Qualche Aggiornamento e Puntualizzazione sulla Situazione Bellica in Ucraina

di Claudio Martinotti Doria

Intervengo ancora sulla situazione bellica in Ucraina perché ritengo che anche nei siti specialistici che io seguo assiduamente vi siano imprecisioni e omissioni di una certa gravità che compromettono la possibilità di avere una visione d’insieme obiettiva e fattuale.

Non intendo esaminare e ancor meno giudicare i motivi di tali carenze, forse dovute a condizionamenti e faziosità, che impediscono di attingere a tutte le fonti disponibili e quindi comportano poi risultati sbilanciati e inattendibili, a volte addirittura fuorvianti.

Per citare un solo esempio, molto emblematico, in troppi siti di analisi militare e strategia geopolitica ci si riferisce ancora alla Russia attribuendole il fallimento della cosiddetta “guerra lampo” che esiste solo nella mente di qualche analista filo-atlantista poi ripreso all’unisono dai media mainstream occidentali che fanno solo propaganda.

Non esiste neppure il concetto di guerra lampo nella dottrina militare sovietica e poi russa. Non a caso l’hanno denominata “operazione militare speciale”, ma siccome tutto quello che proviene dal nemico “numero 1” degli USA (che poi in realtà sarebbe la Cina, ATTACCANO la Russia per colpire la Cina) deve essere per forza falso, allora non è stata presa sul serio ma interpretata come una guerra lampo, ovviamente fallita.

Al contrario, tutto quello che proviene dall’Ucraina (dietro la quale ci sono gli anglosassoni, USA e UK e gli esperti di comunicazione e propaganda della CIA e di Hollywood) è verità dalla quale i media occidentali attingono a piene mani senza porsi domande scomode, o anche semplicemente logiche e razionali.

Secondo questa narrativa, i vertici militari russi e i loro servizi d’intelligence sarebbero stati così stolti e ottusi da non sapere che le forze armate ucraine, dal colpo di stato del 2014 hanno avuto 8 anni di tempo per rafforzare il loro apparato militare, soprattutto nella regione del Donbass, posizionare strategicamente tutti i numerosi sistemi d’arma forniti loro copiosamente dall’Occidente, con annesso addestramento militare e d’uso da parte di migliaia di specialisti istruttori degli eserciti NATO. Di conseguenza, le truppe russe sarebbero andate come degli sprovveduti allo sbaraglio in una guerra lampo contro circa 350mila soldati armati fino ai denti e ben posizionati con l’illusione di sbaragliarli in pochi giorni.

Forse questo è possibile in qualche giocatore di Risiko ma non tra i vertici di Stato Maggiore della Federazione Russa. I russi sapevano benissimo a cosa andavano incontro e che il conflitto sarebbe durato parecchi mesi, altroché guerra lampo.

È indubbio che abbiano commesso parecchi errori, che ho rivelato fin dai primi giorni del conflitto in miei precedenti articoli e commenti sul mio blog, chi mi segue lo sa o lo potrà facilmente costatare. Così come ho intuito e riferito fin da subito quelli che erano secondo me gli obiettivi strategici di quest’operazione militare speciale, tra i quali occupare tutte le regioni costiere nel sud dell’Ucraina per impedire l’accesso al Mar Nero, oltre che per collegare le due repubbliche secessioniste del Donbass alla Crimea e di conseguenza rendere tutto il territorio sotto controllo russo omogeneo e contiguo alla Madre Patria.

Gli errori commessi nelle fasi iniziali del conflitto sono attribuibili a disorganizzazione della catena di comando e controllo, problemi gerarchici e di eccessiva autonomia lasciata ai singoli comandanti di area, non coordinati tra loro, oltre che a errori personali di alcuni di loro per incompetenza e inesperienza.

Tali errori di valutazione iniziale hanno provocato la perdita di molti soldati e mezzi nel primo mese (abbondante) di conflitto, poi circa un mese fa, al Cremlino hanno finalmente incaricato il generale Aleksandr Vladimirovich Dvornikov di assumere il comando supremo delle operazioni in Ucraina e la situazione nel giro di un paio di settimane è completamente cambiata, e gli ucraini se ne sono accorti, soprattutto per le gigantesche perdite militari che stanno subendo e che non riferiscono ai media per motivi di propaganda.

La lentezza delle manovre e degli avanzamenti militari russi sul suolo ucraino, come avevo riferito fin dai primordi, sono attribuibili alla volontà russa di non provocare vittime civili, esattamente il contrario di quanto affermato dai media occidentali.

Fa parte della loro dottrina militare non infierire sui civili, oltre al fatto che si tratta per una cospicua parte di civili russi o filorussi. Semmai sono gli USA che bombardano abitualmente e cinicamente i civili nelle loro numerose guerre condotte all’Estero, e non credo sia necessario citare qualche esempio, se siete minimamente informati. Non si fanno scrupoli a bombardare sistematicamente le aree urbane per colpire obiettivi strategici e militari, con quelli che loro definiscono “effetti collaterali accettabili”, anche se significa sopprimere centinaia di civili ogni volta.

Con l’arrivo del generale Dvornikov si è notevolmente accentuato il ricorso all’artiglieria, che sappiamo bene essere il punto di forza delle Forze Armate russe, che ne sono dotate come nessun altro paese al mondo. Il fuoco di artiglieria sui soldati ucraini, soprattutto i reparti nazisti (che rammento non essere solo il c.d. battaglione Azov, ma assommano a circa 100mila militari, altroché un battaglione…) si è ferocemente intensificato, 24 ore al giorno, anche per impedire ai soldati di riposare, aumentando lo stress e diminuendo la concentrazione e la vigilanza operativa.

È solo una questione di tempo e le truppe ucraine cederanno inevitabilmente, anche perché non sono in grado di provvedere ai rifornimenti, come fossero sotto assedio. Questa strategia russa è tesa anche a ridurre le vittime tra i soldati, che inizialmente sono state superiori alle previsioni e stavano diventando inaccettabili.

Quello che fa rimanere basiti gli esperti di analisi militare è la cecità e demenzialità della leadership politica occidentale che insiste nell’inviare armi all’Ucraina, pur sapendo che non cambieranno le sorti del conflitto.

In primis, perché difficilmente arriveranno ai reparti combattenti, nella migliore delle ipotesi arriveranno in Galizia, che non è coinvolta nel conflitto (almeno per ora), dove saranno ammassate in depositi che poi verranno con molta probabilità colpiti dai missili russi ad alta precisione (margine di errore di un metro) e quindi distrutti.

In secondo luogo, si tratta spesso di armi di calibri diversi da quelli in uso dai militari ucraini, il che richiede la fornitura anche di munizioni e addestramento, per il quale occorre tempo, che non c’è. Quindi si tratta di operazioni di facciata, onerose per l’Occidente, Poi parte di quelle armi, quelle non obsolete e fondi di magazzino, dovranno essere sostituite e a guadagnarci saranno solo le industrie di armi e non certo gli ucraini.

Mi voglio soffermare anche su un aspetto essenziale sul quale si sono scritte vere e proprie castronerie, cioè le forze messe in campo dalla Russia e quelle che stanno mobilitando. E anche queste mie argomentazioni confermano l’assoluta assenza d’intenzioni originarie di una fantomatica guerra lampo. Inizialmente la penetrazione in Ucraina su ben 5 fronti è stata condotta da appena 125mila soldati contro i 350mila dell’Ucraina.

Secondo voi si può fare una guerra lampo con questi rapporti di forza? A meno che si rada al suolo con l’artiglieria e l’aviazione tutte le aree di penetrazione, ma così non è stato, semmai il contrario… Poi è iniziata la rincorsa a prevedere quante altre forze russe stanno convergendo nelle aree del conflitto che nel frattempo si sono ridimensionate, avendo abbandonato il nord del paese. Stendo un velo pietoso sulle cazzate scritte sul logoramento e dissanguamento e quasi collasso delle truppe e risorse belliche russe riportate dai media mainstream. Solo chi non sa nulla della Russia può scrivere simili idiozie.

La Russia con gli arsenali di cui dispone può continuare a combattere in Ucraina anche alcuni anni e nessun reparto soffrirebbe mai carenza di rifornimenti, anche e soprattutto per quanto riguarda l’artiglieria. In quanto ai soldati, allo stato dell’arte il comando russo ha finora richiamato in servizio 135mila soldati e altrettanti ne richiamerà in autunno, inoltre ha riaffermato in servizio tutti coloro che stavano finendo il periodo di leva e di ferma. Quindi al massimo convergeranno in Ucraina nel breve periodo altri 300mila soldati, ma occorre tener conto che i reparti combattenti devono essere turnati, cioè messi a riposo e rimpiazzati, quindi non si tratta esclusivamente di rinforzi.

Pochi sanno che in base ai piani bellici di cui dispone la Russia, in caso di necessità può richiamare in servizio le leve fino ai 43 anni di età, cioè circa 20milioni di uomini, ed è perfettamente in grado di provvedere all’armamento e alla sussistenza di una massa tale di uomini che noi in Occidente non riusciamo neppure a concepire nella loro quantità e nei problemi logistici che comporterebbe una tale mobilitazione.

Quando ci si riferisce metaforicamente all’orso russo, forse adesso sarete in grado di capire quanto sia azzeccato il simbolismo. Ed è risaputo che un orso è meglio non molestarlo.

Evito di soffermarmi anche su altre castronerie mediatiche, a proposito del potenziale bellico russo in ambito di mezzi corazzati, aerei e artiglieria. Oltre a quelli disponibili e stoccati in tanti magazzini militari in ampi e immensi territori siberiani, uno gigantesco è anche in Transnistria (dove era collocata la 14 Armata sovietica, una regione della Moldavia da 30 anni dichiaratasi indipendente, che è praticamente un exclave russa a ridosso di dove si sta combattendo). Occorre inoltre tenere conto dell’immensa capacità russa di produrli per il tramite di varie industrie di armi, cinque delle quali sono gigantesche, ognuna in grado di sfornare svariate migliaia di pezzi ogni mese.

Quindi di cosa stanno parlando i media mainstream occidentali? Di cosa stanno blaterando i politicanti europei, britannici e americani? Stanno vincendo solo la guerra delle percezioni, che tramite la propaganda sta condizionando le menti dei videodipendenti, ma sul campo, combattere contro la Russia è un suicidio garantito.

E avrete notato che non ho citato le armi nucleari e neppure quelle innovative ad altissima tecnologia di cui dispone la Russia, che non hanno eguali al mondo.

Evito di parlarne per il semplice fatto che i russi non hanno alcuna intenzione di usarle, perché PER LORO NON SI TRATTA DI UNA GUERRA, ma di un’operazione militare speciale, non avrebbe alcun senso ricorrere ad armi nucleari tattiche, anche di bassissima potenza, in aree dove poi dovrebbero transitare le stesse truppe russe e i civili dovrebbero tornare a vivere alla fine delle operazioni.

Semmai ne stanno parlando gli americani e i britannici perché hanno intenzione di usarle loro, in qualche operazione sotto falsa bandiera, cioè qualche operazione sporca imbastita dalla CIA o dall’MI6, per poi dare la colpa ai russi e renderli reietti all’intera umanità. Trucco cinico e spietato destinato a fallire perché ormai il mondo intero (non Occidentale) conosce questi metodi già adottati in diversi scenari bellici dove ha agito la NATO, che vorrei ricordare essere un’associazione a delinquere di stampo bellico mafioso al servizio dell’apparato militare industriale americano, neocons e deep state incluso, che avrebbe dovuto essere sciolta durante la disgregazione dell’Unione Sovietica.

Quindi, invito tutti a tornare coi piedi per terra e aprire gli occhi: lasciamo che la Russia conduca la sua operazione militare speciale in Ucraina e distanziamoci dai farabutti guerrafondai che gestiscono il potere negli USA e presso l’UE e la NATO, che per non perdere i loro privilegi e la loro presunta supremazia sono disposti a far scoppiare una guerra mondiale, perché presumono (errore gravissimo) che saranno solo gli ucraini e gli europei a subirne le devastanti conseguenze. Sono psicopatici ignoranti e dementi che dovrebbero essere cacciati a furor di popolo.

Articolo del Cav. Dottor Claudio Martinotti Doria – Email: claudio@gc-colibri.com 

Fonte: http://www.cavalieredimonferrato.it/

LA VITA CHE CI STATE RUBANDO
di Angela Camuso

La Vita Che Ci State Rubando

di Angela Camuso

Una rigorosa e documentata contro-narrazione del 2020 vissuto in “Lock-down perpetuo”, in cui l’informazione non è stata all’altezza di una liberal-democrazia.

Marzo 2020. Un topo si aggira solitario nella piazzetta lasciata deserta dagli umani rintanati nelle loro abitazioni.

È passata solo una settimana da quando è iniziata la reclusione forzata per tutta la cittadinanza, i media rilasciano notizie allarmanti e contraddittorie. Gli stessi medici che minimizzavano sono in televisione con la mascherina a fornire cifre catastrofiche.

La vera emergenza è quella del rischio di un collasso del sistema sanitario pubblico, ma non viene affrontata in maniera efficace.

I giornalisti assecondano la propaganda che arriva a reti unificate dal governo: il popolo rimane in balia dello stesso copione allarmistico che ha lo scopo di perpetuare gli arresti domiciliari per tutti. Chi dissente dalla narrazione prevalente è costretto al silenzio.

Il lockdown è sancito in maniera unilaterale per tutte le regioni, sia quelle colpite come la Lombardia sia quelle senza diffusione come il Meridione. I certificati di morte per Covid sono redatti secondo un modello che crea le premesse per un falso storico. Molte delle persone decedute per Covid non sono curate adeguatamente o non sono curate affatto, anche a causa dei drastici tagli alla sanità pubblica.

Il totalitarismo dei nostri giorni individua il nuovo nemico pubblico da condannare in quelli che sono i nuovi untori, ovvero i giovani della “movida”, i runner e gli asintomatici. Intanto l’indottrinamento continua, le persone sono colpevolizzate, ricattate dal senso di responsabilità imposto.

Nel mentre, le misure repressive fanno smarrire la voglia di libertà e la capacità stessa di reagire agli abusi.

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