di Eugenio Palazzini
David Sassoli, esponente del Pd e presidente del Parlamento europeo, è stato inserito nella blacklist di Mosca. Il governo di Vladimir Putin ha poi vietato l’ingresso in Russia anche ad altri sette funzionari europei. Tra questi Vera Jourova, vice presidente per i valori e la trasparenza della Commissione europea, e il capo dell’ufficio del procuratore di Berlino, Jorg Raupach.
“A quanto pare, non sono il benvenuto al Cremlino? Lo sospettavo un po’ “, commenta Sassoli su Twitter. “Nessuna sanzione o intimidazione fermerà me o l’Europarlamento dalla difesa dei diritti umani, della libertà e della democrazia. Le minacce non ci zittiranno”, scrive Sassoli. Citando poi il grande scrittore russo Tolstoj: “Non c’è grandezza dove non c’è verità”. La decisione russa ha visto poi una serie di reazioni dei politici europei, un coro che denuncia l’ “inaccettabile” rappresaglia.
“Condanniamo con la massima fermezza la decisione odierna delle autorità russe di vietare l’ingresso nel territorio russo a otto cittadini dell’Ue. Questa azione è inaccettabile, priva di qualsiasi giustificazione giuridica e di fondamento. Si rivolge direttamente all’Ue, non solo alle persone interessate”, scrivono i presidenti delle istituzioni Ue, Charles Michel, Ursula von der Leyen e David Sassoli, in una nota congiunta. I tre rappresentanti dell’Unione precisano inoltre che “l’Ue si riserva il diritto di adottare misure appropriate in risposta alla decisione delle autorità russe”.
Perché Putin sanziona Sassoli
Ma come mai la Russia ha sanzionato questi otto funzionari europei? La ritorsione rientra nella guerra a suon di sanzioni ed espulsioni di rappresentanti diplomatici che da mesi è in atto tra Mosca e i Paesi Ue. Sassoli viene così colpito perché secondo il ministero degli Esteri russo è tra i fautori di “una politica continuata di illegittime misure restrittive unilaterali contro cittadini e organizzazioni russi”. Come si può leggere nel comunicato del ministero guidato da Sergej Lavrov, “tali azioni dell’Unione europea non lasciano dubbi sul fatto che il loro vero obiettivo sia quello di frenare lo sviluppo del nostro paese ad ogni costo”. Il Cremlino fa poi notare che l’Ue ha respinto sistematicamente tutte le proposte russe di dialogo, necessario per tentare di risolvere le “questioni problematiche” fra le parti.
Ricordiamo che lo scorso 2 marzo Bruxelles ha imposto sanzioni nei confronti di alcune personalità russe “di alto profilo”, subito dopo l’arresto e la condanna di Alexey Navalny, il controverso blogger anti-Putin. Sanzioni che hanno colpito, tra gli altri, il procuratore generale russo Igor Krasnov e il direttore della Guardia Nazionale Viktor Zolotov. Occhio per occhio, dente per dente? Tecnicamente sì, la Russia si è insomma limitata a rispondere a sanzioni con altre sanzioni. Nulla più, almeno sulla carta. Non si capisce quindi lo stupore ipocrita dei politici Ue… è forse più sensato quel “lo sospettavo” di Sassoli. E a prescindere dal giudizio in merito, si aspettavano forse che il Cremlino accettasse in silenzio determinati provvedimenti?
Leggere bene le dichiarazioni russe
La Russia lancia però frecce acuminate che vanno oltre la mera controversia diplomatica. “Tali azioni dell’Unione Europea – afferma il ministero degli Esteri di Mosca – non lasciano dubbi sul fatto che il loro vero obiettivo è arginare lo sviluppo del nostro Paese ad ogni costo. Per imporre il loro concetto unilaterale di un ‘ordine mondiale’ che mina il diritto internazionale e sfacciatamente sfida l’indipendenza della politica estera e interna della Russia. Questo viene fatto apertamente e deliberatamente. E, naturalmente, con la conoscenza e l’incoraggiamento degli Stati Uniti, che non nascondono il loro interesse a trasformare l’Europa in un’arena di acuto confronto geopolitico”. La domanda che ne scaturisce è molto semplice: cui prodest lo scontro tra Europa e Russia? La risposta è piuttosto scontata e non serve rileggere le dichiarazioni del Cremlino.
Articolo di Eugenio Palazzini