la redazione de “il Cambiamento”
Della Risoluzione del 13 novembre scorso approvata dall’Europarlamento si è parlato pochissimo, la notizia non è quasi circolata. Eppure si tratta di parole importantissime e di esortazioni a rispettare lo Stato di diritto anche durante l’emergenza Covid. Vediamo di cosa si tratta.
L’europarlamento ha approvato, il 13 novembre scorso, una lunga risoluzione con la quale, in sintesi, esorta la Commissione Europea e gli stati membri della UE a considerare la possibilità di uscire dallo stato di emergenza per Covid o a limitare l’impatto delle restrizioni sulla democrazia, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali.
La risoluzione tocca aspetti della vita sociale, personale, economica e politica, tutti impattati fortemente dalle limitazioni delle libertà e dalle misure emergenziali adottate da molti governi, con vari gradi di intensità e durata. E non manca di sottolineare come “le misure adottate dai governi dovrebbero essere necessarie, proporzionate e temporanee”; che “i poteri di emergenza comportano un rischio di abuso di potere da parte dell’esecutivo e di sussistenza nel quadro giuridico nazionale una volta superata l’emergenza”; e che, di conseguenza, “devono essere garantiti un adeguato controllo parlamentare e giudiziario, sia interno che esterno, e adeguati contrappesi per limitare tale rischio”.
L’europarlamento esplicita il fatto che lo stato di emergenza consente “all’esecutivo di acquisire nuovi poteri volti a limitare i diritti individuali e di esercitare competenze solitamente riservate al legislatore e alle autorità locali, limitando nel contempo il ruolo dei parlamenti, della magistratura, della società civile e dei media, nonché le attività e la partecipazione dei cittadini“; inoltre, “le misure di confinamento hanno reso praticamente impossibile il normale funzionamento dei tribunali”.
Nella risoluzione si dichiara anche che “la parità di accesso all’assistenza sanitaria è potenzialmente a rischio a causa delle misure adottate per arrestare la diffusione della COVID-19, in particolare per i gruppi di persone in situazioni vulnerabili” e che “i lutti, l’isolamento, l’ulteriore pressione sull’equilibrio tra vita professionale e vita privata per i genitori e i lavoratori in prima linea, la perdita di reddito e la paura stanno innescando l’insorgenza di problemi di salute mentale o stanno aggravando quelli esistenti, cosa che comporta un aumento della domanda di servizi di salute mentale e una pressante necessità di incrementare i finanziamenti”.
Il Parlamento europeo, poi, sottolinea che “in uno stato di emergenza pubblica, i principi fondamentali dello Stato di diritto, della democrazia e del rispetto dei diritti fondamentali devono prevalere e che tutte le misure di emergenza, le deroghe e le limitazioni sono soggette a tre condizioni generali, ovvero la necessità, la proporzionalità in senso stretto e la temporaneità“ e ammonisce gli Stati membri “a non abusare dei poteri di emergenza per approvare norme non legate agli obiettivi dell’emergenza sanitaria di COVID-19, al fine di scavalcare il controllo parlamentare”.
Nel documento si chiede di “garantire meglio il ruolo centrale dei parlamenti (…), in particolare il loro ruolo nel monitoraggio e nel controllo della situazione a livello nazionale”; di “rispettare il diritto alla vita familiare (…) e di consentire restrizioni solo se strettamente necessarie e proporzionate”; di “limitare la libertà di riunione solo se strettamente necessario e giustificabile alla luce della situazione epidemiologica locale, e a non utilizzare il divieto di manifestazioni per adottare misure controverse, non correlate al COVID-19, che meriterebbero un adeguato dibattito pubblico e democratico“.
La risoluzione esorta inoltre a garantire “il proseguimento delle lezioni e a garantire un accesso effettivo a tutti gli studenti”,”a rispettare il diritto alla privacy e alla protezione dei dati e a garantire che tutte le nuove misure di sorveglianza o di tracciamento, adottate in piena consultazione con le autorità preposte alla protezione dei dati, siano strettamente necessarie e proporzionate, abbiano una solida base giuridica, siano limitate alle loro finalità e abbiano carattere temporaneo“.
Si legge ancora che “il modo migliore per combattere la disinformazione è proteggere e garantire il diritto all’informazione e la libertà di espressione, fornendo sostegno per garantire il pluralismo dei media e un giornalismo indipendente” e con questo documento si invitano gli Stati membri “a garantire la trasparenza al momento dell’adozione di misure e a fornire ai loro cittadini informazioni e dati completi, aggiornati, precisi e oggettivi sulla situazione sanitaria pubblica e sulle misure adottate per controllarla” (…), senza “creare un effetto dissuasivo sulla libertà di espressione e sui giornalisti, gli operatori sanitari o altri soggetti, ricorrendo alla criminalizzazione o a sanzioni sproporzionate”.
Nella risoluzione l’europarlamento invita la Commissione a disporre “con urgenza una valutazione indipendente e globale delle misure adottate durante la “prima ondata” della pandemia di COVID-19 al fine di trarre insegnamenti, condividere le migliori pratiche e rafforzare la cooperazione, nonché di garantire che le misure adottate durante le successive ondate della pandemia siano efficaci, mirate, ben giustificate sulla base della specifica situazione epidemiologica, strettamente necessarie e proporzionate, e di limitarne l’impatto sulla democrazia, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali“.
L’invito è anche a far sì che la Commissione continui “a monitorare le misure adottate, a intensificare le sue attività di coordinamento degli Stati membri, a guidare proattivamente le autorità nella loro gestione della pandemia in linea con lo Stato di diritto democratico e i diritti fondamentali, a intraprendere azioni legali e a ricorrere ad altri strumenti disponibili ogniqualvolta necessario e a prendere in considerazione le opzioni disponibili per salvaguardare il rispetto dei valori fondamentali dell’Unione, nonché ad assumere l’iniziativa di garantire che le misure restrittive siano revocate il prima possibile; invita l’Agenzia per i diritti fondamentali a continuare a riferire in merito all’impatto delle misure COVID-19 sui diritti fondamentali”.
Articolo della redazione de “il Cambiamento, dal reale al virtuale”