Ricorre quest’anno il 76mo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale e i tentativi di usare molti aspetti dell’ideologia nazista si sono rinnovati nel mondo.
Lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin nel suo discorso a Mosca per la parata della vittoria che commemora quest’anno il 76mo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale.
“La storia ci chiede di trarre conclusioni e lezioni”, ha osservato Putin secondo cui “sfortunatamente” coloro che “sono ossessionati” da alcune “teorie deliranti” stanno riutilizzando alcuni aspetti dell’ideologia nazista. “E non solo tutti i tipi di radicalisti e gruppi di terroristi internazionali”, ha indicato il presidente. La Russia, secondo Putin, è sempre stata dalla parte del diritto internazionale e difenderà i propri interessi nazionali per garantire la sicurezza dei suoi cittadini.
Putin: nessun perdono o giustificazione per chi ripropone “piani aggressivi”
“La guerra ha portato così tante sfide insopportabili che sono impossibili da dimenticare”, ha proseguito Putin, secondo cui non esiste perdono o giustificazione per coloro che ripropongono oggi tali “piani aggressivi”.
Putin, al suo arrivo nella piazza Rossa di Mosca, si è congratulato con tutti i veterani di guerra della Seconda guerra mondiale. “Ricordiamo sempre che questa impresa eroica è stata compiuta dal popolo sovietico”, ha affermato il presidente della Federazione. La Russia ricorda la resistenza all’invasione da parte della Germania nazista col nome di “grande guerra patriottica”, a indicare l’intera fase del conflitto durata dal 1941 al 1945.
Con una terminologia simile viene definita “guerra patriottica” la campagna militare condotta dallo zar Alessandro I per resistere all’invasione francese di Napoleone Bonaparte nel 1812. La locuzione “grande guerra patriottica” è utilizzata oggi sia in Russia sia in alcuni altri stati dell’ex Unione Sovietica e celebrata come il momento in cui quella che allora era la patria del socialismo riuscì a dare inizio a quello che sarebbe stato un vero e proprio ribaltamento del secondo conflitto mondiale, soprattutto a partire dalla battaglia di Stalingrado.