di Gino Favola
Se lo vediamo dal lato negativo, ogni anno sembra essere peggiore del precedente: tra disastri naturali, minacce di guerra e crisi economiche, il 21° secolo sembra vedere l’umanità in via di estinzione.
Uno dei progetti più ambiziosi nella storia moderna per la pulizia degli oceani – con l’obiettivo eliminare il 90% della plastica degli oceani in 22 anni – è appena iniziato e dobbiamo assolutamente supportarlo.
Il continuo bombardamento di informazioni ci fa credere che le cose debbano essere sempre peggiori, perché dopo aver preso coscienza del riscaldamento globale e della massiccia deforestazione, oggi le persone hanno un nuovo problema in mente: la plastica. Tuttavia, è meglio non concentrarsi sul problema ma sulle possibili soluzioni.
Il problema mondiale della plastica
La plastica ha invaso il pianeta e oggi rappresenta gran parte di ciò che costituisce la spazzatura sulla terra. Inoltre, il mare ha visto comparire un nuovo “continente”, costituito da cinque “patch” di spazzatura, che sono pericolose per la vita marina, ma anche per la vita terrestre, perché più plastica c’è nel mare, e più è probabile che gli animali la consumino e che possa arrivare fino a noi.
La quantità di rifiuti nel mare è allarmante, tuttavia, oggi, sono stati presentati progetti per eliminare il problema, mentre nel frattempo si arriverà magari alla soluzione finale, che è quella di smettere di produrre rifiuti.
E’ appena iniziata una nuova tappa nello sforzo di ripulire l’oceano. Si tratta del progetto denominato “The Ocean Cleanup”, che cerca di ridurre le dimensioni di queste patch del 90% entro il 2040.
Come funziona il nuovo progetto di pulizia degli oceani?
Sebbene sia stato definito impossibile, l’obiettivo del progetto non sembra assurdo quando viene spiegato. Vengono usati galleggianti che tendono delle reti sottomarine, che non permettono alla plastica di avanzare, mentre le correnti e la marea fanno passare il pesce al di sotto di essi.
In questo modo i galleggianti, creando una U che racchiude la plastica, possono recuperare fino a cinque tonnellate di plastica al mese. Si prevede che presto ci saranno 60 unità galleggianti nella zona situata nell’Oceano Pacifico e che in cinque anni la plastica sarà ridotta del 50%, contribuendo alla missione finale della pulizia degli oceani dai rifiuti di plastica.
Il funzionamento del progetto
Purtroppo questo progetto non ha l’infrastruttura necessaria per realizzarsi da solo, quindi accetta crowfounding e donazioni da aziende e filantropi che sono interessati alla pulizia degli oceani, perché anche se sanno che non è la soluzione definitiva, è ciò che va fatto adesso in via emergenziale. Ciò che raccoglieranno dall’oceano verrà poi inviato a terra e riciclato per creare prodotti utili e sostenibili.
Boyan Slat, fondatore del progetto, afferma che questo è un dovere necessario, ma che dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere e consumare se vogliamo davvero che l’oceano ritorni ad esere pulito e privo di plastica.
Articolo di Gino Favola
Rivisto da Conoscenzealconfine.itFonte: https://www.ambientebio.it/ambiente/pulizia-degli-oceani-cleanup/