi enormi e che non può certamente andare appresso a tutti i fronti che gli “angloamericosionisti” aprono.
Qualsiasi conflitto che accade in Eurasia è sempre un problema per la Russia e la Cina e un vantaggio per gli USA e Regno Unito.
Una guerra va “accettata” o iniziata solo se si ha la sicurezza di poterla vincere.
Tratto da: https://t.me/weltanschauungitaliaofficial
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