di Cesare Sacchetti
Ancora una volta ci pare di rivivere storie e copioni già scritti e letti qualche tempo fa.
Il 19 mattina ci svegliamo e apprendiamo che nella notte ci sarebbe stata una presunta tromba d’aria nei pressi di Porticello, nel Palermitano, che avrebbe causato l’affondamento di una barca a vela di ben 56 metri, il Bayesian.
Non appena abbiamo letto “tromba d’aria” ci è sembrato di rivivere il deja vu del lago Maggiore, quando nell’aprile del 2023 una congrega di agenti dell’AISE assieme a uomini del Mossad quali Erez Shimoni, già impegnato in diverse delicate missioni per conto dello stato ebraico, si riunivano su una barca a vela nei pressi della ridente località lombarda a non molta distanza dal confine svizzero prima che il natante affondasse anche lì per una fantomatica “tromba d’aria”.
Lo Yacht Bayesian di Porticello: Replica del Lago Maggiore?
L’episodio di Porticello sembra essere il diretto figlio di quello del lago Maggiore del 2023. Intanto la prima cosa da fare è passare in rassegna la ricostruzione che ci hanno offerto i media, che appare molto lontana dall’essere credibile.
I media italiani a distanza di poche ore dai fatti sembravano aver già ricevuto la velina da scrivere sulle pagine della carta stampata, nonostante questa ormai non se la legga, comprensibilmente, più nessuno.
Ci viene detto che questa barca a vela lunga, il Bayesian, sarebbe affondato in seguito ad una improvvisa “tromba d’aria”. L’Ansa nel suo articolo ricostruisce così l’accaduto che avrebbe provocato il disastro.
“Secondo alcuni testimoni l’imbarcazione quando si è scatenato il tornado era ancora in rada davanti al porto di Porticello. L’ancora era abbassata. Il nubifragio che si è abbattuto avrebbe spezzato l’imponente albero a vela. Questo avrebbe provocato uno sbilanciamento dell’imbarcazione che avrebbe poi provocato il naufragio. I velieri in rada erano due. E’ stata propria l’altra imbarcazione a soccorrere la Bayesian.”
Non abbiamo quindi un resoconto diretto dei giornalisti, ma quello di alcuni presunti testimoni che riferiscono che la barca era in rada, quindi ancora vicina al porto, e che questo “nubifragio” sarebbe stato così imponente e violento da spezzare addirittura l’albero della barca nel giro di pochi minuti.
Ora, in tutta onestà, non risulta che la notte del 19 agosto a Porticello si sia abbattuta sulla località siciliana una sorta di potentissima e violentissima “tempesta perfetta” tale da spezzare l’enorme albero di una barca in pochi minuti.
Chi ha qualche conoscenza di barche, sa perfettamente che per buttare giù un natante simile ci vuole ben altro. Se leggiamo poi le caratteristiche del Bayesian, sempre in un articolo dell’Ansa, comprendiamo meglio il perché: “Alimentato da due motori diesel Mtu a 8 cilindri da 965 CV naviga a 12 nodi e raggiunge una velocità massima di 15 nodi. La barca ha il secondo albero più alto al mondo e il più grande albero in alluminio di 75 metri.”
Non parliamo, come si può vedere, di una barchetta qualunque, ma di uno yacht a vela che ha uno degli alberi più alti al mondo che non si spezza subito in seguito al maltempo, altrimenti ogni qual volta si prende il mare e ci sono tempeste e maltempo ben più violenti, questo tipo di barche dovrebbero subito affondare, e ciò non accade al largo in condizioni molto peggiori, figuriamoci se qualcosa del genere può verificarsi nella rada di un porto.
Il Bayesian era una delle eccellenze di cantieristica navale prodotte dal gruppo Perini Navi, il cui sito da qualche giorno risulta stranamente irraggiungibile. Le immagini poi che ci sono state mostrate dai media non fanno pensare francamente a nessun “tornado” ma certamente a delle forti e intense folate di vento, che da sole non sono certo in grado di spezzare un albero di 75 metri in alluminio e di provocare poi il rapido affondamento della barca.
Appare strano poi che questo “violento nubifragio” sia stato in grado di affondare il Bayesian mentre l’altra barca che era in rada, più piccola dello yacht a vela, non ha avuto nessuna difficoltà con questo presunto “tornado”, tanto che questa seconda imbarcazione è stata persino in grado di dare assistenza alla prima.
Leggiamo poi un’altra testimonianza riportata sempre dall’Ansa di un uomo che avrebbe presumibilmente assistito alla scena, ma del quale non si fa il nome: “Quell’imbarcazione era tutta illuminata. Verso le 4.30 di mattina non c’era più. Una bella imbarcazione dove c’era stata una festa. Una normale giornata di vacanza trascorsa in allegria in mare si è trasformata in tragedia. L’imbarcazione non era distante dal porto. Bastava poco per alzare l’ancora e dirigersi in porto. Evidentemente sono stati sorpresi dalla burrasca che si è abbattuta improvvisamente e non sono riusciti ad evitare l’affondamento“.
Sarebbe interessante sapere come fa questo anonimo testimone a sapere che a bordo ci sarebbe stata una “festa”, se lui non era appunto a bordo e non conosceva nemmeno apparentemente nessuno che era salito sulla barca, a meno che non si tratti dello stesso tipo di “festa” che i media hanno provato a far credere che si stesse svolgendo sulla barca affondata sul lago Maggiore.
Sullo Bayesian c’erano diverse persone di diverse nazionalità quali inglesi, canadesi, statunitensi, neozelandesi, con doppio passaporto francese ed inglese, e un irlandese e questa varietà di Paesi non fa pensare ad una comitiva di turisti dello stesso Paese che fa una gita in barca, ma a diverse persone che si erano date appuntamento sullo Bayesian non per sorseggiare un bicchiere di vino in una calda domenica d’agosto, ma per qualche altro tipo di attività “professionale”.
Mike Lynch, “Darktrace” e i Servizi Inglesi
Sulla barca c’era anche un personaggio come Mike Lynch, attualmente ancora scomparso, che nel Regno Unito era noto per essere una sorta di Bill Gates inglese, dato il suo ruolo nella informatica inglese, ramo nel quale aveva avuto anche delle grane per un processo a suo carico per frode dal quale era uscito indenne soltanto pochi mesi fa.
Lynch era comunque certamente vicino agli ambienti del mondialismo che contano, in quanto era stato premiato dal forum di Davos nel 2015 per le innovazioni portate dalla sua società, Darktrace, attiva nel settore della sicurezza informatica e covo di agenti dei servizi segreti britannici, quali l’ex direttore dell’ MI5 il generale Lord Evans of Weardale e l’agente della CIA Alan Wade.
Darktrace ha anche ricevuto l’appalto dal governo inglese per occuparsi della sicurezza informatica del servizio sanitario inglese, il National Health Service, il quale si serve di una società israeliana, la Carbyne911, per gestire la mole dei dati dei pazienti inglesi.
La Carbyne911 però non è una società qualunque. Nel suo consiglio di amministrazione ci sono uomini quali Ehud Barak, già primo ministro israeliano e molto vicino a Netanyahu, e Nicole Junkermann, ex membro delle forze armate israeliane, amica del pedofilo e agente del Mossad, Jeffrey Epstein.
Gli ambienti nei quali era, o è, qualora dovesse essere ritrovato vivo, integrato Lynch sono quelli dei servizi segreti britannici ed israeliani.
C’è poi un altro elemento molto interessante da prendere in considerazione. Lo scorso 23 luglio, nell’azionariato di Darktrace, era entrato il noto, o famigerato, fondo di investimenti BlackRock, che assieme a Vanguard, come abbiamo visto in molteplici occasioni, controlla le più grosse corporation del mondo.
BlackRock è un enorme deposito di scatole cinesi che serve a mascherare le partecipazioni dei Rothschild, i quali da più di due secoli si servono di tutta una rete di prestanome e agenti per non figurare direttamente tra i proprietari delle loro società.
Non era solo Lynch, tra l’altro, l’unico pezzo da novanta del mondo finanziario e tecnologico presente su quella barca. Assieme a lui c’era un personaggio di alto profilo della finanza di Wall Street, quale Jonathan Bloomer, presidente di Morgan Stanley, altra banca partecipata dalla solita accoppiata BlackRock-Vanguard, che risulta anche lui disperso nei fondali di Porticello.
Questi, come si vede, non sono i profili di un gruppo di allegri turisti della domenica ma sono i nomi che contano della finanza internazionale e del settore della cyber sicurezza strettamente legato al mondo dell’intelligence.
Dopo aver fatto le nostre verifiche, siamo in grado di confermare che anche in questa occasione sullo Bayesian non c’era affatto una innocente festicciola agostana, ma un incontro di alto livello tra membri della finanza e di diverse agenzie di intelligence Occidentali, in particolare quelle del gruppo Five Eyes, del quale fanno parte i 5 Paesi che costituiscono la cosiddetta anglosfera quali Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda.
Stavolta, secondo quanto riferiscono fonti di intelligence dei Paesi dell’Europa Orientale, gli uomini di questi servizi stavano studiando una qualche operazione di destabilizzazione della Turchia di Erdogan, finita sulla lista nera dell’anglosfera dopo il suo avvicinamento con la Russia e la sua recente richiesta di entrare a far parte dei BRICS.
Uno scenario non affatto dissimile dal precedente del lago Maggiore, dove invece i servizi italiani, anglosassoni ed israeliani stavano preparando una provocazione in Kosovo, come detto in precedenza.
Il governo Meloni, ancora una volta, si sarebbe prestato a mettere a disposizione delle varie spie il territorio italiano, che sotto questa disgraziata e corrotta classe politica ormai è diventato una zona franca per consentire all’anglosfera e ad Israele di mettere in atto le sue provocazioni contro la Russia.
A guastare la “festa” ci risulta che sia stato ancora una volta un intervento esterno, e non certo una “tromba d’aria”, in maniera non molto dissimile da quanto si era già visto sul lago Maggiore, quando i russi intervennero per sabotare l’incontro e mandare un segnale molto chiaro ai provocatori atlantici.
Il sito Uncensored Foreign Policy ha scritto che ad affondare la barca potrebbe essere stata un’arma ad energia diretta. A noi è stata fornita una versione alquanto simile a questa.
Quella che abbiamo letto sui quotidiani in questi giorni evidentemente è la solita storia di copertura dei media, che non è altro che una velina già scritta dai servizi Occidentali e che i quotidiani si limitano a trascrivere fedelmente come gli è stato ordinato.
La lezione che ha lasciato il compianto Udo Ulfkotte, giornalista tedesco morto in circostanze ancora oggi non chiarite, resta più attuale che mai.
La stampa nel mondo Occidentale non è altro che una emanazione dei servizi israeliani e angloamericani e ciò non avviene al di fuori delle democrazie liberali, ma all’interno di esse.
Lasciamo i lettori con questa ultima considerazione per dare loro uno spunto di riflessione sulla vera natura delle liberal-democrazie concepite dagli illuministi massoni ai tempi del secolo dei Lumi.
La fitta tela di menzogne di questo sistema non viene dal tanto vituperato “fascismo”. Viene dal tanto osannato liberalismo.
Articolo di Cesare Sacchetti