Quella “strana moda” delle mascherine già a settembre 2019

di Riccardo Rocchesso 

Abbiamo scovato nel web un articolo di Vanity Fair, del 20 settembre 2019, in cui descriveva la mascherina e il coprirsi il viso come una “nuova moda” in voga tra personaggi dello spettacolo…

“Sexy o dal mood rètro, ma anche di quelle in stile anti-smog, beauty e moda collaborano con accessori che coprono il viso. Ma cosa rappresentano esattamente? Che qualcuno ci spiegasse questa nuova tendenza“.

Eh sì, “spiegateci questa nuova tendenza”, infatti nessuno (o forse sì…) poteva allora immaginare cosa sarebbe successo nei mesi successivi.

Vanity Fair prova a darsi questa spiegazione: Sarà l’effetto della Casa di Carta, la serie tv Netflix che ha generato dipendenza, che ormai la mascherina sul viso non è più cosa strana. Da Myss Keta a Fedez, avvistato alla sfilata milanese di Fendi con una maschera nera sul viso, ormai il trend ha conquistato anche l’Italia”.

Già, qualche mese dopo, infatti, il trend ha conquistato non solo il nostro Paese, ma anche tutto il resto del mondo! Anche se, quest’estate, l’unico Stato ad essere ancora all’interno dell’emergenza, con il prolungamento fino ad ottobre, siamo noi.

Qui sotto l’articolo di Vanity Fair (di Alice Rosati) del settembre scorso, dal titolo: “Fedez e lo strano trend delle mascherine sul viso”:

Fedez e lo strano trend delle mascherine sul viso

“Sexy o dal mood rètro, ma anche di quelle in stile anti-smog, beauty e moda collaborano con accessori che coprono il viso. Ma cosa rappresentano esattamente? Che qualcuno ci spiegasse questa nuova tendenza.

Sarà l’effetto della Casa di Carta, la serie tv Netflix che ha generato dipendenza, che ormai la mascherina sul viso non è più cosa strana. Da Myss Keta a Fedez, avvistato alla sfilata milanese di Fendi con una maschera nera sul viso, ormai il trend ha conquistato anche l’Italia.

In una IG stories il rapper ha giustificato la sua scelta dicendo: ‘Comunque raga questa è un’ottima soluzione se avete brufoli o herpes e dovete andare ad eventi importanti’.

È stato durante le ultime sfilate Haute Couture di Parigi che il viso coperto è stato il dettaglio spiccato più di tutti: maschere (e velette) che coprivano il viso, dal mood rétro, fetish o più futurista, erano l’accessorio di stile  che ha rubato la scena al make-up.

Sulla passerella di Dior, delle velette ispirate al mondo circense completavano il look, mentre da Givenchy alcune modelle hanno sfilato con un trucco dall’effetto mascherina sugli occhi, argento e glitter, realizzata dalla beatuy guru Pat McGrath; e maschere gioiello decoravano i volti da Tony Ward.

Lo strano trend delle mascherine sul visoLo scorso ottobre, sul red carpet degli American Music Awards, la cantante Poppy si è presentata con una museruola nera in latex che le copriva naso e bocca, lasciando scoperti gli occhi, leggermente truccati con un ombretto champagne iridescente. Un look provocatorio che ha fatto rumore su Instagram. Centinaia i commenti dei suoi fan, che le hanno chiesto spiegazioni. Ma lei non si è ancora espressa. W Magazine parla delle mascherine come il nuovo must have glamour dei red carpet, sta di fatto che se di vera tendenza si tratta, il significato resta un mistero.

Se fino a poco tempo fa il mantra beauty era: ‘su la maschera per essere più belle’ (e le maschere erano quelle coreane da tenere in posa 10 minuti o durante la notte per ottenere una pelle radiosa, idratata e senza segni di stanchezza), adesso siamo passate a uno ironico: ‘più belle perché una maschera vi copre parte del viso’.

Per molti stilisti potrebbe racchiudere un messaggio politico di ribellione e presa di distanza dai tradizionali canonici estetici. Oppure, forse, un tentativo di coprirsi dalla sovraesposizione creata dai social media o una semplice interpretazione fashion delle mascherine con cui in Oriente si proteggono dall’inquinamento? Del resto, il beauty urban detox è diventato mainstream.

Per ora, prendiamo museruole & Co. come un vezzo stilistico…“. (https://www.vanityfair.it/beauty/trend-beauty/2019/01/31/)

Articolo di Riccardo Rocchesso 

Fonte: https://www.lanuovapadania.it/cultura/quella-strana-moda-delle-mascherine-a-settembre-2019/

IL MONDO NUOVO
La fine della globalizzazione e il ritorno della storia
di Stephen D. King

Il Mondo Nuovo

La fine della globalizzazione e il ritorno della storia

di Stephen D. King

Un libro profetico, brillante e inquietante!

“La globalizzazione non è un destino. Le forze che l’hanno creata – tecnologia, politica, economia, demografia – possono rovesciarla, anzi lo stanno già facendo. ... Stephen King ci guida attraverso la crisi del paradigma economico e geopolitico corrente con maestria, originalità e brillantezza. Questo libro è già un classico.” Lucio Caracciolo, direttore Limes

“Un libro che toglie il velo a molte delle illusioni che hanno accompagnato la diffusione della globalizzazione. Stephen King disegna tutti gli elementi per capire il bivio epocale di fronte al quale ci troviamo oggi e i rischi che questo implica per le scelte future”. Enrico Letta, ex primo ministro

Perché la globalizzazione, oggi, viene rifiutata? Che aspetto avrà un mondo dominato da Stati rivali con obiettivi in conflitto? L’attuazione di politiche nazionaliste si trasformerà in una corsa verso il baratro? Stephen D. King, economista di fama, risponde con un libro provocatorio a queste e ad altre domande: per capire che cosa significherà la fine della globalizzazione per il benessere, la pace e l’ordine economico globale.

La globalizzazione, a lungo considerata la via maestra per il benessere economico, non è inevitabile. La strategia eretta sui principi del libero scambio e, a partire dagli anni Ottanta, del libero mercato dei capitali sta cominciando a mostrare delle crepe. Nel mondo occidentale la crescita economica resta insoddisfacente e diversi Paesi non sono più disposti a sacrificare gli interessi nazionali alla crescita globale. Né i loro leader sembrano essere capaci, o desiderosi, di convincere i propri cittadini a lavorare a un’agenda per il benessere globale. Riaffiorano narrazioni politiche fatte di “noi” e di “loro” e si assiste allo sgradito ritorno di isolazionismo e protezionismo.

Unendo l’analisi storica all’osservazione dell’attualità King arriva ad affermare che il rifiuto della globalizzazione e il ritorno all’“autarchia” aumenteranno il rischio di conflitti economici e politici e usa le lezioni della storia per capire come scongiurare gli esiti più infausti.

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